Sviluppato da Lion Studios Plus e AFIL Games (di cui abbiamo recensito anche Stickman’s Arena) e pubblicato da quest’ultimo, Gladiator’s Arena è un gioco d’azione top-down roguelite ad arena in 2D con visuale dall’alto che ti cala nei panni di un gladiatore. Noi abbiamo affrontato orde di nemici su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione.
Gladiator’s Arena e un’arena molto popolosa
Gladiator’s Arena non racconta alcuna storia, niente, neanche un cenno. L’opera firmata AFIL Games non ci prova neanche a raccontare una qualche storia, concentrandosi direttamente e unicamente sull’azione a schermo e gettandoci in arena senza troppi complimenti o inutili fronzoli.
Come potrai facilmente intuire, Gladiator’s Arena ci cala nei panni di un gladiatore decisamente anonimo e che non potrai personalizzare esteticamente in alcun modo. Lo scopo del titolo è semplicissimo: sopravvivere a tutte le rode nemiche senza mai morire. Muori, e dovrai ricominciare dal principio. Tutto qui.
I potenziamenti di un vero gladiatore
Appurato che Gladiator’s Arena non ha neanche un minimo cenno di trama, andiamo subito ad analizzarne il gameplay che, lo diciamo subito, è discretamente scarno e poco innovativo ma, in compenso, risulta estremamente immediato e accessibile al punto tale da essere perfetto per i neofiti ma molto meno per chi vive di pane e roguelite.
Procedendo con ordine, la prima cosa da fare in Gladiator’s Arena quando si inizia una nuova run è scegliere l’arma che ci accompagnerà per tutte le orde. Parliamo di sette armi che, nonostante si differenzino esteticamente variando da arco a lancia a spada… non mutano di molto nell’impianto ludico.
Tradotto: se usi un coltello o un arco, ti ritroverai comunque ad attaccare i nemici a distanza. Il motivo è molto semplice, l’arma selezionata ci fluttua vicino e attacca in modo automatico i nemici man mano che si avvicinano al nostro raggio di “difesa”. Esatto, in Gladiator’s Arena puoi unicamente concentrarti nel muoverti e lasciare che l’arma agisca da sé, bersagliando un nemico alla volta e dando priorità a quello più vicino.
Tale metodologia, inutile dirlo, stanca già alla terza run in quanto, limitarsi a correre in tondo usando il dash (una super schivata che si ricarica automaticamente e che può essere utilizzata all’infinito) per schivare eventuali masse di nemico, consuma velocemente l’interesse del giocatore che si ritrova a fare la stessa identica cosa fino alla fine di ogni ondata in un titolo che può essere completato facilmente in meno di quaranta minuti.
A mutare un po’ le cose, c’è l’elemento da roguelite qui rappresentato da una serie di potenziamenti o abilità che appaiono a random alla fine di ogni ondata e che potremo acquistare a patto di avere i soldi richiesti. Si può acquistare solo un’abilità/potenziamento alla volta e sono accumulabili oltre che sempre visibili comodamente su schermo.
Le abilità si attivano automaticamente e sono legate alla tipologia di arma che abbiamo scelto all’inizio. Queste mosse hanno un tempo di attivazione automatico che si ricarica da solo. I potenziamenti, invece, vanno a intaccare le statistiche del gladiatore come l’energia vitale, lo scudo (che si consuma prima di intaccare la nostra energia vitale), la potenza e la frequenza d’attacco e la velocità di movimento.
Alcuni potenziamenti possono anche aggiungere bonus passivi come ricaricare l’energia vitale quando si abbatte un nemico. Inoltre, come da bravo roguelite, in caso di morte, perderai ogni skill e potenziamento acquistato ma conserverai le monete inutilizzate prima della morte. Le monete vengono acquisite automaticamente man mano che ammazziamo i nemici.
Un’arena poco esaltante
La struttura ludica di Gladiator’s Arena si esaurisce dopo pochi minuti in quanto si svolge tutta in un’unica arena con pochissime tipologie di nemici. Si inizia dalle tigri che muoiono con un colpo solo per poi passare alle pantere, ai serpenti velocissimi, ai leoni lentissimi fino a dei lancieri. Questi ultimi si differenziano dagli altri nemici in quanto, più che inseguirci per colpirci con colpi ravvicinati, provano a bersagliarci lanciando lance infinite.
Purtroppo, l’azione a schermo è tediosa e prevedibile. La struttura stessa delle ondate è fiacca dando il meglio di sé nei primi secondi quando ci sono un gran numero di nemici a schermo per poi diminuire brutalmente la difficoltà. Questo è dovuto al fatto che dopo un inizio coi nemici già su schermo, i successivi appaiono gradualmente dai vari ingressi e potremo facilmente intercettarli e abbatterli prima che formino gruppi numerosi.
La maggioranza numerica avversaria, infatti, è l’unico reale fattore di difficoltà presente nel titolo di AFIL Games anche se, a essere onesti, quale che sia l’arma che sceglierai, è molto difficile che ti troverai in reale difficoltà se non nelle ultimissime ondate dove, complice il caos a schermo, schivare i colpi e i nemici sarà leggermente più complicato.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Gladiator’s Arena è minimalista e poco ispirato. Una sola area di gioco, un solo personaggio giocabile e una manciata di nemici riciclati all’infinito vanno a rendere il titolo anonimo e monotono. Anche le animazioni risultano arretrate e poco credibili. Inoltre, con l’attacco automatico, è capitata che l’arma se ne andasse un po’ a vuoto.
Il sonoro è minimalista come la grafica e accompagna in modo pigro l’azione schermo senza lasciare alcun ricordo degno di nota. Infine, il titolo non presenta i sottotitoli in lingua italiana ma il gioco è completamente orfano di testi e quindi non è una grave mancanza.