La recensi0ne di oggi parla di un titolo particolare, perfetto per farci immergere in un’atmosfera fiabesca dove gli animali antropomorfi sono i veri protagonisti delle varie vicende narrate. Ghost of a Tale ci porta dentro un mondo degno di un film d’animazione, splendido e affascinante. Ma vale la pena vivere quest’avventura?
Ghost of a Tale: la fiaba di un topo menestrello
La storia di Ghost of a Tale narra le gesta di un piccolo menestrello indifeso, arrestato e separato dalla sua compagna e da suo figlio. Il povero topino è stato gettato in una cella piccola e sporca, senza troppe spiegazioni su ciò che lo attende. In una delle tante giornate, però, il nostro protagonista trova un biglietto nascosto sotto il suo pranzo, insieme alla chiave della cella.
Questo è l’inizio della fuga dal forte, nel corso della quale il topino incontrerà i personaggi più disparati, tutti caratterizzati molto bene, grazie a dialoghi davvero ben scritti. Andando avanti nella storia, poi, i fatti diverranno sempre più interessanti e, in molti casi, memorabili.
La caratterizzazione del mondo di Ghost of a Tale è forse il punto di forza maggiore del gioco e i testi, sia dei dialoghi sia quelli sparsi sui vari fogli, contribuiscono molto bene a delineare l’atmosfera fiabesca così affascinante.
Corri, scappa!
Potrei riassumere così il gameplay di Ghost of a Tale. Tolto il comparto narrativo il gioco è, di fatto, uno stealth game molto elementare, dove aggirare le varie guardie diventa la meccanica principale. Dopo essere scappati dalla nostra cella, infatti, esploriamo un forte relativamente vasto, composto da varie aree interconnesse tra loro.
In questo scenario incontreremo vari personaggi, tutti pronti a chiederci qualche favore o a venderci qualcosa. Alcuni ci potrebbero dare informazioni utili o addirittura mappe delle varie zone. Molti altri, invece, ci manderanno a spasso per il castello a cercare vari oggetti. La maggior parte del tempo trascorso nel titolo sarà speso per portare a termine questi piccoli incarichi.
Sia le missioni principali, che quelle secondarie, di fatto, si riducono a una ricerca di determinati oggetti o al semplice raggiungimento di un punto specifico. Questo non sarebbe un grande problema, se non fosse per il pessimo comparto stealth e per le poche opzioni offerte dal level design delle ambientazioni che compongono il forte.
Le guardie che ci troviamo davanti, infatti, sono semplicemente stupide. L’IA che le governa è abbozzata, al punto da sembrare peggiore di titoli molto più vecchi, come i primi Splinter Cell o Metal Gear Solid: i nemici tendono a non vederci anche quando siamo vicino a loro, camminano lentamente, colpiscono in modo maldestro e, soprattutto, si dimenticano di noi appena entriamo in un nascondiglio.
Il nostro piccolo topino, infatti, può raggomitolarsi in vari nascondigli sparsi per il castello, come botti, armadietti, bauli e così via. Il problema è che nascondersi è fin troppo efficace. Se quando entriamo in un nascondiglio non siamo nel campo visivo di una guardia, questa non ci troverà mai e, pochi secondi dopo, lo stato di allerta finirà e tutti torneranno ai loro posti come se nulla fosse accaduto.
Non troviamo nemmeno una fase d’allerta maggiore o qualche forma di punizione per essere stati scoperti. Tornerà tutto letteralmente come se non fosse mai successo nulla. Come se ciò non bastasse, le guardie sono molto più lente di noi e spesso mancano il bersaglio quando cercano di neutralizzarci. Praticamente non sono una minaccia.
Questo è reso ancora peggiore da un aiuto eccessivo del gioco, che ci impedisce persino di entrare in un nascondiglio se una guardia ci sta guardando. Di conseguenza, non è materialmente possibile nascondersi ed essere scoperti, dato che possiamo infilarci soltanto nei recessi lontani dallo sguardo dei nemici. Cosa significa in soldoni?
In poche parole, in Ghost of a Tale basta correre all’impazzata nei vari scenari, persino facendosi vedere e inseguire dalle guardie. Una volta giunti nel luogo che vogliamo esplorare, basta girare un angolo qualsiasi e nascondersi per poi attendere pochi secondi e vedere tutti i nemici che vanno via senza problemi. Questo, unito alla ripetitività degli incarichi e al level design povero di strade secondarie, uccide del tutto il divertimento dopo poco tempo. Se poi sei avvezzo al genere stealth la noia arriverà ancora prima.
Ghost of a Tale offre anche delle missioni secondarie (praticamente delle fetch quest) e una piccola componente ruolistica data dagli abiti. Questi possono infatti essere composti cercando le varie parti in giro per gli scenari e, una volta completati, ci daranno accesso ad alcune abilità particolari. Tuttavia, l’estrema facilità e banalità delle meccaniche stealth annullano ogni necessità di utilizzarli, se non in alcune occasioni in cui sono obbligatori.
In sintesi, Ghost of a Tale è un gioco stealth con qualche piccola chicca, come gli abiti, le missioni e un’ambientazione che si fa esplorare poco alla volta. Tutto questo, però, è distrutto da un’IA pessima e da nascondigli fin troppo efficaci, che vanno a minare del tutto la tensione che dovrebbe caratterizzare il genere.
Noioso da giocare, ma stupendo da vedere
Il comparto tecnico di Ghost of a Tale, invece, si difende davvero bene. Le animazioni dei vari personaggi sono stupende e contribuiscono a caratterizzare sia loro che l’atmosfera fiabesca del titolo. Allo stesso modo, i vari ambienti sono davvero belli, grazie a tanti piccoli dettagli piazzati sapientemente. Purtroppo a distanza ravvicinata si nota la povertà di dettagli delle singole texture, ma nel complesso il gioco è graficamente piacevole.
Il comparto artistico, poi, aggiunge un gran valore all’intera produzione. Personaggi, ambienti e ogni altro aspetto del titolo sembrano curati alla perfezione e disegnati molto bene. Le guardie sono dei ratti neri con occhi rossi e minacciosi, il primo personaggio che incontriamo è una rana scorbutica dalla barba lunghissima e lo stesso protagonsta sembra uscito da una classica fiaba per bambini.
Il comparto sonoro, infine, si conferma eccellente, grazie a musiche ed effetti perfetti per le varie situazioni.
Purtroppo è un vero peccato che tutto questo venga poi affiancato a una componente ludica appena abbozzata, che costituisce una buona base, ma che dovrebbe essere ampliata e migliorata per risultare quantomeno divertente.