Benvenuto al mio primo crossover tra due rubriche! Settimana scorsa, infatti, abbiamo chiuso l’argomento relativo alla saga di Warlords, parlando dello spin-off Warlords Battlecry. Nel cercare un nuovo argomento di cui parlare, mi sono accorto che con l’altra mia rubrica, Mai Abbastanza JRPG, mi ero segnato di trattare Fire Emblem. Beh, quale fortuita coincidenza visto che questo è probabilmente uno dei jrpg tattici più importanti di sempre ed un vero e proprio TBT (Turn-Based Tactics), cosa che lo rende l’argomento perfetto per l’articolo di oggi.
Che cosa è Fire Emblem?
Come detto poco fa, Fire Emblem è una serie di jrpg tattici, fieri esponenti del genere TBT tra i giochi di strategia. Da molti giocatori e studiosi questa serie è in realtà considerata come la più importante di entrambi i generi visto che ha contribuito (e neanche poco) a definirli, introducendo elementi di gameplay che sono usati ancora oggi. In modo simile ad altre saghe di jrpg, i vari Fire Emblem raramente condividono lo stesso mondo di gioco mentre più spesso sono presenti piccoli elementi di storia condivisa e lore. Ogni gioco ha un’ambientazione medievale/rinascimentale e la trama ruota intorno ad un “Emblema di Fuoco.” Quasi ogni Fire Emblem può tuttavia essere giocato per primo senza doversi preoccupare di quanto avvenuto nei giochi precedenti.
Il gameplay invece resta spesso ricorrente, pur presentando alcune variazioni di volta in volta. Dai giochi di strategia Fire Emblem prende la gestione degli scontri e delle risorse. Le battaglia si svolgono su una mappa quadrettata (anche se la griglia non è visibile) dove abbiamo la possibilità di muovere le nostre unità per attaccare gli avversari (scontri che si risolvono automaticamente in base alle statistiche), conquistare città e così via. Tali unità sono però, a tutti gli effetti, dei personaggi unici che vengono gestiti come fossero membri di un mega-party di un jrpg. Inoltre, sempre dai giochi di ruolo, Fire Emblem prende la possibilità di visitare villaggi/dungeon/luoghi per ottenere nuovi oggetti/capacità.
L’attenzione riservata ai vari personaggi è una delle caratteristiche che hanno permesso a Fire Emblem di ottenere un grande successo. Ogni singolo personaggio ha spesso una propria caratterizzazione molto profonda che può essere ulteriormente espansa in vari dialoghi opzionali. C’é molta attenzione anche tra i rapporti tra i vari personaggi visto che molti giochi di Fire Emblem prevedono eventuali potenti mosse di coppia o la possibilità di giocare con i figli di alcuni personaggi. Altri fattori spesso presenti nella serie sono: la morte permanente dei personaggi che, se caduti, non possono essere recuperati in nessun modo; il fatto che le armi si consumino via via che vengono usate e devono essere riparate e il triangolo delle armi per cui la spada batte l’ascia che batte la lancia che batte la spada.
La saga di Fire Emblem venne creata da Shouzou Kaga che rimase alla guida dei giochi fino al 1999, quando lasciò Nintendo e Intelligent Systems (lo studio che ha ancora oggi i diritti della serie) per fondare un proprio studio. In quegli anni Fire Emblem navigava in cattivissime acque e la serie non era mai sbarcata in occidente. Nel 2001, però, uscì Super Smash Bros. Melee che nel proprio roster aveva Marth e Roy. Questi due personaggi divennero popolarissimi a livello internazionale e non solo dettero nuova linfa vitale alla saga (che prosegue ancora oggi), ma spinse Nintendo ad esportarla anche in occidente (visto anche il successo dei vari Advance Wars che, di base, avevano lo stesso gameplay). Fu così che il nuovo Fire Emblem, The Blazing Blade, venne reso disponibile in tutto il mondo nel 2003 e, da allora, raramente i capitoli di questa saga sono stati esclusive giapponesi (c’é una sola triste eccezione).
La saga più lunga di Fire Emblem
Attualmente esistono 13 giochi di Fire Emblem, a cui vanno aggiunti tre remake espansi. In generale, la maggior parte di questi titoli sono scollegati gli uni dagli altri, ma ne esistono 7 che possiamo considerare connessi in modo più o meno forte. La presenza di riferimenti storici e cammeo porta a pensare che questi 7 Fire Emblem si svolgono nello stesso mondo. Vediamo quali sono.
