Nato grazie a KEMCO, Ghost Sync va a infilarsi nel corposo catalogo di videogiochi di ruolo giapponese che popolano l’eshop Nintendo. La protagonista Lily e le sue magiche creature… saranno riusciti a catturare la nostra attenzione? Scopriamolo insieme nella recensione della versione per Nintendo Switch!
Ghost Sync – retrò ma non troppo
L’opera di KEMCO, a primo impatto, ricorda tantissimi altri JRPG, grazie a un’estetica e a un gameplay retrò eppure… ci sono diverse sorprese inaspettate. Ma procediamo con ordine: la protagonista di Ghost Sync è Lily e il suo scopo è liberare gli spiriti – suoi grandi alleati – e scoprire cosa accidenti sta succedendo al mondo.
Da notare che la nostra eroina ha carattere, non è fragile, parla e soprattutto… non ha perso la memoria. Quindi iniziamo con ben pochi cliché. Lungo il corso dell’avventura, incontreremo diversi personaggi e qui sì, qualcuno faticherà a distanziarsi dalla marea di altri suoi simili già visti altrove… ma se c’è qualcuno che resterà nella memoria è uno stravagante lupo. Questo essere, a differenza dei suoi “compari malvagi”, è posseduto da uno spirito buono – tale Bernard – che Lily (e solo lei) è in grado di vedere.
Il lupo è un personaggio essenziale non solo per la narrativa ma anche per il suo particolare modo di combattere (che approfondiremo a breve). Il cast di protagonisti, quindi, è di tutto rispetto. Funziona, diverte e non ha neanche la solita comicità banalotta spesso infilata inutilmente tra i dialoghi. C’è coerenza e anche se capiteranno momenti in cui il ritmo della storia rallenta… c’è sempre la voglia di scoprire cosa succederà dopo.
Gameplay
Da bravo JRPG retrò, Ghost Syn resta fedele agli standard, proponendo la classica esplorazione con visuale dall’alto e con visuale ancora più dall’alto nel caso di passeggiate nella “macro mappa”. Questo richiama i vecchi Dragon Quest ma Ghost Sync ne risente per originalità e impatto estetico, molto anonimi e in parte ripetitivi. In compenso, quando si scende in battaglia, il gioco prova a dare il meglio di sé. Il sistema di base è classico: a turni. C‘è una barra che prevede le tempistiche, ogni personaggio ha il suo set di mosse e la gestione del proprio team è decisamente intuitiva e comoda.
Prima abbiamo citato che il lupo è un personaggio particolare in battaglia… il motivo è semplice: Bernard lo spirito, può possedere i nemici. Questo potenzia la strategia degli incontri e moltiplica le possibilità di azione. Inoltre, la stessa Lily è in grado di farsi aiutare dagli spiriti e grazie a un set di abilità, i nostri protagonisti possono potenzialmente diventare invincibili. Ghost Sync, infatti, non è un gioco difficile, anzi. Chi cerca la difficoltà dei vecchi JRPG, potrebbe restare delusa. Il grado di sfida c’è ma è facilmente affrontabile (forse troppo) e spesso non è neanche richiesta una strategica complessa. Ma questo non va comunque a inficiare un gameplay comunque divertente e veloce che accompagna una trama gradevole potenziata da un cast accattivante!
Per quanto riguarda l’equipaggiamento, c’è, è poco vario ma può essere potenziato (rendendo i personaggi ancora più potenti). Inoltre, per avere ancora più ricompense, ci sono anche le “missioni di gilde”. Queste sono assolutamente secondarie e risultano una gradevole aggiunta, offrendo qualche piacevole spunto in più nella lore (non molto profonda) del mondo di Lily e soci. Piccola nota, tutta l’avventura è completamente in inglese, senza neanche i sottotitoli in italiano. Niente di complicato ma considerando la mole di contenuti scritti… è bene tenerlo a mente.
Grafica e sonoro
Altro elemento che presta il fianco a osservazioni perplesse, è il mondo di gioco. Come anticipato… questi richiama un po’ altri titoli ma ne perde il confronto. I luoghi sono spesso simili, soprattutto i dungeon, poveri di dettagli (spesso riciclati) e quasi sempre decisamente anonimi.
La grafica si difende comunque ben ma si poteva fare di più, soprattutto considerando l’ottimo lavoro eseguito per gli artwork dei protagonisti (davvero molto curati e piacevoli da vedere). Anche le animazioni durante le battaglie non sono male, considerando la variabilità di azioni che si possono effettuare. La mostropedia poteva osare di più. Sul versante del sonoro, questi si difende abbastanza bene, con alcune tracce davvero ben riuscite e altre decisamente dimenticabili o monotone.