Giraffe and Annika prova a combinare le atmosfere fiabesche dei giochi di ruolo fantasy con un gameplay che mischia fasi di esplorazione ai rhythm games. Questo strano mix viene prodotto dall’Atelier Mimina con risultati altalenanti. Molto bello in alcuni parti, ma estremamente discutibile in altre, specialmente sul lato tecnico del gioco, che, grafica molto colorata a parte, non soddisfa per nulla.
Chi sono? E che ci faccio qui?
La trama è quanto di più esile ci possa essere. Saremo Annika, una ragazza con orecchie da gatto, che, per un non ben precisato motivo, si risveglierà su un’isola, Spica, dove, pare, sia conosciuta da tutti, ma lei non ricorda nessuno. Starà a noi, con il proseguo della nostra avventura, anche grazie (?) all’aiuto di Giraffe, cercare di ricordare tutto e capire il perché ci siamo ritrovati li. Il problema di fondo con la trama è che essa viene introdotta male e con delle cut scene, fatte in stile manga, fatte bene sì, ma che spiegano davvero poco.
Come dicevo prima, nell’introduzione, appena preso in mano il pad, o la tastiera, ci sembrerà di trovarci di fronte all’ennesimo clone di The Legend of Zelda, visto che i boschi, le case e i movimenti dei personaggi ricordano moltissimo l’opera di Shigeru Miyamoto, tuttavia continuando nella nostra quest, capiremo che con il capolavoro Nintendo ha ben poco da spartire.
I personaggi presentati, Annika la protagonista e Giraffe la spalla che ci seguirà nella nostra avventura, non sono nulla di che. Annika di suo, con le sue reazioni puccettose, risulterà qualcosa al limite dell’irritante. Giraffe, invece, è quanto di più anonimo si possa pensare ed è totalmente inutile ai fini della trama.
Ragazza mia cammini o pattini?
Il gameplay si divide sostanzialmente in due parti, la prima dove dovremo esplorare il mondo di gioco e la seconda con i, pochi, combattimenti contro i boss di fine livello. Qui iniziamo a vedere i primi problemi. Il sistema di controllo, pur facendo il suo, ha due grosse magagne: il primo sembrerà che la nostra Annika non cammini, ma pattini sui prati che compongono l’isola di Spica e questo si tramuta in movimenti imprecisi, che più di una volta ci faranno cadere in acqua (e questo, nella prima parte di gioco, ci sarà quasi fatale visto che inizialmente potremo nuotare solo per un brevissimo periodo di tempo). Il secondo, grosso, problema sono le visuali. Non c’è nulla da fare la telecamera non riesce a seguirci, più di una volta ti ritroverai qualche ramo che ti bloccherà la visuale.
Altra cosa che non mi è piaciuta assolutamente sono la quantità di combattimenti. Perché chiudere la possibilità di sconfiggere i nemici ai soli boss di fine livello? Non avrebbe avuto più senso poter combattere, magari proprio con lo stile rhythm game, tutti i fantasmi di cui è costellato il gioco? Potremo solo scappare e curarci, grazie a delle pietre luminose di cui il titolo è veramente strapieno, ma mai attaccare. Questo va a penalizzare l’esplorazione, visto che il tutto si ridurrà ad un trial & error che ci farà girovagare per la mappa del dungeon finché non troveremo il punto da raggiungere.
Inoltre, perché non aggiungere una minimappa, magari in basso, visto che ormai è uno standard? Più di una volta ti ritroverai a cercare di ricordare dove era un determinato luogo da raggiungere. E spesso questo risulta estremamente frustrante.
Il sistema di controllo delle boss fight merita un capitolo a sé stante. Come dicevo prima, entreremo nel campo del rhytm game. Ci dovremo spostare su una linea e prendere, a ritmo di musica, delle sfere che il cattivo di turno ci lancerà. Se giocato con mouse e tastiera il gioco risulta preciso e non si sbaglia un colpo, ma se sei uno avvezzo solo al pad, qui si sfiora il disastro. I controlli con quest’ultimo sono stati assolutamente mal calibrati. Per farti un esempio: ho provato a fare il primo boss di livello con il pad Xbox One (quindi uno dei migliori in commercio): missione fallita a livello Easy. Rifacendo lo stesso boss con mouse e tastiera, a livello intermedio, zero errori. Posso capire che un certo tipo di periferiche aiutino il fattore precisione, ma per un così alto dislivello imputo la colpa ad una scarsa ottimizzazione.
Grafica buona, ma tappiamoci le orecchie!
La grafica è uno dei, pochi, punti di forza del titolo. Colorata, discretamente fatta (capiamoci non siamo di fronte ad un miracolo) e ricorda vagamente vecchi classici appartenenti al mondo Nintendo e anche le scene di intermezzo, presentate come se fosse un manga, sono ben disegnate. Tuttavia anche qui ci sarebbero da rivedere le animazioni dei personaggi le quali risultano leggermente legnose oltre al, già citato prima, problema dei personaggi che mentre camminano sembrano che pattinino. Anche le texture dei vestiti e della pelle dei personaggi dovevano essere fatti meglio con l’intento, magari, di far sembrare i personaggi a schermo più vivi, così sembrano delle marionette.
Infine il sonoro. Sono del parere che in un gioco del genere, che ha una componente così forte di rhytm game, si debba per forza di cose curarla più del gioco stesso, ma qui non è così. Le musiche, durante l’esplorazione, sono quanto di più ripetitivo si possa immaginare. Loop di 10 secondi che si ripetono all’infinito, con conseguente voglia di azzerare la barra della musica dalle impostazioni e mettere la nostra playlist preferita di Spotify. Anche le canzoni durante gli scontri sono leggermente orecchiabili, ma niente di epico. Nulla che mi venga la voglia di ascoltare e riascoltare anche nella vita di tutti i giorni.
Bene alcune cose, malissimo altre
Un gioco divertente solo a tratti. Possono piacere la grafica colorata o le boss fight, ma tecnicamente doveva essere fatto di più. Le animazioni, il sonoro, i movimenti, le texture dei personaggi, la mancanza di una minimappa e i controlli poco ottimizzati vanno ad affossare un titolo che di interessante ha ben poco. La stessa caratterizzazione del personaggio di Annika non è nulla di eccezionale, anzi, con le sue uscite diventerà il classico personaggio puccettoso che ti starà sui nervi dopo poco e Giraffe, il compagno di avventure della protagonista, ha la stessa utilità di un cappotto di cashmere in estate.
Di giochi indie belli e appassionanti sulla piazza ne esistono moltissimi, ma questo non è uno di quelli. Usa i tuoi soldi per qualcos’altro.