Shadow Dragon and the Blade of Light (1990/2008)
Il primo gioco ufficiale della serie uscì per NES nel 1990. Fire Emblem: Shadow Dragon & the Blade of Light già conteneva alcune caratteristiche divenute poi famose, tra cui un gameplay che univa elementi tipici dei TBT con quelli dei jrpg ed il fatto che i personaggi morti non tornassero in vita. La storia è ambientata in Archanea e segue le vicende di Marth, principe di Altea, mentre cerca di unire i regni contro il malvagio stregone Gharnef e il suo oscuro padrone, il Drago d’Ombra Medeus.
Il 4 Dicembre 2020 (tra pochi giorni), questa versione originale arriverà finalmente in occidente su Nintendo Switch. Nel frattempo, però, possiamo giocare a Fire Emblem: Shadow Dragon, uscito nel 2008 per Nintendo DS. Questo altri non era che un remake ampliato che rendeva il titolo più simile a quello che Fire Emblem era diventato nel corso degli anni, introducendo, per esempio, il triangolo delle armi, un nuovo sistema di cambio delle classi, la possibilità di giocare online e molto altro. Come giocarlo: in attesa dell’adattamento per Nintendo Switch, la versione per Nintendo DS è decisamente divertente.
Gaiden / Echoes: Shadows of Valentia (1992/2017)
Il “seguito”, sempre per NES, del primo Fire Emblem si propone più che altro come uno spin-off. Lo stesso titolo in effetti indica questo scopo (Gaiden in giapponese indica una storia secondaria). Pur mantenendo molte delle caratteristiche di gameplay del predecessore, Fire Emblem Gaiden introduce alcuni elementi e cerca di correggere alcune delle critiche che erano state fatte al primo gioco. La storia stavolta è ambientata nel continente di Valentia, un luogo dilaniato da un conflitto politico che coinvolge due vecchi amici d’infanzia: Celica e Alm.
La cosa interessante è che, a fasi alterne, il giocatore guiderà ora Celica, ora Alm, con le due squadre che si (re)incontreranno solo alla fine della storia. Gaiden è comunque connesso a Shadow Dragon grazie alla presenza di alcuni specifici personaggi. Nel 2017 è uscito Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia per Nintendo 3DS, un remake espanso di questo gioco che, tra le altre cose, approfondisce la storia e trasferisce tutto su una meravigliosa grafica 3D, già usata per Awakening e Fates. Come giocarlo: Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia è recente e decisamente consigliato.
Mystery of the Emblem (1994/2010)
Il terzo Fire Emblem, Mystery of the Emblem, è un seguito diretto di Shadow Dragon, di cui ne prosegue la storia. Uscito inizialmente per Super Nintendo nel 1994, migliorava completamente il gameplay dell’originale, aggiungendo molte caratteristiche tipiche della serie e abbandonando parte delle novità introdotte da Gaiden. La storia vede Marth opporsi al nuovo Re di Archanea, il suo vecchio alleato Hardin, che sembra aver completamente perso il senno e si sta trasformando in un tiranno. Nel 1997 è uscita un’espansione episodica per Satellaview chiamata BS Fire Emblem. Nel 2010 è uscito un remake espanso per Nintendo DS, New Mystery of the Emblem, che riprendeva lo stile grafico di Shadow Dragon e aggiungeva al titolo anche una conversione delle missioni presenti in BS Fire Emblem.
Purtroppo, le scarse vendite del precedente remake per Nintendo DS, spinsero Nintendo a non distribuire New Mystery of the Emblem al di fuori del Giappone (l’unico Fire Emblem ad aver subito questa sorte negli anni 2000). Tuttavia esistono molte traduzioni amatoriali del gioco realizzate dalla community. Come giocarlo: l’unico modo è recuperare l’originale per NES o DS e trovare un modo per inserire una delle traduzioni amatoriali.
Genealogy of the Holy War (1996)
Il secondo Fire Emblem uscito per Super Nintendo ed il quarto in totale, Genealogy of the Holy War, è uno dei più fondamentali ed è davvero strano che non solo non sia mai arrivato in occidente, ma non è neanche mai stato preso in considerazione per un remake. Per la prima volta appare sia il triangolo delle armi che la possibilità per un’unità di fornire supporto ad un’altra, due elementi ricorrenti di Fire Emblem. Inoltre, per la prima volta la storia si articola su due generazioni diverse.
