Il 4 ottobre 2019 faceva ufficialmente la sua comparsa sul mercato Ghost Recon Breakpoint, videogioco Tripla A prodotto dalla Ubisoft.
Particolarità di questo titolo era il suo essere un Gaas (Game as a Service), tipologia di videogiochi che non ha mai goduto di buona fama nel mercato videoludico moderno.
Fin dal lancio, tuttavia, Ghost Recon Breakpoint venne criticato per molti dei suoi aspetti, ma nessuno di questi commenti negativi fu indirizzato alla tipologia di supporto che Ubisoft aveva intenzione di fornire al titolo.
Molto semplicemente, il TPS (Third Person Shooter) con componenti GDR/Survival, non piacque al pubblico, e non raggiunse la quota di vendita minima prevista dalla casa di produzione.
E’ tuttavia proprio qui che entra in gioco la componente da GaaS di Ghost Recon Breakpoint: per tutto l’anno successivo al suo rilascio sul mercato, la software house francese ha supportato il titolo in ogni suo aspetto, non soltanto aggiungendo un’enorme quantità di contenuti aggiuntivi gratuiti (che comunque erano garantiti a prescindere dalle vendite deludenti), ma correggendo, di volta in volta, tutte le imperfezioni rilevate dagli utenti.
Ad oggi, dunque, Ghost Recon Breakpoint offre un’esperienza completamente diversa, che vale la pena di essere riportata al pubblico, dato anche il prezzo relativamente basso a cui oggi il titolo viene venduto.
Continua a leggere se vuoi scoprire come è cambiato Ghost Recon Breakpoint ad un anno dalla sua uscita.
Prima di tutto, è bene correggere i propri errori…
Potrà sembrare scontato, ma i primissimi accorgimenti presi per Ghost Recon Breakpoint furono, banalmente, una grande quantità di correzioni per la moltitudine di bug che affliggevano il titolo.
L’accoppiata Ubisoft ed Open World non ha certo bisogno di presentazioni, ed a prescindere dall’apprezzamento o meno delle loro opere, non si può negare che ogni loro produzione necessiti di 2/3 mesi di rodaggio, prima di risultare sufficientemente pulita a livello tecnico.
Un videogioco come Ghost Recon Breakpoint, il quale si basa molto sull’ immersività dell’ambientazione, ha di certo goduto ampiamente della pulizia tecnica subita nel corso dell’ultimo anno, la quale lo ha letteralmente trasformato dal punto di vista dell’ ottimizzazione, facendo rendere il titolo ad alti livelli anche sulle console più obsolete.
Difficilmente ora potrai incastrarti in un veicolo durante l’animazione per metterti al volante.
Ma Ubisoft non si è certo fermata qui. Una volta sistemati gli errori nel codice di gioco, la software house ha ben pensato di rivedere tutta l’interfaccia del giocatore.
Un Gameplay complesso come quello di Ghost Recon Breakpoint, risultò, fin da subito, pesantemente limitato da un’interfaccia di gioco poco modificabile ed assai macchinosa.
Oggi la situazione è ben diversa, essendo possibile modificare praticamente ogni aspetto dell’interfaccia: partendo dalla mini-mappa e dagli indicatori di missione, fino ad arrivare agli indicatori d’area per le esplosioni, in Ghost Recon Breakpoint è possibile settare praticamente ogni aspetto (grandezza, posizione, sfondo, colore e visibilità) di qualsiasi icona presente (o NON presente) su schermo.
Starà a te decidere chi, cosa, dove, come e quando vedere qualcosa in più o in meno.
L’ultimo accorgimento degno di nota riguarda una sezione specifica del gameplay, ovvero la ruota degli strumenti.
L’idea di ampliarne gli slot utili può risultare estremamente semplice e banale, fino a scaturire nel ridicolo; eppure è esattamente ciò che è stato fatto, dal momento che la richiesta proveniva da praticamente tutti gli utenti.
Finalmente una borsa degli oggetti degna di essere chiamata tale.
…poi si può aggiungere nuovo materiale. Arrivano i Compagni di Squadra!
Certo, gli accorgimenti che abbiamo appena visto hanno contribuito a migliorare l’esperienza generale del titolo, ma restano comunque delle piccole modifiche in un contesto molto più ampio.
Il piatto forte di ogni Gaas sono, infatti, gli aggiornamenti gratuiti che apportano sempre una ventata di aria fresca al titolo.
