Benvenuto in questa nuova recensione, quest’oggi tratteremo di Golden Light, un videogioco horror fps con elementi roguelike sviluppato da Mr. Pink e distribuito da HipeTrain Digital. Metto subito le mani avanti, avvertendoti che forse troverai questa recensione leggermente diversa da tutte quelle che avrai letto in giro.
Prima di cominciare però, come di consueto, non posso iniziare a parlarti di questo videogame senza prima dirti che, se ti piacciono i roguelike, puoi trovare in offerta il bundle completo di The Binding Of Isaac su Steam.
Golden Light, com’è strano il mondo visto da Mr. Pink
Parto subito col dirti che già al primo avvio il gioco ti lascerà perplesso, stordito, disorientato. Ma partiamo con ordine e diamo un occhiata alla trama. Sei li, a farti un bel picnic con la tua dolce metà, quando qualcosa, qualcuno, il perché non si sa, rapisce la tua donna e la porta giù, nelle profondità degli inferi (chiamate interiora).
Un uomo dei giorni nostri correrebbe alla prima piazzetta del paese a festeggiare, ma non tu. Tu, l’eroe sprezzante del pericolo, scenderai negli abissi pur di salvare il tuo amore. Oppure troverai un orrenda morte nel corso della tua avventura, tutto ciò dipenderà da te e dalla tua abilità.
Dì la verità, anche a te tutto ciò ha ricordato fortemente Painkiller, il vecchio titolo di People Can Fly del 2004? Si, in realtà anche a me. Tuttavia ci sono delle ovvie diversità fra questo titolo e la perla rara che ho poc’anzi citato.
Una di queste non è la grafica, come potresti ovviamente immaginare, bensì il gameplay stesso del gioco. Se da un lato avevamo un fps arena con orde di nemici da abbattere, in questo Golden Light siamo invece davanti ad un fps con elementi roguelike.
Ognuno dei livelli che rappresenterà un passo in più verso la salvezza della tua amata sarà generato in modo procedurale. Troverai anche molteplici oggetti, generati in modo randomico nel corso dell’avventura, che ti conferiranno diversi bonus o malus. Proprio per questo ad inizio articolo ho citato The Binding Of Isaac.
Mangiare una testa di pesce, o una di pipistrello, ti conferiranno diversi status che potrebbero aiutarti, o penalizzarti, nella tua run di gioco. E stai anche attento, poiché qualsiasi oggetto presente nell’ambiente potrà rivelarsi tuo nemico, ed attaccarti quando meno te lo aspetti.
Tutto stimolante sulla carta, ma sarà così anche pad, mouse, o tastiera alla mano? Non ti resta che seguirmi in quest’avventura per scoprire cosa ne penso di questo Golden Light.
Comparto tecnico
Essendo questo titolo abbastanza chiuso su se stesso, e oserei dire “di nicchia”, credo che sarà opportuno riassumere tutto in un unico, grande “vaso”. Iniziamo dalla scelta stilistica, il videogioco è sviluppato in Unity, un motore grafico ben ottimizzato che rappresenta il cuore di piccoli capolavori come Genshin Impact, Valheim, o Death’s Door.
Un motore grafico versatile che come abbiamo visto anche in altri titoli, e non soltanto in quelli sopra citati, è in grado di regalarci anche dei prodotti dall’impatto visivo tutt’altro che scontato. In Golden Light, purtroppo oserei dire, si è optato per una grafica in stile pixel art, che unita ad un gameplay da fps puro, non ha dato i risultati sperati.
Con ogni probabilità era desiderio dell’autore dare al videogioco questa impronta grafica, che tuttavia non si è rivelata, a mio avviso, una delle migliori scelte possibili. Il suo gameplay dalla natura veloce e molto esplorativa porta questa scelta grafica ad essere gravosa, troppo, sugli occhi dei videogiocatori, soprattutto sui miei.
Attenzione però, non sto dicendo che questo è un male, sto semplicemente affermando che è una scelta molto azzardata, che forse può risultare sgradevole agli occhi di alcuni puristi dei first person shooter. Forse a riguardo si poteva optare per scelte più “comuni”, ad ogni modo è più una questione di gusti privati che altro.
Su titoli come Chasing Static, da me recensito molti mesi fa, una scelta artistica simile l’avevo trovata appagante e consona. Ma quel titolo era soltanto story driven, non aveva alcun elemento sparatutto, e forse è quello ad avermi trasmesso ora un effetto “due pesi, due misure”.
Incomprensibile il fatto che nel menù il puntatore del mouse sia rappresentato da una scomodissima testa. Questo magari l’avrei evitato a prescindere, non è un caso se difficilmente come puntatore del mouse vengono utilizzati asset diversi dalla comune freccetta.
Parlando del comparto audio, che includo in questo paragrafo, devo dire che non eccelle in quantità e in qualità, ma neanche è pessimo. Il tutto si presta bene al videogioco in questione, senza ne lodi ne disprezzo, e che se ne dica, finchè il comparto audio non risulta essere qualcosa di cui lamentarsi, vuol dire che è ben strutturato.
Gameplay
Per ciò che concerne il gameplay temo che bisognerà prendercela leggermente più comoda, in fin dei conti è ciò che interessa in un videogioco. Golden Light non è affatto un titolo da snobbare o su cui dover scaricare odio e frustrazione, è un videogioco dalle piccole pretese e dalle idee strampalate.
La trama va a pescare, a più mani a quanto pare, da titoli come Painkiller. Risulta quindi banale e stereotipata, nel più classico dei videogame (dall’epoca di Jungle Hunt) dobbiamo salvare la nostra amata, punto. Non sono presenti NPC o missioni secondarie, non è presente neanche chissà che risvolto di trama.
Ci si fa strada attraverso un numero ben definito di livelli, in cui troveremo degli oggetti generati in modo randomico che conferiranno al nostro personaggio dei bonus o malus. Troveremo anche armi con cui difenderci ed uccidere il nostro nemico numero uno, l’ambiente di gioco. Proprio così, hai letto bene.
In ogni livello dovremmo trovare la chiave (o le chiavi) utili a sbloccare le porte per aprire il passaggio al livello successivo, e non sempre i nemici saranno qualcosa di visibile e scontato. A volte ad attaccarci saranno dei vasi di piante, o anche un distributore di bibite, nemici camuffati da oggetti comuni e pronti ad attentare alla nostra vita.
Purtroppo, e ripeto, purtroppo è presente la lingua “italiana” (mi rifiuto di definirla tale), e ti chiederai perché dico questo. Siamo davanti all’unico caso al mondo in cui avrei compreso di più la lingua inglese che questa “variante italiana”. I testi sono mal tradotti e, se già di per se dovevano risultare caotici, in questo modo diventano proprio incomprensibili.
Frasi sconclusionate, per metà volutamente create ad hoc, per una buon’altra metà tradotte dal fruttivendolo del Bangladesh sotto casa mia. Ad esempio nel menù principale “death match” diventa “morte match”, non so se mi sono spiegato. Ho come avuto l’impressione che si sia utilizzato un qualche tool di traduzione automatica che abbia tradotto (male) tutto il gioco.
Anche i nemici presenti nel gioco, e le fasi di shooting, o di combattimento all’arma bianca non è che siano eccelse. Divertono, ma sono un qualcosa che rientra nella media videoludica, non aspettatevi chissà che varietà di nemici o di moveset. Come già detto, questo Golden Light è un gioco di nicchia, che può risultare divertente. Ben fatto Mr. Pink.