Quello delle visual novel è un genere molto particolare che, essendo ancora meno interattivo delle avventure di software house come Quantic Dream, risulta poco popolare alle nostre latitudini ma apprezzato dai giocatori orientali.
Abbastanza spesso, forse anche per compensare la loro totale staticità, le visual novel hanno una connotazione fortemente erotica, che sconfina tal volta nel porno vero e proprio.
Come probabilmente saprai, Nintendo che da sempre ha avuto a riguardo una politica family friendly, con Switch ha aperto notevolmente il mercato tanto ai titoli indie quanto a quelli pensati specificatamente per gli adulti. Ed è così che ci troviamo a recensire giochi come appunto Giant Wishes, che appartiene più specificatamente al genere hentai.
Una storia in di… venire
Protagonista della storia è Runi, una giovane esperta di botanica che viene maltrattata dai suoi compaesani (specialmente uomini) proprio per il suo essere donna e che decide di cercare la temibile gigantessa che si aggira nei paraggi, Lady Blerog.
Lo scopo della procace ragazza è duplice: da un lato diventare protetta della donna, così da essere presa sul serio e temuta dagli uomini e allo stesso tempo, visto che la gigantessa ha dei problemi con il proprio giardino, guadagnare magari qualcosa in cambio del proprio expertise.
Lady Blerog non è però esattamente amichevole e una volta scoperta Runi nelle stanze del proprio castello, l’avventura è vicina a finire prima ancora di iniziare.
Sono proprio le abilità con le piante a salvare Runi, che inizierà a diventare prima una sorta di cucciolo per Lady Blerog, poi qualcosa di diverso. E’ così che, con il trascorrere delle settimane, a Runi viene offerta la possibilità di diventare a sua volta un gigante, grazie ad alcune piante speciali coltivate dalla sua ospite.
E’ così che Runi cresce, a partire dal seno, e con lei crescono anche gli appetiti sessuali che connotano i giganti: per cui Lady Blerog diventerà anche una sorta di docente di sessualità per Runi, che prenderà il vizio di usare gli uomini che incontra come….dildo umani!!
Il tutto sfocerà in una storia abbastanza ingessata che però prevede dei finali multipli a seconda di come gestiremo le scelte a nostra disposizione.
Gameplay di Giant Wishes
Visto il genere cui appartiene, Giant Wishes ha un gameplay ridotto all’osso, con poche scelte da effettuare, la possibilità di avanzare relativamente veloce i dialoghi o tornare indietro e fare qualche foto (immaginiamo come e quando….)
A questo si aggiunge una galleria in cui vengono salvate alcune foto automaticamente; da consultare nel caso in cui non avessimo le mani libere per fare screenshot….
Il tutto dura una manciata di ore, non sempre veloci da trascorrere alle prese con dialoghi su dialoghi (non tradotti), la cui rigiocabilità è data solo dalla nostra voglia di sbloccare finali e immagini della galleria.
Segnali di Stile
Anche in questo caso non c’è granchè da aspettarci: il gioco è una successione di schermate praticamente statiche. Il design dei personaggi è gradevole e pesca a piene mani dal genere a cui appartiene, tuttavia si poteva fare di meglio. Ah, e non farti illusioni, quello che deve essere censurato viene sempre coperto in un modo o nell’altro.
Anche la musica non brilla particolarmente, pur essendo praticamente l’unico suono che sentiremo nel gioco.