Sviluppato da Didactoons e pubblicato da Artax Games, Glitch Hero è un gioco d’avventura in 2D con visuale isometrica ibridato a una serie di rompicapo abbastanza semplici e intuitivi e che mira a un target di utenza relativamente giovanile. Il tutto, cercando nel suo piccolo, di introdurre i giocatori al concetto stesso di programmazione. Noi abbiamo vissuto la colorata avventura di Ada su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Glitch Hero e come allevare giovani programmatori
Lo diciamo subito, Glitch Hero è pensato per un’utenza giovanile (se non proprio giovanissima) e lo rivela praticamente dall’inizio, invitandoci a scegliere uno tra tre livelli di difficoltà dove quello definito “hard” è segnato per +12 mentre quello easy è per i +3. Parliamo quindi di un titolo fortemente accessibile e decisamente semplificato che, per meccaniche ludiche, richiama soprattutto Zelda e compagni (con le dovute abissali differenze).
Per quanto riguarda la narrazione, la storia imbastita in Glitch Hero è abbastanza semplice, non innovativa ma comunque coerente sia per l’utenza di riferimento sia per le atmosfere che dominano praticamente incontrastate. Ada è la giovane protagonista, nonché l’unico personaggio di cui andremo a vestire i panni. La giovane eroina si ritrova sin dall’incipit col padre in uno stato di apparente “comatosi”, bloccato in una sorta di realtà virtuale alternativa in cui, con un escamotage comico, va a infiltrarsi lei stesso.
Ed eccola quindi metter piede in Codeland, una sorta di “Paese delle Meraviglie” ma a tema programmazione per dilettanti. Non sorprende quindi che il primo individuo con cui avremo a che fare e che ben presto diverrà il nostro co-protagonista, sia proprio un coniglio (che va anche discretamente di fretta, tra l’altro). A differenza del Bianconiglio, però, qui il coniglio ha un carattere più burbero e funge da ottima chiave comica con tanto di scambi sinceramente divertenti e leggeri.
A condire il mondo di gioco, ci ritroviamo un mondo che, seppur non pienamente originale o artisticamente evocativo, riesce a coinvolgere il giusto, offrendo una buona ambientazione in cui far sviluppare una trama spensierata, leggera e anche abbastanza prevedibile ma, tutto sommato, gradevole e rispettosa del target principale a cui va a rivolgersi.
Tra combattimenti e puzzle
L’aspetto prettamente ludico di Glitch Hero è doppio e in esso si trova sia l’aspetto positivo che quello negativo del gioco. Di base, il titolo è un action adventure in 2D in stile Zelda, composto da aree da esplorare, erba da tagliare, nemici da uccidere, tesori da scovare, enigmi ambientali da risolvere, personaggi con cui scambiare brevissimi dialoghi e immancabili dungeon da affrontare (con tanto di trappole e percorsi da svelare tramite puzzle ambientali molto semplici). Tutto evoca “Zelda” ma lo sviluppo è decisamente più pigro e in parte noioso.
La noia emerge soprattutto per quanto riguarda i combattimenti e prevalentemente nelle prime fasi di gioco. Come arma principale, siamo dotati di un martello il cui range è discretamente scarso, costringendoci a restare nei pressi dei nemici o a inseguirli per poterli far fuori. Inoltre, almeno all’inizio, saremo dotati di un potere d’attacco molto basso che si traduce nel dover sferrare più colpi in modo molto poco coinvolgente.
La situazione, per fortuna, migliora grazie alle abilità e nuove armi che andremo a ottenere nel corso della (discretamente breve e molto semplice da affrontare) avventura, tra cui spicca un proiettile a distanza da direzionare. Tali abilità, come il “dash”, saranno utili anche per l’esplorazione come, ad esempio, oltrepassare un burrone senza fare una brutta fine. Per quanto riguarda i potenziamenti, questi potranno essere ottenuti investendo la valuta in game che è composta da i bit (1 e 0) che potrai recuperare dai nemici, dai tesori o dai molteplici cespugli da tagliare in stile Zelda.
Il concetto di “programmazione”
Lo abbiamo già anticipato, Glitch Hero si pone anche come titolo veicolo di insegnamento, nel dettaglio, parliamo delle basi della programmazione. Queste sono ludicamente implementate sottoforma di rompicapo sempre più complessi e che richiedono un ragionamento logico e che si avvicina alle basi dell’informatica. Nel dettaglio, dovremo muovere la protagonista lungo un percorso prestabilito incasellando una serie di comandi.
Ad esempio, per farla andare avanti dovremo spendere una casella “avanza”, così come esistono caselle per farla svoltare a destra o sinistra, caselle con il comando “attacca” e quelle più complesse come la casella “ripeti” a cui puoi allegare una o più caselle che saranno poi ripetute il numero di volte richiesto. Tale tipologia di rompicapo è praticamente l’unico a dominare da inizio alla fine e la sua complessità e varietà crescente lo rendono tra gli elementi migliori del titolo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Glitch Hero è un titolo abbastanza dimenticabile esteticamente e che mal nasconde la sua natura da gioco mobile. Non è un brutto gioco da vedere, sia chiaro (soprattutto per la rappresentazione dei personaggi), ma gli elementi ambientali si ripetono abbastanza spesso, le location sono povere di dettagli e le tipologie di nemici sono abbastanza scarse. Non aiutano le animazioni, poche e un po’ legnose. Da segnalare anche qualche stravagante problema di frame rate mentre le cut scene animate (purtroppo molto brevi) danno vita a un vero e proprio cartone animato.
Il sonoro è discreto e fatica a restare impresso, offrendo un buon sottofondo musicale che rimane però tale, senza pregi o difetti di particolare rilievo. Da segnalare, infine, la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana, utilissima soprattutto considerando la fascia d’età giovanissima a cui si rivolge.