Godstrike è un Bullet Hell 3D dall’approccio sia tradizionalista che rivoluzionario. Ed entrambi questi due lati sono votati unicamente ad aumentare la difficoltà del gioco. In altre parole, questo titolo vi farà gridare parecchio.
Partiamo dal genere: i Bullet Hell sono, per definizione, dei videogiochi riservati a giocatori estremamente pazienti e skillati, forgiati da nottate insonni passate davanti ai cabinati, cercando di migliorare i loro punteggi. In un ambiente solitamente 2D o, comunque, abbastanza ridotto, dovremo muovere un personaggio cercando in tutti i modi di evitare la costante ed intricata pioggia di proiettili che ci investirà senza pietà. Nel frattempo, dovremo anche cercare di eliminare i nemici e i boss di turno. Insomma, non proprio un simulatore di giardinaggio.
Ma basta con le introduzioni sul genere e andiamo a vedere com’è fatto Godstrike.
Gameplay
Dopo un minimale filmato introduttivo e qualche muro di testo che ci fornirà il poco importante contesto narrativo, verremo messi a confronto con il tutorial, rappresentato dal primo boss. Già a partire da questo punto ci renderemo conto che Godstrike è davvero all’altezza del nome del genere a cui appartiene.
La difficoltà di questo gioco è innegabile e persino nella modalità facile, proposta dal gioco stesso dopo numerose sconfitte contro lo stesso boss, incontreremo non poche difficoltà. Ma, del resto, i Bullet Hell sono da sempre considerati giochi tosti, che necessitano di allenamento e pazienza. Tuttavia, Godstrike aggiunge un elemento al gameplay tradizionale, che non fa altro che rendere il tutto ancora più infernale.
Vita a tempo
Durante le nostre partite, non avremo una vera e propria barra vitale. Avremo, invece, del tempo. Una sorta di barra che si consumerà da sola sempre di più, man mano che i secondi passano. Inoltre, ogni colpo ricevuto dai boss non farà che accorciare a spanne il nostro tempo, tagliando, ad esmepio, 15 secondi per ogni colpo.
Una volta che il nostro tempo sarà esaurito, lo schermo diverrà scuro e il nostro personaggio sarà completamente vulnerabile: ricevere anche un solo colpo dopo la fine del tempo determinerà il game-over. Immaginate, la tensione costante che proverai durante le partite e l’incontrollabile furia Nintendocida che ti spingerà a fracassare la tua tenera console portatile quando, a pochi proiettili dalla vittoria, verrai sfiorato da un pelo del boss e costretto a ricominciare da capo.
I boss
Inutile dirlo, i boss saranno sempre più temibili e agguerriti. Godstrike costituisce, infatti, una boss rush interminabile. Non ci saranno sezioni con nemici semplici ma solo scontri ad arena con creature dall’aspetto sempre più improbabile, oltre che assolutamente letali. A nostro parere, il banco di prova per il giocatore devoto è costituito dal terzo boss, che ci attaccherà con piogge di proiettili inserite in altre piogge di proiettili, lanciando bombe che faranno esplodere altre piogge di proiettili. Il tutto in un’arena molto piccola e condita con diverse chiazze di lava che, ovviamente, ci procureranno danni continui.
Una roba che farebbe perdere il temperamento a chiunque.
Power-up
Prima di accedere al prossimo boss, ci troveremo in un Nexus dal quale potremo scegliere tra due catogorie di power-up, una per l’attacco e una per la difesa.
Queste ultime verranno saranno abilità passive, presenti per tutta la durata dello scontro, a meno che non possano essere distrutte. Invece, i power-up per attaccare dovranno essere utilizzati da noi usando i quattro tasti posteriori della Switch. Oltre a questo, dovremo comprarli e la nostra valuta sarà tempo da sottrarre alla nostra barra vitale prima ancora che lo scontro inizi. Godstrike non fa proprio sconti.
Come se non bastasse, i power-up d’attacco non saranno presenti fin dall’inizio e non si ricaricheranno colpendo il boss o attendendo. L’unico modo per usufruirne sarà raccogliere delle sfere blu lanciate casualmente in giro per l’arena e inseguirle non farà altro che aumentare il rischio di farsi colpire.
Grafica e comparto audio
La grafica di Godstrike è molto minimale e anche il design dei boss non sarà mai molto originale. Avremo quasi sempre a che vedere con nemici artificiali, come golem, totem, statue e marchingegni vari, dall’aspetto piuttosto generico e poco riconoscibile.
In ogni caso, non si tratta del genere di gioco acquistabile anche per uno stile grafico tutto suo, come poteva essere, ad esempio, Cuphead, ottimo Bullet Hell con elementi Run & Gun che faceva uso di uno stile grafico ispirato ai film d’animazione degli anni ’30/’40 e completamente realizzato a mano.
Stesso discorso vale per il comparto sonoro, che non ci lascia alcuna traccia memorabile. In poche parole, dal punto di vista esclusivamente artistico ed estetico, Godstrike non osa e si mantiene sul generico.
Giudizio
Godstrike è un titolo da acquistare, alla sua uscita prevista per il 15 aprile su Steam, se si è in cerca di un gioco che faccia della sfida il suo motore. Leggere i pattern dei boss non sarà facile e anche in quel caso pagheremo caro ogni minimo errore perchè il tempo stesso è nostro nemico. Quest’ultimo elemento, pur nella sua originalità, rischia spesso di far scadere la difficoltà nella frustrazione.
In ogni caso, noi consigliamo di provarlo per console portatile, dove riteniamo che esprima al meglio il suo potenziale.