La realtà virtuale sta senza dubbio facendo passi da gigante negli ultimi anni, sicuramente non andrà mai a sostituire del tutto l’esperienza del gaming tradizionale, ma ci sono dei palesi segnali che fanno intuire quanto questo nuovo tipo di approccio al concepire il videogioco stia prendendo piede. A mio avviso, paradossalmente, la prova che la realtà virtuale stia acquisendo sempre più peso non è da cercare nelle produzioni di una certa qualità, quanto piuttosto nelle esperienze nella media.
Quando un mercato non riguarda più solo l’eccellenza, ma inizia a inglobare anche prodotti ed esperienze più comuni, siamo davanti alla prova che pian piano si sta abbandonando il concetto di nicchia. Un esponente di questo discorso potrebbe essere Gorn, l’oggetto di questa recensione, che, approdato già nel 2017 su Oculus Quest, si è guadagnato ora anche una versione per PlayStation VR2, a poco più di un mese dal lancio del nuovo visore di casa Sony (di cui puoi leggere qui la nostra recensione).
Gorn è l’esempio perfetto di come ormai le software house che vogliono ritagliarsi una nicchia anche nel mondo della realtà virtuale possono proporre anche esperienze più caciarone in cui divertimento e ignoranza la fanno da padrone! Certo, parliamo di un gioco senza particolari pretese che, nonostante queste pretese così da casual gamer, potrebbe purtroppo non rivelarsi adatto proprio a tutti, analizziamolo nel dettaglio!
Gladiatori! Lottate!
Dal punto di vista della trama Gorn non propone una vera e propria storia, anzi, sarà palese fin da subito quanto il gioco non voglia in realtà raccontare nulla al giocatore, quanto piuttosto offrire qualche ora di divertimento grottesco e spensierato gettandoci, letteralmente, nell’arena, senza darci troppe spiegazioni e senza nemmeno prepararci alla follia che ci aspetta.
Appena scesi in campo infatti, ad accoglierci ci sarà un imperatore che dagli spalti di un Colosseo annuncerà che la nostra lotta per la sopravvivenza è appena cominciata, a fare da pubblico poi ci penserà un’inquietante schiera di teste fluttuanti con gli occhi sgranati e tutti puntati su di noi, una premessa decisamente veloce e sbrigativa, ma il focus della produzione non è, e non vuole certamente essere la trama.
Gorn infatti punta tutto sul suo gameplay e come accennavo prima non si sforza nemmeno un po’ di essere realistico o credibile: se inizialmente ci ritroveremo ad affrontare gladiatori nostri pari, le cose inizieranno a diventare sempre più strane nel momento in cui i nostri avversari inizieranno a presentarsi armati di strumenti di morte sempre più bizzarri, fino a cavalcare granchi giganti e altre amenità senza alcun senso, il tutto sempre nella stessa identica cornice della classica arena da gladiatori con qualche piccola variazione di tema stage dopo stage.
Vuoi il sangue? Gorn ti dà il sangue!
Come anticipato, la colonna portante del gioco è il suo gameplay, e anche in questo caso non si tratta di nulla di articolato, anzi il gioco punta su una linearità in cui vale letteralmente tutto pur raggiungere il nostro obiettivo che sarà sempre e solo uno: fare piazza pulita degli avversari nelle maniere più fantasiose e cruente possibili.
Partendo da una sorta di hub centrale, che altro non è se non il sotterraneo dell’arena di combattimento, ci ritroveremo a utilizzare un bizzarro ascensore che di volta in volta ci porterà su un diverso piano dell’arena nel quale ci aspettano sfide sempre più frenetiche e impegnative. Nelle prime arene avremo a che fare con gladiatori da affrontare prima a mani nude e poi con armi classiche come mazze chiodate e spade corte, ma come anticipato le cose diverranno sempre meno verosimili.
Improbabili cannoni da polso, ghiottoni col quale sbranare gli avversari, granchi giganti da cavalcare: se c’è una cosa che non ha limiti in Gorn è senza dubbio la follia. Combattere con uno qualsiasi di questi strumenti di morte sarà davvero intuitivo, in quanto i Sense Controller sono sfruttati alla perfezione in un frangente come questo: ci basterà premere i grilletti laterali per impugnare le armi e sferrare fendenti o anche solo mirare con le armi a distanza semplicemente muovendo o puntando il braccio corrispondente.
In un’ambientazione bizzarra come questa tutto sarà concesso: decapitazioni, smembramenti, contusioni di ogni sorta, denti che volano, occhi ammaccati… insomma, l’ultraviolenza la farà da padrona, riuscendo a non risultare mai troppo esagerata grazie al contesto in cui saremo immersi e allo stile caricaturale della produzione.
Se però il versante action risulta curato e ben realizzato, non possiamo dire assolutamente lo stesso per il resto: il sistema di movimento è effettivamente abbastanza “intelligente” come intuizione, dovremo letteralmente afferrare il mondo di gioco e spostarci nella direzione desiderata così da avere una naturale sensazione di movimento; se a livello teorico questo sistema funziona, la pratica racconta tutt’altro, con una resa macchinosa e imprecisa dei movimenti, che rende davvero frustranti alcune sezioni di gioco, specialmente negli scontri più concitati.
Tecnicamente: o lo ami, o lo odi
Ho già ribadito a più riprese quanto Gorn proponga uno stile grafico esagerato e caricaturale, una scelta sicuramente funzionale alla violenza mostrata a schermo, ma che dal punto di vista puramente tecnico mostra il fianco a una produzione a basso budget. I movimenti dei combattenti che popoleranno l’arena sono goffi e sgraziati, molto macchinosi in gran parte delle situazioni, e lo stile dei personaggi alla Team Fortress purtroppo non si traduce in un nostalgico tuffo nel passato, quanto piuttosto in un’esperienza arretrata in cui compenetrazioni e ragdoll regnano sovrani.
Per quanto riguarda il sonoro invece… non pervenuto! Gli scontri saranno animati esclusivamente dai concitati rumori della battaglia come i suoni dei colpi che vanno a segno, delle lame che fendono l’aria e di esplosioni e urla di ogni sorta. L’esperienza risulta soddisfacente nel momento in cui l’arena sarà piena di avversari, ma si rivela desolante quando avremo a che fare con situazioni più tranquille, data la totale assenza di colonna sonora.
In definitiva, per quanto semplice e intuitiva, Gorn non è un’esperienza per tutti: la sua vena grottesca e caricaturale potrebbe fare la gioia degli utenti che amano l’azione pura e sconclusionata e sono pronti a chiudere un occhio su un comparto tecnico scadente, ma lascerà sicuramente insoddisfatti i giocatori che cercano qualcosa di più dalla realtà virtuale; un titolo che, nonostante la sua semplicità d’approccio, non è il migliore degli entry point per chi si approccia alla realtà virtuale a causa della sua povertà di contenuti e una realizzazione approssimativa.