Bentornato su Giochi di Strategia, la rubrica di iCrewPlay dedicata a questo particolare genere di videogiochi. In occasione dell’uscita, sempre più vicina, di Age of Empires IV abbiamo deciso un po’ di giorni fa di iniziare a ripercorrere l’intera saga di questo famosissimo RTS, non il primo gioco di questo tipo mai creato, ma sicuramente uno di quelli che ha scolpito il genere dotandolo di caratteristiche tipiche che sono ora quasi date per scontate.
Oggi arriviamo infine alla conclusione del nostro (lungo) viaggio e lo facciamo parlando dei molti spin-off della saga di Age of Empires. In realtà uno di questi, Star Wars Galactic Battlegrounds, lo abbiamo visto una settimana fa, approfittando del fatto che era il 4 maggio 2021. Ora però tocca assistere al triste declino che accompagnerà Age of Empires dopo l’uscita del 3° titolo principale. L’era d’oro degli RTS era infatti ormai conclusa e, nella disperata ricerca di un metodo per mantenere/riportare in vita questa saga, Microsoft tenterà ogni soluzione possibile ed immaginabile, con risultati discutibili (tranne un paio di casi). Un’epoca oscura che si spera terminerà con l’imminente arrivo di Age of Empires IV, un titolo che, pur essendosi fatto aspettare un bel po’ (venne annunciato nel 2017) e non apparendo perfetto, promette di riportare la giusta gloria a questa saga.
Age of Empires su Nintendo DS
Il primo tentativo di far sopravvivere la saga in un’era in cui gli RTS non trovavano il consenso del pubblico, fu quello di mantenerne lo spirito, trasformandola in tutt’altro. In quegli anni, infatti, il genere dei giochi strategici era in grande crisi, ma c’era un’eccezione incredibile: Advance Wars (una saga di cui prima o poi dovrò parlare). Questi era un TBS, ovvero un gioco di strategia a turni, dalla grafica molto colorata e sopra le righe che era tanto intuitivo e semplice da giocare, quanto complesso da padroneggiare al 100%. Perfetto per essere giocato su una console portatile. Perché non provare a creare una cosa simile su Nintendo DS?
Age of Empires: The Age of Kings (2006)
Il 1° TBS della saga di Age of Empires uscì quindi per Nintendo DS nel 2006 grazie al lavoro dei Backbone Entertainment. Piuttosto che ispirarsi al recente Age of Empires III, questo guarda al capitolo di più successo della saga, ovvero Age of Empires II. Da qui il titolo ambiguo, visto che Age of Kings è il sottotitolo originale e tra i due ci passa semplicemente un “The.” Il gameplay, pur essendo strutturato su turni, è il solito e presenta giusto qualche novità minore. Le epoche sono sempre quattro mentre le civiltà sono solo 5 (giapponesi, saraceni, mongoli, franchi e britanni), ognuna rappresentata da uno specifico eroe e da una propria serie di missioni nella campagna singolo giocatore (la cosa buffa è che la campagna di Giovanna d’Arco qui è il tutorial).
The Age of Kings è diventato tristemente famoso soprattutto per la valanga di problemi tecnici che presentava che portavano a freeze, corruzione dei dati o persino la rottura definitiva della cartuccia. I problemi non vennero mai del tutto risolti e addirittura Majesco, i distributori del gioco, iniziarono ad inserire un foglio di carta nelle scatole del gioco che avvertivano del rischio e fornivano dei consigli per evitare il peggio. D’altronde quelli erano gli anni dei giochi con grossi problemi (chi ha giocato Prince Of Persia: Spirito Guerriero e Soul Calibur 3, sa di cosa parlo). Nonostante ciò, se dovessi consigliarti di giocare un solo titolo di cui parliamo oggi, ti direi a mani basse questo visto che è quello che più di tutti rispetta lo spirito della saga originale.
Age of Empires: Mythologies (2009)
La buona risposta commerciale a The Age of Kings, spinse a produrre un sequel, ovvero Age of Empires: Mythologies. Come si può intuire dal titolo questo è un adattamento TBS di Age of Mythology e presenta praticamente gli stessi elementi di gameplay, per quanto enormemente semplificati e, in alcuni contesti, banalizzati (il fatto che Ade non abbia accesso al Passaggio nell’Aldilà mentre Poseidone si, mi ha sempre lasciato perplesso). Da segnalare che, nonostante il nome dello studio di sviluppo in copertina sia diverso, questo è in realtà sempre lo stesso visto che nel corso di quegli anni i Backbone Entertainment divennero Foundation 9 Entertainment, di cui Griptonite Games è una sussidiaria. Nonostante ciò, Age of Mythologies è un titolo decisamente inferiore al suo predecessore come qualità e di cui sconsiglio onestamente l’acquisto.
