Giocando a GODS Remastered mi vengono in mente le serate passate guardando “Ciao Darwin”, in particolare la sfida in cui dei partecipanti venivano bendati ed erano costretti a fare tutto quello che gli veniva richiesto da Bonolis. Ma cercando nei cassetti della memoria è uscito fuori che in realtà stavo pensando al gioco Magic Pockets, che ne condivide la stessa casa di produzione. Dopo aver passato alcune ore a giocare a GODS Remastered, ho capito che per i malcapitati di “Ciao Darwin” era molto meglio fare i fantocci di Bonolis piuttosto che giocare a GODS Remastered: un platform molto punitivo.
Ah, un gargoyle!
Quanto è alta la tua soglia del dolore? Riuscirà ad avere le meglio sull’effetto nostalgia? È il costante equilibrio tra queste due forze che determinerà la possibilità di arrivare in fondo al gioco o mollarlo a metà strada.
In quanto Hercules, sei stato incaricato di controllare la cittadella degli Dei da parte di quattro “altri Dei”. La tua missione, in poche parole, è quella di colpire con diverse armi da lancio tutto quello che si muove, tirare un numero incalcolabile di leve e cercare di non morire. Su quest’ultimo punto, buona fortuna. Dovrai sopravvivere a nemici che lanciano palle di fuoco a intervalli regolari, un salto sbagliato può farti perdere una ventina di minuti di sforzo (oltre a tutti i tuoi punti) mentre arpie nascono dal nulla e le scimmie ti inseguono per i livelli spingendoti verso trappole che diventano inevitabili (ma ha anche dei difetti).
Ovviamente la grafica ha subito un pesante restyling tuttavia un clic su un pulsante (R) riporta il gioco alla grafica originale degli anni ’90, ma è improbabile che lo utilizzerai a lungo in questa modalità. La nuova grafica non si sposa a fondo con il gioco, ma è sicuramente meno fastidiosa per gli occhi. Oltretutto anche la colonna sonora è stata portata in questo secolo e rispetto ai “Bip” del gioco originale è un’altra cosa.
Anche i Boss hanno guadagnato parecchio dal restyling, peccato che non siano così difficili come il platforming
Il gioco potrebbe non assomigliare al predecessore, ma né il gameplay né i meccanismi sono cambiati. Ercole cammina ancora in modo molto legnoso, barcollando in modo strano e sorvoliamo sul fatto di come possa saltare solo a destra o a sinistra dato che non può farlo verso l’alto. Questo fa parte del fascino di un gioco di ventisette anni: se il gioco fosse stato rilasciato oggi, alcune meccaniche sarebbero impensabili .
In ogni caso scavando nella carne del platform di GODS, troverai uno scheletro funzionale, ma non eccezionale. Il tuo obiettivo in ciascuno dei dodici livelli è trovare la chiave che sblocca la porta di quel livello. In questo modo dovrai spesso affrontare puzzle di base come raccogliere una serie di oggetti e portarli in una stanza per progredire, muovendo alcuni interruttori per aprire passaggi e botole, uccidere ondate di nemici generati continuativamente per ottenere gli oggetti della missione, delle gemme o il potenziamento del personaggio. Gli oggetti di valore che raccogli possono essere spesi presso un negoziante che appare tra i livelli, mentre i tuoi potenziamenti includono armi da lancio addizionali (fino ad un massimo di tre), cambio dell’angolo di attacco, magie, vite extra, più salute e altre chicche. Certe armi come le mazze possono sfondare i mattoni e rivelare percorsi e stanze segrete del tesoro, mentre lance e asce più potenti possono uccidere più velocemente i nemici.
I trigger del gamepad consentono di girarsi e sparare contemporaneamente, ma è meglio usare solo i pulsanti normali, in quanto complicano solamente le cose.
GODS ha fatto un discreto lavoro per livellare le varie armi, ma alla fine non ci vorrà molto prima di renderti conto che devi continuare a spammare il pulsante di fuoco in ogni direzione fino a quando ogni ondata di nemici non verrà spazzata via e raccogliere la tua ricompensa prima di andare avanti. Questo è meno evidente durante i combattimenti con i boss: i primi tre sono molto facili da uccidere, mentre l’ultimo è molto più duro a morire rispetto agli altri, ma alla fine si sconfigge in modo simile.
Detto questo, c’è ancora qualcosa in GODS che evoca un formicolio di eccitazione, e questo accade ogni volta che trovi un interruttore nascosto da premere o scopri una nuova stanza piena di tesori. Certo, Ercole a saltare è un po’ goffo e le routine AI sono ridicole, ma ognuno dei piccoli livelli ha una sua personalità e peculiarità che ti spingono ad avanzare. La difficoltà si livella una volta che si è avanzati nel gioco, dato che ti permette di ricominciare dall’ultimo checkpoint – invece che dall’inizio del livello – quindi per finire il gioco dovrebbero essere necessarie dalle cinque alle sei ore. Dopodiché ci saranno sfide più difficili da affrontare, insieme a una classifica online e una modalità speedrun.
C’è un netto miglioramento grafico, ma al costo di quel fascino Amiga
Robot Riot è rimasta fedele al gioco originale con GODS Remastered che delizierà i giocatori cresciuti con le scatole dei Bitmap Brothers messe in ordine sui loro scaffali. Alcuni aggiustamenti di difficoltà hanno contribuito a compensare il gameplay leggermente goffo che rimane intatto. Anche se non è certamente il remaster più eclatante rispetto ad altri e, mentre alcuni potrebbero chiedersi di cosa si tratta, molti – me compreso – sperano che diano a Magic Pockets lo stesso trattamento.
Ricordiamo che il gioco è disponibile dal 04 dicembre per Xbox One, Pc e Playstation 4