L’era videoludica degli anni 80 si è distinta non solo per aver portato sulla piazza dei generi completamente nuovi ma soprattutto per l’elevata difficoltà che molti titoli possedevano all’epoca, uno di questi era proprio Ghost’n Goblins, dove il giocatore impersonava un cavaliere che doveva attraversare i vari livelli della mappa di gioco salvando la sua amata e tornando indietro, completando il percorso stabilito quindi due volte, il tutto condito ovviamente da mostri, potenziamenti vari e due possibilità di essere colpiti prima di passare a miglior vita. Ma facciamo un passo indietro…
Ghost’n Goblins DJ?
Molti generalizzano erroneamente la musica elettronica come “rumore commerciale” e Disk Joker come “persone che semplicemente suonano un set direttamente dai loro laptop”. Quello che potresti non sapere è che anche all’interno del circolo della musica elettronica ci sono molti DJ e produttori che disprezzano questi topper più ordinari, scritti da fantasmi e senz’anima. Alcune persone decidono di combattere la buona battaglia pubblicando album stimolanti e acclamati. Altre come la dott.ssa Kucho hanno deciso di esprimere il loro disprezzo per questi “mal di testa” con un videogioco. Ecco come è nato Ghosts’n DJs.
Un colpo molto sottile alla musica di Steve Aoki…
Per coloro che non lo sanno il Dr. Kucho è un vero produttore di DJ e musica che ha pubblicato innumerevoli brani presenti in tutta Europa, stiamo parlando di un individuo che si è esibito a Tomorrowland e Ibiza innumerevoli volte.
Sviluppato da Dr. Kucho! Games Ghosts’n DJs non evita il fatto che si tratta fondamentalmente di una nuova mano di paiting sui classici loop e controlli di gioco del già citato in precedenza Ghosts ’n Goblin. Il modo in cui il personaggio si muove, attacca, raccoglie potenziamenti e salta è identico al classico titolo arcade di Capcom. Sfortunatamente il gioco confonde le limitazioni hardware e gli ostacoli di progettazione come se fossero caratteristiche nostalgiche. I salti sono una meccanica di cui potevamo fare sicuramente a meno, dato che non consentono di cambiare direzione mentre si è in onda.
La prima cosa che differenzia il gioco da quello per NES e compagnia bella è che sarà possibile selezionare la difficoltà per quanto la quantità di livelli sia ridotta veramente all’osso e una barra della salute che ci consterà di subire colpi per 4 volte prima di morire.
Infine, e questo è importante, il rilevamento delle collisioni non è così terribile come quello presente nei Ghosts ‘n Goblin originali. Ciò rende il titolo un piccolo arcade divertente da giocare in rapide partite poiché non avrai bisogno di più di mezz’ora per completare un’intera sessione, che varierà a seconda della difficoltà e dell’abilità del giocatore di turno.
Facciamo fuori i DJ!
Ciò che rende interessante Ghosts’n DJs non è certamente il gameplay, ma la sua ambientazione, la resa grafica e la colonna sonora sono ciò che lo distinguono dal resto degli altri cloni del genere. Nel gioco controlleremo lo stesso Kucho uccidendo orde di nemici basati su David Guetta, Steve Aoki, Pitbull e Paris Hilton (adorabilmente chiamata “Paris Sheraton”, qui). Cominceremo avendo come unica arma dei mixtape che useremo come proiettili evolvendoli successivamente raccogliendo i vari bauli sparsi per la mappa in chiavette USB, CD e dischi in vinile, fino a quando non acquisiremo il potenziamento finale che ci trasformerà in Deadmau5, consentendoci di sparare dei gatti con i colori dell’arcobaleno. Sì Ghosts’n DJs è anche questo.
Il pregio più grande di questo titolo è sicuramente la colonna sonora, d’altronde era abbastanza scontato visto che a produrre il gioco è stato proprio un DJ. Quando sceglieremo di giocare con le melodie di Deadmau5 riprodotte sul retro, sentiremo l’incastro perfetto quando tonnellate di demoni volanti con la faccia di Steve Aoki ci inseguiranno e cercheranno di ucciderci.
Ghosts’n DJs non presenta buoni controlli e il suo messaggio contro i DJ “di plastica” a volte può essere infantile, ma allo stesso tempo molto divertente in brevi sessioni, soprattutto perché non è affatto esasperante come Ghosts ‘n Goblins.