I Free-To-Play di Age of Empires
Purtroppo il declino dei giochi di strategia era solo al principio e Advance Wars e i TBS su Nintendo DS si rivelarono una semplice eccezione. Un fuoco di paglia che presto tornò a spegnersi nel momento in cui le console portatili iniziarono a poter far girare titoli più immediati ed al passo con i gusti dei tempi. Rimasta ancora una volta orfana di una possibile fetta di mercato, Microsoft si rimise in cerca di un approdo per Age of Empires, andando a trovarlo nel fiorente settore in crescita dei free-to-play. Molti di questi, infatti, avevano non pochi elementi in comune con i vecchi RTS e avrebbero garantito una transizione che non avrebbe tradito lo spirito originale dell’opera.
Age of Empires Online (2011)
Fu così che nel 2011 venne annunciato in pompa magna Age of Empires Online. Il progetto era indubbiamente ambizioso e promettente, ma si iniziarono subito a mostrare le prime crepe quando i primi sviluppatori, Robot Entertainment, alzarono bandiera bianca e passarono la palla Gas Powered Games. In ogni caso il progetto venne portato a termine e si rivelò fedele alle dichiarazioni originali: Age of Empires Online ha tutti gli elementi tipici della saga, per quanto molto semplificati (alla fine si avranno solo 7 civiltà, per quanto molto caratterizzate ed uniche). Ci sono persino le campagne giocatore singolo, mascherate sotto forma di quest, ma molto simili ai vecchi scenari, per quanto il focus del gioco sia tutto ovviamente sulla gestione della propria città e sul PvP.
Se però a livello tecnico Age of Empires era un gioco indubbiamente maestoso e degno di nota, purtroppo guardando l’insieme del prodotto questo soffriva di un difetto non da poco: era enormemente costoso per gli sviluppatori e, di conseguenza, lo divenne anche per i giocatori. Le micro-transazioni non erano presenti solo in modo massiccio, ma davano anche accesso a contenuti premium che non potevano essere ottenuti in nessun altro modo! Senza pagare praticamente si giocava il titolo al 25%. Questo venne criticato massicciamente, al punto che per l’uscita su Steam, nel 2012, vennero abbassati i prezzi e venne inserita la possibilità di ottenere i contenuti Premium tramite Empire Points. Questo tuttavia incise sulla possibilità di Microsoft di recuperare i costi di mantenimento e all’inizio del 2013 venne annunciato che i server sarebbero stati chiusi nel corso del 2014. Microsoft tuttavia rilasciò il kit di sviluppo del gioco e permise così alla community di resuscitarlo nel 2017 sul server non ufficiale Project Celeste.
Age of Empires: Castle Siege (2014)
Oltre a Age of Empires Online, sicuramente il progetto più ambizioso, ci furono altri due tentativi di portare la saga nel mondo del free-to-play, dopo la chiusura del server dedicato. Il primo fu questo Age of Empires: Castle Siege. Sviluppato da Smoking Gun Interactive per sistemi iOS e Android, questo è sicuramente il free-to-play della serie più duraturo visto che è stato chiuso solo nel 2019, ma di Age of Empires aveva davvero poco. In pratica eliminava tutti i fattori di gameplay legati all’espansione e si limitava alla gestione della città ed alla sua difesa, in puro stile tower defense. Praticamente una versione ridotta e semplificata di Age of Empires Online. D’altronde così non correvi il rischio che costasse troppo, no?
Age of Empires: World Domination (2015)
Il secondo tentativo è il gioco che, in attesa di Age of Empires IV, chiude il nostro articolo ed anche il nostro lungo viaggio attraverso questa saga. Purtroppo la conclusione non è delle migliori. World Domination è praticamente una versione ridotta e semplificata per sistemi iOS e Android del classico Age of Empires. Praticamente un Age of Empires Online per cellulari e simili sistemi portatili. In tal senso le opzioni di gioco sono ancora più ridotte e banalizzate, nonostante le civiltà siano “ben” 9. Non è mai riuscito a conquistare il cuore della community e degli appassionati di RTS su sistemi mobile (che preferivano altri titoli ben più avviati e consolidati), così, dopo neanche un anno (novembre 2016), i server vennero chiusi del tutto. Un buco nell’acqua bello grosso.