Sviluppato da Derik D.F. in sinergia con Eastasiasoft che ne è anche l’editore, Ghost Teen Escape from Limbo è un platform 2D incentrato unicamente sul gameplay stesso e che presenta 50 sfide dalla difficoltà crescente. Noi abbiamo scoperto l’utilità di diventare un fantasma su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Ghost Teen Escape from Limbo: bloccati nel Limbo
Ghost Teen Escape from Limbo consuma la sua stessa narrativa nel proprio titolo: un bambino che diventa fantasma deve scappare dal Limbo. Tutto qui. Tale bambino, anonimo e privo di voce o testo, è il protagonista unico delle vicende e ha l’inusuale caratteristica di poter morire tre volte prima di ascendere definitivamente con relativo game over.
Per ogni volta che muore, il protagonista si trasforma in un piccolo fantasmino, trasformazione che gli consente di superare i pericoli e oltrepassare determinate strutture o ostacoli. Inoltre, il protagonista è in grado di ritornare alla sua forma umana attraverso dei piccoli “altari”. A conti fatti, tutta la struttura ludica e narrativa è qui: un bambino che muore e rinasce.
Tale possibilità di diventare evanescente o meno è l’unica abilità, oltre al salto classico, che potremo sfruttare per raggiungere l’agognata uscita. Uscita che è il traguardo di ogni area. Lo ricordiamo, sono cinquanta livelli che si susseguono di continuo fino ai titoli di coda e senza alcun intermezzo narrativo. Siamo quindi davanti a un titolo esclusivamente incentrato sul gameplay in stile simile a tanti altri come Slap the Rock di cui puoi recuperare la nostra recensione.
Come diventare un fantasma
Abbiamo già anticipato molto della struttura ludica di Ghost Teen Escape from Limbo ma entriamo ancora più nel dettaglio. Come anticipato, siamo davanti a un platform in 2D in bianco e nero e con aree circoscritte. Così circoscritte che avremo sempre a vista l’intero livello in cui dovremo addentrarci. Livelli fatti prevalentemente da piattaforme mixate con trappole di vario genere.
Tali trappole sono abbastanza classiche e prevedibili e vanno dagli spuntoni a nemici-torrette che sparano proiettili. Inutile dire che basta uno sbaglio per mandare il protagonista al creatore. O meglio, per trasformarlo in fantasma. Qui c’è la novità ludica, l’unica (e neanche troppo innovativa a essere onesti), che propone Ghost Teen Escape from Limbo.
Il protagonista ha tre cuori, ossia tre vite che gli consentono di morire tre volte. Alla terza morte, ti toccherà ricominciare il livello dal principio. In realtà il concetto di “vite” viene in gran parte stravolto perché non è il game over a preoccuparci ma il numero di trasformazioni possibili rimaste. Il motivo è semplice: morire è necessario per progredire nelle aree.
Banalmente, per superare alcune pareti, dovrai morire e trasformarti in un fantasma. Discorso analogo per raggiungere alture impossibili da scalare in forma mortale. Questo perché, una volta morto e trasformato in fantasma, potrai percorrere determinate strutture passandoci attraverso, fluttuare per l’area di gioco e soprattutto essere immune da trappole e nemici.
Questo ci consente quindi di superare ostacoli insormontabili da vivo e concatenare le varie trasformazioni. Per tornare “mortale”, dovrai infatti raggiungere determinate punti di ri-trasformazione. Per raggiungere la fine di ogni area dovrai quindi concatenare le varie azioni, decidendo bene quando morire e dove rinascere ricordando che l’uscita potrai varcarla solo da mortale.
Di difficoltà e ripetitività
Il livello di difficoltà è abbastanza accessibile e ha una curva di difficoltà crescente mai realmente proibitiva. Certo, più andrai avanti e meno errori potrai commettere ma fa parte del gioco che risulta comunque estremamente accessibile e adatto potenzialmente a tutti.
La longevità non è elevata, nonostante i cinquanta livelli a disposizione, e molto è legata alla bravura dell’utente e soprattutto alla sua pazienza e tenacia. Ghost Teen Escape from Limbo soffre infatti di una forte ripetitività di fondo e di un riciclo estetico che può stancare velocemente.
Il titolo ci prova a mutare un po’ le carte in tavola ma alla fine ti ritroverai a fare sempre le stesse cose come cercare una chiave (da raccogliere in forma umana) per aprire una porta che condurrà all’uscita (da varcare sempre in forma umana). In mezzo, ci saranno trappole da evitare o contro cui finire volontariamente per trasformarti in fantasma, nemici tutti uguali e le classiche casse da spostare (in forma umana) contro gli altrettanto classici pulsanti.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Ghost Teen Escape from Limbo offre il minimo indispensabile. Parliamo di una pixel art dall’animazione buona ma semplice e molto minimal. Come è minimal tutto ciò che vedrai nei 50 livelli di gioco. Livelli che non si distinguono se non per la composizione di piattaforme e trappole (tutte esteticamente uguali). C’è quindi una ripetizione costante di tutti gli elementi limitandosi a mutarne solo il collocamento.
Anche il sonoro tende a ripetersi brutalmente, danneggiando una sound track comunque inizialmente orecchiabile e gradevole. Ghost Teen Escape from Limbo include anche i sottotitoli in lingua italiana ma la mole di testo a schermo è quasi nulla. Infine, il titolo si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo di cui consigliamo quella portatile per ovviare alla pochezza estetica e per la natura stessa del titolo che si sposa bene al mondo portatile.