La storia è ambientata in nuovo continente, Jugdral, diviso in 8 nazioni fondate dai 12 Crociati, un gruppo di soldati che pose fine al regno del drago Loptyr. Ora, però, il culto di Loptyr sta tornando a tormentare il continente e starà al principe Sigurd fermarlo. Nonostante non ci siano collegamenti diretti, la presenza ricorrente di alcuni elementi di lore porta a posizionarlo nel passato remoto di Shadow Dragon. Come giocarlo: l’unica è recuperare l’originale, ma anche di questo esistono molte traduzioni amatoriali.
Thracia 776 (1999)
Il terzo e ultimo Fire Emblem per Super Nintendo, Thracia 776, è un sequel/spin-off di Genealogy of the Holy War. Questo infatti si piazza nel periodo temporale tra la prima e la seconda generazione del precedente titolo. La storia segue Leif e i suoi alleati radunare un’armata privata per sconfiggere l’Impero di Grannvale e ripristinare il regno perduto di Thracia. Di base il gameplay è il solito e l’unica novità è il fatto che quando un’unità compie un’azione, perde energia per effetto della fatica. Una caratteristica che rende il gioco difficilissimo, che è stata davvero odiata dai fan e che è stata prontamente tolta dai successivi giochi della saga. Thracia 776 non ebbe molto successo e quasi portò alla completa cancellazione di Fire Emblem. Come giocarlo: vale quanto detto per Genealogy of the Holy War.
Awakenings (2012)
Come abbiamo detto in precedenza e come vedremo dopo, la serie di Fire Emblem tornò a macinare successi dopo il 2001, ma visitando nuovi mondi e senza alcun riferimento ai primi cinque giochi. Nel 2012 però i tempi erano maturi, grazie anche al discreto successo di Shadow Dragon e New Mystery of the Emblem, e fu così che il successivo Fire Emblem per Nintendo 3DS, Awakenings, torna a citare gli eventi dei predecessori anche se la storia è ambientata 2000 anni dopo Shadow Dragon e Gaiden. Awakenings è anche il primo Fire Emblem ad usare una grafica super-deformed 3D ed è attualmente considerato uno dei migliori capitoli di tutta la saga. In esso la storia segue le vicende del Principe di Ylisse, Chrom, della sua armata, i pastori, e di una misteriosa figura (l’avatar del giocatore) che non ricorda il suo passato, Robin. Come giocarlo: nonostante sia abbastanza vecchio, il successo del titolo fa sì che sia ancora facile da reperire.
Fates (2015)
Il secondo e ultimo Fire Emblem per Nintendo 3DS (se non contiamo come tale Fire Emblem Echoes) è Fire Emblem Fates, un titolo sicuramente noto perché ben capace di tenere testa al suo predecessore come successo commerciale e qualità di gioco. La grafica è pari pari quella di Awakenings, così come molti elementi di gameplay, ma la storia è stavolta molto più articolata. Il giocatore assumerà l’identità di un avatar chiamato Corrin e dovrà scegliere da che parte stare in una guerra che sembra andare avanti da sempre tra il Regno di Hoshido e quello di Nohr. La cosa interessante è che la fazione sarà determinata dal gioco acquistato, Fates infatti è uscito in due versioni: Retaggio e Conquista (in puro stile Pokemon). Tuttavia sono necessarie entrambe per sbloccare una terza versione, Rivelazione, in cui Corrin unirà i due regni contro il vero antagonista del gioco. Insomma, dispendioso, ma anche dannatamente epico. Il gioco è connesso ad Awakenings dalla presenza di alcuni personaggi. Come giocarlo: Retaggio si trova ancora bene nei negozi mentre Conquista si può acquistare dallo shop virtuale del Nintendo 3DS (e se si ha Retaggio installato, costa molto, molto meno del solito). Una volta finiti entrambi, si può anche installare gratuitamente Rivelazione.
Gli altri giochi di Fire Emblem
Se usi la matematica, vedrai bene che 13 meno 7 fa 6. Quando infatti la serie ricevette nuova attenzione nel 2001, si decise di sfruttare questa nuova popolarità senza fare riferimento ai titoli passati, così da evitare inutili complessità. Quattro di questi Fire Emblem sono accoppiati a due a due tra di loro mentre gli ultimi due giochi sono puri stand-alone.