Ad oggi, la quantità di contenuti in-game per Ghost Recon Breakpoint è di gran lunga superiore a quella presente nelle prime settimane di uscita del titolo.
Partiamo subito con l’aggiunta più controversa rispetto al gameplay originario del gioco, l’inserimento dei compagni di squadra controllati dalla IA.
Abbiamo già discusso in merito al fatto che tale feature sia stata aggiunta in colpevole ritardo da Ubisoft (QUI il nostro articolo dedicato), ciononostante resta l’implementazione più significativa apportata finora a Ghost Recon Breakpoint.
L’idea originale del titolo doveva essere quella di ritrovarsi isolati dietro le linee nemiche, e costringere i giocatori ad agire da soli era una scelta funzionale all’ immersività nel contesto survival.
Tuttavia la possibilità di affrontare qualsiasi missione del gioco (escluso il Raid) controllando una squadra composta da 4 Ghost non fa altro che dare più varietà al gameplay di Ghost Recon Breakpoint.
Oltre a poter scegliere in qualsiasi momento se usufruire o meno dei compagni di squadra, quest’ultimi sono completamente personalizzabili, sia nell’aspetto estetico che nell’armamentario, dandoci la possibilità di costruire un team specifico per il nostro stile di gioco.
Si chiude in bellezza con la Ghost Experience
Dopo aver fixato bug, corretto errori di game desing, aggiunto Raid multigiocatore, e dopo aver dato la possibilità di giocare in solitario o guidando un team, cos’altro mancava a Ghost Recon Breakpoint?
La risposta a questa domanda è composta da due parole: Ghost Experience.
Rilasciata a marzo 2020 ed aggiornata lo scorso novembre 2020, spiegare la ghost experience è piuttosto facile, dal momento che ha il solo scopo di fornire ai giocatori il controllo totale sul mondo di gioco.
Tramite essa potremmo settare qualsiasi parametro della nostra esperienza in Ghost Recon Breakpoint.
Non solo le impostazioni base, come la saluta ed il danno dei nemici, oppure il tempo e l’area di rilevamento degli stessi; potremmo apportare modifiche che cambieranno radicalmente il nostro approccio al gioco: potremmo scegliere di portare una sola arma primaria, oppure diminuire la quantità di salute recuperabile mentre siamo in azione ,ed ancora, decidere se gli oggetti utili debbano essere infiniti, molti, pochi o inesistenti.
Volendo, potremmo anche decidere di eliminare tutti gli elementi GDR: niente più livelli per le armi ed i nemici, niente più potenziamenti ne tantomeno rarità per gli oggetti. Ogni arma avrà le sue caratteristiche, dovremmo scegliere quella più adatta a noi.
Dulcis in fundo, con le modifiche ambientali potremo decidere chi e cosa incontrare nella mappa di gioco: troppi nemici ? diminuiamo le pattuglie. Pochi alleati? Introduciamo le ronde degli Esclusi. Vuoi dare di nuovo la caccia ai Terminator? Nessuno problema, basta inserirli nel mondo di gioco.
Come dici ? Ti sei perso gli eventi a tempo degli Esclusi e dei Terminator ? Basta riattivarli dal menù della Ghost Experience e potrai affrontare tutte le missioni ed ottenere le ricompense esclusive.
Insomma, tramite la Ghost Experience avremmo la possibilità di piegare il gioco al nostro volere, rendendolo più o meno accessibile a seconda delle nostre preferenze.
La forma finale di Ghost Recon Breakpoint
A conti fatti, sembra essere rimasto poco o nulla della versione originalmente rilasciata di Ghost Recon Breakpoint.
Intendiamoci, l’ anima del titolo è rimasta intatta, ma gli sviluppatori sono riusciti a creare un’esperienza totalmente personalizzabile, capace di adattarsi a praticamente chiunque tenti di approcciarsi al titolo.
Certo, una percentuale di utenti potrà non aver apprezzato il dover attendere per ottenere tutto questo, ma sono i rischi del mestiere di chiunque decida di comprare un Gaas.
In chiusura, rinnovo il mio invito a valutare l’acquisto di Ghost Recon Breakpoint (ma anche a rimetterci mano dopo diversi mesi dall’ultima partita), dal momento che troverete ad attendervi un titolo con ore e ore di contenuti pronti ad essere sviscerati .