Sviluppato da Ohsat Games e pubblicato in sinergia con Ratalaika Games, Go! Go! PogoGirl è un platform game abbastanza standard e dalle atmosfere retrò che rimandano a grandi classici degli anni ‘90. Noi abbiamo saltellato di livello in livello su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Go! Go! PogoGirl – salta che ti passa!
La trama di Go! Go! PogoGirl non regala grandi stravolgimenti, colpi di scena, momenti di pathos o di profonda suspance ma ci regala uno spunto più che sufficiente per giustificare quello che, a conti fatti, è un inseguimento vero e proprio. Sì, perché la nostra protagonista è stata vittima di un terribile furto. Ma procediamo con ordine.
In piena notte, mentre l’eroina di turno è impegnata nel mondo dei sogni, un’ombra s’introduce nella sua dimora e dopo pochi secondi se ne esce rimbalzando allegra e felice su un pogo stick. Il nostro pogo stick, tenuto in esposizione all’interno di una bacheca poco lontana dal letto. Cosa fare quindi? Semplice… prendere un altro pogo stick e rimbalzare all’inseguimento del ladro!
La trama di Go! Go! PogoGirl è tutta qui e va bene, alla fine il gioco propone un’esperienza che ha come obiettivo quello di rievocare le atmosfere dei platform anni ‘90 e in parte ci riesce effettivamente bene. Il gioco, come annunciato dallo stesso sviluppatore, è una vera e propria lettera d’amore ai classici platform a lui tanto cari. E in effetti nel gioco c’è molto tanto di Sonic quanto di Mario.
Tra un salto e un altro
Go! Go! PogoGirl è un classico platform in 2D che richiama e rievoca le ambientazioni e il gameplay dei classici degli anni ‘90 con una piccola differenza: la PogoGirl salta continuamente. Esatto, la protagonista non scende mai dal pogo stick e questo va tenuto costantemente presente in quanto tutto il gioco si basa sui salti, la loro distanza e anche il loro “potere”.
Noi muoveremo quindi PogoGirl tra un salto e un altro ma avremo anche l’occasione di farla fermare tenendo premuto l’analogico sinistro verso il basso. Una volta rilasciato, la ragazza si esibirà in un balzo più alto. E parlando di balzi, noi potremo saltare più in alto a nostro piacimento e se premiamo il tasto del salto quando la PogoGirl rimbalza in aria, avremo una sorta di schiacciata che si tradurrà in un rimbalzo ancora maggiore.
Maggiore è il rimbalzo verso l’alto, maggiori saranno le distanze che potremo percorrere. E proprio il costante saltellare della protagonista è croce e delizia del titolo. Se padroneggiare il rimbalzo regala diverse soddisfazioni è anche vero che questo elemento, che spesso regala salti imprecisi (soprattutto se si è meno pazienti), può non piacere a tutti, specialmente a chi vuole il massimo controllo del protagonista di turno. E in Go! Go! PogoGirl, il saltellare è il fulcro di ogni attività dai combattimenti agli enigmi.
La tecnica del rimbalzo con schiacciata al suolo ci permetterà anche di risolvere alcuni enigmi (premendo ad esempio alcuni specifici pulsanti) e di affrontare determinati nemici. Sì, perché il mondo di Go! Go! PogoGirl è costellato di nemici di vario genere ma PogoGirl non li teme, tutt’altro.
Oltre a poterci saltare in testa annientandoli istantaneamente, alcuni nemici possono essere abbattuti con una sorta di giravolta su se stessi alla Crash Bandicoot (seppur meno scenica e meno distruttiva). e parlando di nemici, ce ne sono di vari tipi dai classici mostriciattoli che richiamano palesemente Goomba di Mario e amici ad altri leggermente più complessi esteticamente.
E che dire dei boss? Esatto, Go! Go! PogoGirl include una serie di boss che vanno studiati attentamente e che richiedono, ovviamente, una buona padronanza di PogoGirl e delle sue abilità. E a tal proposito, il livello di sfida di Go! Go! PogoGirl non è affatto male, con una difficoltà crescente ben dosata e che non sacrifica l’accessibilità e immediatezza di un gameplay semplice ma appagante.
Il gioco è suddiviso in quattro macro aree (una per ogni stagione) a loro volta composti da cinque livelli, boss incluso. La durata del titolo è di poco sotto la media ma il sistema di “medaglie” del gioco può prolungarne la longevità, soprattutto per i “completisti”. Ogni livello, infatti, offre ben tre medaglie da poter conquistare.
Le medaglie sono ottenibili soddisfando tre richieste, uguali per ogni livello. La prima è quella di completare il livello senza morire. La seconda è di raccogliere tutti i collezionabili rossi (che rievocano le monete rosse di Sonic) mentre la terza, e ultima medaglia, si ottiene prendendo tutti i collezionabili verdi (che, come i rossi, richiamano un po’ esteticamente le rupie di The Legend of Zelda).
Se inizialmente ottenere tutte le medaglie sembrerà abbastanza semplice, progredendo nel gioco la difficoltà aumenta così come i nascondigli e i percorsi opzionali tutti da scoprire e che sì, permette di scoprire un level design che nella sua semplicità, ancora una volta, racchiude più di una sorpresa seppur senza mai sorprendere per originalità o innovazione.
E questo va ricordato giocando a Go! Go! PogoGirl. Il titolo non innova niente, non ci prova neanche. Si tratta di un omaggio e come tale va vissuto, grazie comunque a un gameplay solido che accompagna un’esperienza a suo modo divertente seppur non indimenticabile.
Grafica e sonoro
Graficamente Go! Go! PogoGirl prende molto dai classici del passato reinterpretandoli a modo suo. Il primo mondo, per colori e composizione, richiama palesemente tanto Green Hill di Sonic quanto i primi livelli di Super Mario. Anche i nemici non spiccano per originalità e fantasia ma il tutto, come omaggio, funziona.
Purtroppo, proprio in quanto omaggio, difficilmente resterà impresso nella mente. Giusto i boss potrebbero segnare qualche piacevole svolta oltre ad alcuni enigmi semplici ma che sfruttano bene le abilità di salto di PogoGirl.
Il sonoro fa il suo dovere rievocando le atmosfere del passato senza mai splendere di luce propria. Anche gli effetti risultano gradevoli. Da segnalare quanto Go! Go! PogoGirl è perfetto in modalità portatile su l’ibrida Nintendo offrendo partite mordi e fuggi veloci e appaganti. Infine, il titolo presenta sottotitoli in inglese (assenti quelli in italiano) ma la mole di contenuti è decisamente bassa: il gioco comunica con immagini e versi alla Tamagotchi.