The Binding Blade (2002)
L’ultimo Fire Emblem uscito esclusivamente in Giappone, The Binding Blade, è anche il primo gioco della saga per Game Boy Advance, anche se inizialmente era nato come gioco per Nintendo 64 sotto il titolo di Fire Emblem: Maiden of Darkness. La storia è ambientata nel continente di Elibe e segue le vicende del nobile Roy mentre cerca di opporsi alle mire di conquista del malvagio Re Zephiel del regno di Bern. Roy appare in Super Smash Bros Melee proprio per promuovere The Binding Blade, un compito che è riuscito a svolgere con successo anche se il gioco non venne mai distribuito in occidente (al contrario del prequel, per altro). Il gameplay e la grafica ricordano tantissimo Shadow Dragon per Nintendo DS. Come giocarlo: l’unico modo è recuperare l’originale e installare una delle molte traduzioni amatoriali esistenti.
The Blazing Blade (2003)
Il secondo Fire Emblem per Game Boy Advance, The Blazing Blade, fu anche il primo a raggiungere l’occidente. Dietro a tale decisione ci furono vari fattori che, in parte, abbiamo già elencato. Nintendo temeva infatti che la saga di Fire Emblem fosse troppo difficile e particolare per il pubblico occidentale, ma, nonostante ciò, i titoli erano riusciti a costruirsi una propria fan-base e c’era una fiorente community che a gran voce richiedeva delle conversioni ufficiali, soprattutto dopo l’apparizione di Marth e Roy in Super Smash Bros. La storia di The Blazing Blade è un prequel di The Binding Blade ed è sempre ambientata su Elibe, ma segue le vicende di Lyn, Eliwood ed Hector mentre sono alla ricerca del padre scomparso del secondo. La grafica ed il gameplay sono praticamente identici al predecessore. Come giocarlo: devi recuperare l’originale che però, se non altro, è stato distribuito in tutto il mondo.
The Sacred Stones (2004)
Il terzo e ultimo Fire Emblem per Game Boy Advance, The Sacred Stones, è anche quello che viene più spesso dimenticato, oltre ad essere il primo titolo della saga a non contenere collegamenti ad altri giochi della stessa. The Sacred Stones è ambientato nel continente di Magvel che è diviso in 5 nazioni. Una di queste ha una pietra magica in cui è imprigionato un antico demone. La storia segue le vicende di Erika e Ephraim della famiglia reale di Renais mentre cercano di opporsi all’Impero di Grado che ha iniziato a conquistare le altre nazioni per rubare e rompere le pietre. Il gioco ha praticamente lo stesso gameplay e la stessa grafica di The Blazing Blade e contiene ben poche innovazioni. Come giocarlo: devi recuperare l’originale anche qui.
Path of Radiance (2005)
Dato il notevole successo dei tre Fire Emblem per Game Boy Advance, Intelligent Systems decise che i tempi erano maturi per tornare sulle console di casa e nel 2005 uscì un nuovo Fire Emblem per GameCube, Path of Radiance. Questo è il primo gioco della serie ad offrire una grafica completamente 3D, intermezzi animati in full-motion video e, soprattutto, un doppiaggio completo dei dialoghi. La storia si svolge nel continente di Tellius, abitato dagli umanoidi Beorc e i mutaforma Laguz, e ci vede prendere i comandi del mercenario Ike e della sua compagnia nel tentativo di liberare il regno di Crimea dalla crudele presa dei conquistatori provenienti dalla nazione Beorc di Daein. Come giocarlo: va recuperato l’originale
Radiant Dawn (2007)
Path of Radiance divenne velocemente uno dei titoli più di successo per GameCube e così non stupì nessuno quando Intelligent Systems annunciò un nuovo Fire Emblem per la Wii, ovvero Radiant Dawn. Questo in realtà aggiunge ben poco al predecessore in termini di gameplay e si limita ad affinarne la fluidità e la resa grafica complessiva. La storia segue direttamente quella di Path of Radiance ed ha luogo nella nazione di Daein che è ora dilaniata dalla guerra e segue le vicende di Micaiah e dei suoi alleati, la Brigata dell’Alba, mentre cercano di ribellarsi contro l’esercito di Begnion che sta occupando le terre. La cosa interessante è che le vicende sono divise in 4 parti, ognuna delle quali viene giocata dal punto di vista di una differente fazione di Tellius. Come giocarlo: indovina un po’? Esatto.
