Mio padre ha un’Opel Astra a diesel: nonostante gli anni e i chilometri già macinati, è una gran bella macchina. Potente, veloce, performante. Ha un ottimo design, si guida più che bene, può essere spinta al limite senza nemmeno uno scossone extra trasmesso al basso intestino. Si tratta di un’automobile ideale per mordere la strada e le grandi pianure d’asfalto che percorrono l’Italia da un capo all’altro della penisola.
Il problema è la guida in paese.
Vivendo in paese è naturale che emergano tutti i difetti dell’avere un simile colosso: difficoltà di parcheggio, manovre intricate anche solo per prendere un vialetto stretto, la costante tensione del pedale della frizione per i lunghi, interminabili momenti di blocco nel traffico cittadino e gli inevitabili spegnimenti da bassa velocità che solo il motore diesel ti sa regalare.
Pensando al recente annuncio di Google Stadia, il rivoluzionario progetto presentato dalla casa di Larry Page e Sergej Brin, non ho potuto fare a meno di pensare anche a questo.
Cosa succede se vendi Ferrari in un paese dove c’è principalmente sterrato?
Appare subito evidente che il limite di operatività stratosferica della console, pari a 10.7 teraflops (superiore alla potenza computazionale di Xbox One e pari a più del doppio di quella di PlayStation 4) sarebbe in grado di far mangiare la polvere a chicchessia, anche in virtù del suo aspetto più peculiare, ossia lo sfruttamento dei server Google per offrire uno streaming di gioco multi-piattaforma in 4K che mantenga tuttavia la velocità di processazione originale. Non si parla semplicemente di console, monitor o tablet, ma anche di cellulari che potrebbero permettere di giocare a titoli AAA, con una performance dettata unicamente dalla potenza dei server online.
Il problema, in tutto questo, sta nel fatto che i mezzi per sostenere tale potenza, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sono pochi e concentrati nelle fasce più ricche del pianeta. L’uso delle prestazioni ottimali per un simile colosso, infatti, si attesta su una velocità di rete attorno ai 25MBps di download, che risulta essere al momento la media mondiale della velocità del traffico mobile secondo l’Indice Globale di Speedtest.com. Ovviamente, ciò vorrebbe dire che noi privilegiati di Primo e Secondo Mondo non dovremmo avere problemi…ma gli altri?
Noi italiani ci troviamo con una media più che dignitosa, certamente quasi tutta corroborata dalle elevate prestazioni dell’area fittamente urbanizzata a nord della Linea Gotica (se mi si passa il termine un po’ antiquato), ma spulciando la lista è stato possibile constatare come paesi che da sempre sono un bacino di utenza non indifferente per l’ambito videoludico si trovino pesantemente sotto la media richiesta per fruire al top dei servizi di Google Stadia. Paesi enormi e dall’utenza immensa come Argentina, Brasile e Russia, e realtà insospettabilmente vicine a noi come Israele, Irlanda, Grecia e Macedonia si trovano tutte sotto lo sbarramento dei 25MBps, sia essa connessione wi-fi che cablata.
Che non mi si fraintenda, la mia opinione sulla nuova Google Stadia l’ho già espressa, e ne sono stato favorevolissimamente colpito. Il dilemma si pone nella misura in cui la tanto decantata volontà della console di unire a livello tecnologico mondiale tutti i videogiocatori possa divenire una realtà effettiva, quando già in certe zone d’Italia (che, ricordiamo, è al 44° posto su 136 per velocità della rete mobile e al 45° su 177 per velocità su banda larga) capitano fenomeni di lag e latenza del sistema con cadenza quasi fissa su buona parte dei prodotti a fruizione online.
Gli stessi report avuti durante la sperimentazione di sessione di gioco con prodotti Ubisoft convenzionati come Assassin’s Creed Odyssey hanno registrato una latenza di 160 millisecondi con una potenza di rete di 200Mbs, mostrando come il sistema, sebbene indubbiamente pionieristico, sia ben lungi dall’essere perfetto.
E come si può sperare nel miglioramento, se ci si priva di una fetta di pubblico così consistente?
Dunque, per come la vedo io, le strade sono due: o i dirigenti di Google si affidano a ottimistiche previsioni di maggior innalzamento della media mondiale (specialmente nelle aree dell’America Latina), oppure Google Stadia potrebbe essere davvero in anticipo sui tempi.
Forse persino troppo.