Ci sono giochi magnifici, in cui la grafica è tutto ciò che fa restare a bocca aperta il giocatore; in cui la trama è degna di un Oscar proprio come il miglior film di Hollywood; in cui le musiche sono così belle che resteranno impresse nella mente per anni; in cui il gameplay, per quanto complesso, non annoierà un solo istante.
Ci sono poi altri giochi in cui, nonostante la grafica non sia a livelli così alti da rimanere allibiti, la trama è comunque degna di nota; giochi che, sebbene abbiano una colonna sonora alquanto anonima, possiedono un gameplay originale e spesso anche meglio dei titoli AAA.
E poi c’è GLO sviluppato da EastAsiaSoft che possiede la più semplice delle grafiche, una trama che in realtà non è una trama, delle musiche rilassanti ma che purtroppo una volta sentite verranno subito dimenticate e un gameplay che è dei più ostici mai provati, sebbene i comandi siano semplicemente tre. Abbiamo provato il titolo su PlayStation 4 e questa è la nostra impressione in merito.
GLO sta per “GLOriosi Propositi”?
Immagina il più semplice dei giochi, in cui solo una manciata di colori piatti la fanno da padrone: il bianco dello sfondo, il nero dei vari blocchi presenti su schermo (contrassegnati con dei bordi colorati per differenziare le funzioni di questi ultimi), il rosso e il viola per qualche nemico.
Adesso immagina che tutto sia costituito solo da blocchi quadrati, un po’ come se stessi giocando a Tetris, e di prendere il comando di un solo di questi quadratini che da un punto A deve arrivare ad un punto B, ovviamente trovando ostacoli di vario tipo disseminati qua e là e che bisognerà prontamente evitare prima di fare una brutta fine.
Hai in mente tutto ciò? Perfetto, adesso spegnerò le luci e tutto ciò che riuscirai a vedere sarà solo il tuo piccolo quadratino che emanerà un fievole bagliore e l’uscita che sembrerà talmente distante da sembrare irraggiungibile. Per il resto ci sarà solamente un’oscurità talmente fitta da non riuscire a vedere neanche i pericoli che si celano nel buio.
Tutto ciò che potrai fare sarà sparare dei piccoli proiettili di luce che illumineranno la via al loro passaggio, ma l’oscurità tornerà nuovamente ad essere l’unico elemento predominante. Da qui entrerà in gioco la memoria visiva, grazie alla quale ricorderemo quale sia la strada più sicura per arrivare all’uscita.
Per completare l’opera, qualcuno ha lasciato delle scritte non proprio amichevoli che ci faranno capire di essere in trappola in questo mondo buio, e che non faranno altro che provocarci o minacciarci, distraendoci dai nostri gloriosi propositi di portare a termine quel determinato livello.
Ecco, credo di averti spiegato cos’è GLO in poche ma semplici parole. Un gioco platform dei più semplici mai visti, non solo a livello di trama o gameplay, ma anche a livello grafico. Posso affermare con certezza che l’hardware della console con cui giocherai questo titolo non verrà affatto spremuto a livelli estremi.
GLO sta per “GLObuli rossi”?
In tutto questo c’è un grandissimo MA. Sì, ho già detto che il gioco è davvero semplice, in cui la semplicità però non è intesa come difficoltà di gioco. GLO è un titolo terribilmente punitivo, in cui un minimo errore può portarti alla morte. E quando mi riferisco a minimo errore intendo davvero minimo.
Come ho detto prima, i comandi sono fondamentalmente tre: movimento a destra e a sinistra, salto e doppio salto, sparo di proiettili di luce. Nient’altro. Eppure, nonostante tutto, il titolo farà di tutto per non farci arrivare indenni alla fine del livello, tra avversari (facilmente eliminabili), quattro boss, e blocchi incandescenti, mobili o sgretolabili.
Bisognerà capire dove e quando saltare in alcune piattaforme, il tutto in una frazione di secondo e calcolando la giusta distanza. Un attimo in più o in meno può condurci ad una fine inutile; un millimetro avanti o indietro può essere semplicemente fatale. GLO si può riassumere in due parole: morti continue.
Ci saranno dei piccoli “upgrade“ agli infiniti proiettili di luce, che ci saranno d’aiuto per portare a termine il livello. Illuminando maggiormente il tutto o semplicemente disintegrando, in una miriade di colori al pari di un fuoco d’artificio, i piccoli avversari con un solo colpo, dovrebbero agevolarci più e più volte. La verità è che molto spesso non serviranno, perché subito dopo si farà un salto nel vuoto, precipitando nel nulla e ricominciando dal punto iniziale.
Tante morti. Troppe morti. Ho assistito a più morti giocando a GLO che vedendo i due Kill Bill di Quentin Tarantino. E nonostante non ci siano veri e propri spargimenti di sangue, puoi star certo che l’insieme dei globuli rossi dentro le tue vene ribollirà inesorabilmente livello dopo livello.
GLO sta per “GLOria nell’alto dei cieli”?
Ho totalizzato le bellezza di 483 morti prima di finire il livello 100. E solo in quel momento ho capito di aver provato uno dei giochi più difficili mai giocati, che può andare tranquillamente a braccetto con il recente Crash Bandicoot 4: It’s About Time. Una volta posato il controller ho esclamato un “Gloria nell’alto dei cieli, finalmente è finito!“. Ho provato la modalità Speed Run ma non è altro che un’ulteriore sfida rispetto a quelle presenti nella modalità standard.
Tutto sommato, GLO non è affatto un brutto gioco. Anzi, il metterti alla prova costantemente per riuscire a completare quel determinato livello, e la soddisfazione nel riuscirci, significa che i ragazzi di EastAsiaSoft hanno fatto un ottimo lavoro. Più volte mi sono detto “Ok, questo è l’ultimo livello, poi stacco” e invece continuavo con il successivo e così via fino ad arrivare all’ultimo.
Abbastanza competitivo quindi, ma non per quanto riguarda il comparto dei Trofei. Credo che GLO possa andare nella sezione dei giochi in cui il famigerato Trofeo di Platino può essere sbloccato con una facilità disarmante. Basterà morire per un massimo di 50 volte (cosa per niente complicata, come avrai potuto capire) e arrivare al livello 20. Una volta arrivato lì ecco platinato il gioco, come se gli sviluppatori avessero dimenticato che ci fossero altri 80 livelli ben più ostici dei primi 20.