Oggi una notizia di grande rilievo, proveniente dal noto sito americano Protocol. Pare infatti che nell’articolo postato proprio nelle scorse siano state racchiuse preziosissime informazioni e testimonianze dei leader delle più grandi Major mondiali nel campo Hi-Tech e mediatico.
Google e le major aprono la tavola rotonda
Aziende come Google, Amazon, Facebook e addirittura Apple e Microsoft hanno contribuito a dire la loro sul annosa questione che sempre ha gravato sul popolo dei videogiocatori; ovvero “perchè il progresso tecnologico sta scommettendo tanto sui videogiochi?”. A tal proposito anche il leader di Microsoft Phil Spencer ha fatto importanti dichiarazioni, affermando di vedere le compagnie di Google e Amazon come dirette concorrenti per il nuovo “salto” generazionale che la nuova tecnologia videoludica sta per compiere.
Come ben sappiamo infatti il mercato globale videoludico (sopratutto negli ultimi anni) ha registrato cifre di utile prodotto da far girare la testa, si è calcolato infatti un profitto di entrate di oltre 150 miliardi annui, surclassando anche il profitto ricavato dal tutto il box office mondiale cinematografico (che si aggira sui 42,5 miliardi nel 2019) e tutto il business mondiale del mercato musicale (intorno ai 19 miliardi nel 2018, inclusi i contenuti in streaming). Cifre da capogiro quindi, e le più grandi aziende del pianeta notando il fenomeno ci si sono volute lanciare tuffandosi a pesce nelò’enorme mare color verde dollaro che è l’industria videoludica, lanciando prodotti, servizi, piattaforme e console proprietarie.
Le dichiarazioni dei big
Nell’articolo inerente a questo fenomeno sono stati intervistati e hanno dato la loro opinione in merito alla questione tutti i più grandi leader finanziari dell’industria tecnologica. “Per molti anni l’industria dei giochi è stata in qualche modo oscurata da musica e film e ha sempre cercato di giustificarsi come una forma di media e intrattenimento mainstream”, ha dichiarato Phil Harrison, vicepresidente e direttore generale di Google.
“Ora, i giochi sono di gran lunga il più grande mezzo di intrattenimento del pianeta da una prospettiva digitale, quindi la scala e le dimensioni globali sono attraenti per le grandi aziende tecnologiche come un modo per portare i loro prodotti e servizi a più persone”.
Anche il vice direttore della sezione giochi Mike Frazzini di Amazon ha detto la sua in merito, facendo importanti dichiarazioni per quanto riguarda il servizio primario del colosso del marketing americano, ovvero Twich: “Pensiamo a un modello di proprietà distribuita, che ci consente di muoverci più velocemente. Non pensiamo molto a come raccontare la storia generale. Pensiamo a ciascun cliente nel proprio contesto e raccontiamo loro la nostra storia”.
La palla poi è passata in ballo agli analisti e i direttori del settore gaming di Facebook, colosso dei social media mondiale, al quale hanno risposto e commentato all’argomento scottante Jason Rubin (vicepresidente dell’azienda) e Vivek Sharma responsabile dei prodotti pubblicati sulla piattaforma dedicata che hanno dichiarato
“Per Facebook non notare il gioco ora sarebbe quasi impossibile, Settecento milioni di persone giocano, guardano o interagiscono con i contenuti di gioco su Facebook ogni mese. Siamo entusiasti di vedere Twitch aprire questa enorme opportunità per il resto di noi. Pensiamo che la categoria sia così grande che non vediamo questo come ‘noi contro altre piattaforme’ ”
Ai due sono state poste poi ulteriori domande riguardanti la tecnologia della Realtà Virtual e hanno risposto “Facebook guarda chiaramente ai giochi attraverso il prisma di Oculus, e ovviamente non è andata come previsto”, ma ponendosi poi in seguito in una visione decisamente positiva per quanto riguarda il futuro della tecnologia proprietaria “I prossimi cinque anni porranno fine alla questione della posizione della realtà virtuale nel panorama dell’intrattenimento. Tra cinque anni non porremo la domanda: milioni di persone sono disposte a trascorrere una grande quantità di tempo in VR? Quanti milioni, non lo so. Ma saranno milioni e milioni.”
Nella discussione poi è intervenuto anche Phil Harrison (vice direttore Google) che dopo il “parziale” insuccesso della neonata ibrida console-service Google Stadia ha voluto dichiarare:
“La grande differenza strategica è che nei prossimi mesi sarai in grado di sperimentare Stadia gratuitamente”, specifica Harrison. “Niente soldi in meno, senza dover mettere una scatola in casa, puoi semplicemente fare clic e giocare a fantastici giochi direttamente dal nostro data center.” Concludendo poi con una dichiarazione che vede “l’espansione” di mercato di Stadia nel lungo periodo:
“Da una prospettiva più ampia del settore, ora stiamo assistendo al passaggio dai giochi incentrati sui dispositivi, che è stato il modello negli ultimi 40 anni, a un modello in cui il data center diventa la piattaforma. Questo passaggio al cloud sarà il cambiamento decisivo nel modo in cui i giochi vengono creati e giocati”.
E per finire il dibattito dice la sua anche il magnate Phil Spencer, capo della big major Microsoft, azzardando però dichiarazioni importanti, che vedrebbero le principali e acerrime rivali di mercato Sony e Nintendo escluse dalla competizione sulla next gen videoludica, ma vedendo quasi con timore come rivali le aziende di Google e Amazon, affermando “Quando parli di Nintendo e Sony, abbiamo un sacco di rispetto per loro, ma vediamo Amazon e Google come i principali concorrenti che vanno avanti”, e continuando poi; “Non per mancare di rispetto a Nintendo e Sony, ma le società di gioco tradizionali sono in qualche modo fuori posizione. Immagino che potrebbero provare a ricreare Azure, ma negli anni abbiamo investito decine di miliardi di dollari in cloud.” .
Ha poi concluso l’intervista affermando quanto Xbox si voglia differenziare quanto più possibile dal mercato “classico” delle console, puntando i riflettori sui servizi in cloud gaming, finendo il discorso dichiarando “Non voglio entrare in guerra sui formati fisici con Sony e Nintendo mentre Amazon e Google si concentrano sul portare i videogiochi a 7 miliardi di persone. Quello è il nostro scopo”.