Three Houses (2019)
L’ultimo Fire Emblem uscito in ordine cronologico è Three Houses per Nintendo Switch ed è anche il primo titolo della serie ufficiale ad essere sviluppato in collaborazione con Koei Tecmo. Questo è il secondo Fire Emblem completamente standalone visto che è ambientato nel continente di Fòdlan che è diviso tra tre superpotenze che hanno però, nel punto di incontro dei loro territori, un monastero ed un’accademia marziale. Il giocatore, nei panni di un ex-mercenario, Byleth, e di un nuovo professore dell’accademia, dovrà scegliere una fazione per affrontare gli eventi del gioco che, in stile Genealogy of the Holy War, comprendono anche un time-skip generazionale. Se il gameplay di base è sempre lo stesso, Three Houses espande enormemente le interazioni tra i personaggi andando a simulare quasi completamente la vita degli studenti dell’accademia e puntando molto sulle interazioni sociali. E’ considerato una piccola perla ed un titolo da provare assolutamente per chi possiede Nintendo Switch. Come giocarlo: devi prendere l’originale, ma dai, è decisamente recente.
Spin-Off di Fire Emblem
Considerando che ognuno dei 13 titoli della saga principale avevano una marea di personaggi, possiamo dire che il cast complessivo dell’intera saga è davvero abnorme e molti dei personaggi si sono conquistati un posto nel cuore dei fan della saga. Nonostante ciò, esistono solo tre giochi crossover che hanno i personaggi di Fire Emblem come protagonisti.
Tokyo Mirage Sessions #FE (2015)
Questo è il primo e unico vero e proprio crossover esterno di Fire Emblem e lo vede ibridarsi con niente meno che la saga di Shin Megami Tensei (soprattutto nella versione Persona). In realtà i personaggi di Fire Emblem sono giusto una dozzina e appaiono più come cameo che come altro, il gioco in sé può essere tranquillamente considerato un tipico jrpg della saga Megami Tensei. Uscito inizialmente per Wii U, a Gennaio di quest’anno ne è uscita una versione espanda per Nintendo Switch, Tokyo Mirage Session #FE Encore. A mio parere un’occasione sprecata. Come giocarlo: quest’ultima versione si trova ancora abbastanza bene.
Fire Emblem Heroes (2017)
Nel 2017 escono non uno, ma ben due giochi della saga Fire Emblem che, però, sono dei veri e propri crossover tra i vari titoli principali, visto che presentano un cast di personaggi scelti da ogni Fire Emblem. Il primo è Fire Emblem Heroes, uscito tre anni fa per sistemi mobile. Il gameplay è molto semplificato, ma anche molto fedele all’originale e coinvolgente, soprattutto per i fan della saga. Il roster dei personaggi è abnorme e contiene anche alcuni personaggi originali così come delle variazioni di personaggi più famosi. Come se non bastasse, è dotato anche di una storia originale che si svolge su vari archi narrativi in continuo aggiornamento, per quanto questa sia molto semplice e banale. Occupa ancora oggi una buona dose di spazio nel mio cellulare. Come giocarlo: lo trovi nell’app per gli acquisti del tuo sistema mobile, sappi che è un free-to-play.
Fire Emblem Warriors (2017)
L’altro crossover di Fire Emblem uscito nel 2017 è anche la prima collaborazione tra Intelligent Systems e Koei Tecmo, ovvero Fire Emblem Warriors per Nintendo Switch e New Nintendo 3DS. Come suggerisce il titolo, questo gioco fonde l’enorme cast della saga di Fire Emblem con le meccaniche di gameplay tipiche dei giochi musou come Dynasty Warriors, mischiando il tutto con una nuova storia ed una coppia di personaggi originali. Decisamente meno ispirato di Fire Emblem Heroes, ha ricevuto critiche anche dagli amanti dei musou per via della scarsa selezione nel roster che presenta quasi esclusivamente personaggi di Fates, Awakenings e Shadow Dragon. Un po’ poco considerando le effettive potenzialità ed aspettative di una simile collaborazione. Come giocarlo: è un titolo abbastanza recente.
non conoscevo questa saga e mi ha piuttosto incuriosito devo provarla al più presto
Sono felice allora di averti aiutato a scoprirla. Se ti piace il genere, vedrai che non te ne pentirai, soprattutto perché gli ultimi capitoli usciti sono tutti qualitativamente molto godibili.
Io, al momento, sto giocando a FE:TH con mio fratellastro. CI vediamo 1/2 volte a settimana, e siamo a circa 35 ore di gioco. Ho ovviamente optato per i Blue Eagles.
Che spettacolo. Purtroppo a me il Three Houses è l’unico che ancora manca perché non ho ancora acquistato la Switch… mannaggia. Devo assolutamente rimediare al più presto.