In Green Hell, la sopravvivenza è tutto. Ambientato nella giungla dell’Amazzonia, il gioco sviluppato da Creepy Jar ci immerge in un ambiente ostile e pericoloso, all’interno del quale ogni decisione può fare la differenza tra la vita e la morte. Senza aiuti esterni o indicazioni precise, potrai fare affidamento solamente su di te e sulle tue capacità di adattamento.
Pubblicato inizialmente su Steam nel 2019, gli sviluppatori hanno rilasciato un upgrade per Xbox Series X/S e PlayStation 5 del titolo, che porta con sé migliorie grafiche e contenuti precedentemente rilasciati solamente per la versione PC. Dopo aver provato la versione VR uscita due anni fa, siamo tornati nella foresta pluviale amazzonica proprio per testare il gioco sulla console Microsoft di ultima generazione. Ecco la nostra esperienza.
Un survival con una trama
Green Hell presenta una caratteristica molto rara rispetto alla maggior parte degli altri titoli appartenenti allo stesso genere. Il gioco, infatti, ha una modalità Storia per giocatore singolo che si sviluppa attorno a una base narrativa. La trama del titolo ruota attorno a Jake Higgins, un antropologo esperto che si ritrova disperso nella foresta pluviale amazzonica in cerca della moglie Mia. I due, infatti, hanno raggiunto la regione del sud-America per studiare la misteriosa tribù indigena degli Yabahuaca. La spedizione, tuttavia, prende una svolta drammatica quando Mia scompare misteriosamente dopo aver annunciato di voler incontrare la popolazione locale da sola.
Il viaggio che ne segue per ritrovare la moglie si trasforma in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Jake, infatti, si ritrova ad affrontare minacce sempre più pressanti legate all’ambiente ostile della giungla: animali selvatici, tribù ostili e le difficoltà fisiologiche della sopravvivenza che possono condurre a infezioni, malnutrizione e disidratazione, oltre al deterioramento della sua sanità mentale.
Attraverso una serie di flashback, visioni, registrazioni audio e note scritte scopriremo frammenti del passato di Jake. Grazie all’insieme di questi elementi inizieremo a comprendere che la situazione è più complessa di quanto sembri. Mentre il mistero si svela, infatti, ci renderemo conto che la verità dietro la spedizione e la scomparsa di Mia potrebbe essere molto più pericolosa di quanto inizialmente previsto.
Green Hell: la sopravvivenza nel “polmone verde” del mondo
Il cuore del gameplay di Green Hell ricalca le dinamiche tipiche del genere survival. Raccogliere e gestire in maniera adeguata le risorse naturali che troveremo nella foresta, infatti, è l’unico modo per poter sopravvivere in un ambiente che nasconde pericoli e insidie dietro ogni angolo. La ricerca di cibo, acqua e materiali per costruire utensili o realizzare un rifugio in cui ripararsi, però, è tutt’altro che semplice. Durante l’esplorazione della foresta, infatti, dovremo fare attenzione a predatori che possono risultare letali in pochi istanti e pericoli ambientali inaspettati, che possono essere dannosi sia per l’aspetto fisico che quello mentale del protagonista.
Monitorare lo stato di salute del personaggio, infatti, è cruciale. Per farlo, è possibile ispezionare il corpo di Jake per individuare eventuali tagli, abrasioni, infezioni o la presenza di parassiti. Le ferite devono essere curate tempestivamente con bendaggi o rimedi naturali creati utilizzando le foglie di piante specifiche. Se non si agisce abbastanza in fretta, si rischia che compaiano malattie che possono debilitarci.
Oltre a ciò, Jake ha a propria disposizione anche un orologio da polso che monitora in tempo reale i suoi parametri vitali, tra cui troviamo, tra gli altri, il livello di fame e lo stato di idratazione. Anche questi aspetti vanno gestiti nella maniera corretta. Se il nostro personaggio è assetato, ad esempio, dovremo assicurarci di bere acqua pulita o bollita: le risorse idriche, infatti, possono causare infezioni di parassiti. La gestione delle cure richiede, dunque, una grande precisione.
Un altro indice relativo alla salute del personaggio è la sanità mentale. L’isolamento, la paura e il costante rischio di morte, infatti, possono incidere sullo stato psicologico di Jake, con conseguenti allucinazioni che confondono la percezione della realtà. Questi fenomeni psichici si manifestano quando il livello di stress mentale supera una certa soglia, e possono condurci a errori fatali.
L’elemento centrale del gameplay è, però, il crafting. I materiali e le risorse raccolti nella foresta possono essere combinati per creare oggetti essenziali come armi, trappole e strumenti per la caccia o la cura delle ferite. Così come il trattamento delle ferite richiede la conoscenza delle piante medicinali disponibili nella giungla, i progetti per realizzare gli utensili richiedono materiali specifici.
Gli oggetti creati, inoltre, devono essere utilizzati nella maniera corretta. Ad esempio, per accendere un fuoco sarà necessario innanzitutto raccogliere dei rametti o dei pezzi di legna. Dopo aver creato la base, serve un materiale facilmente infiammabile per accenderlo, come nidi di uccello, fibra o foglie secche. A questo punto è necessario creare uno strumento per accendere il fuoco, come il trapano a mano. Una volta creato lo strumento e posizionato il materiale infiammabile nel punto giusto, potremo utilizzarlo per far apparire una piccola brace.
Come si evince dalle modalità di gestione della salute del personaggio e dal sistema di crafting, Green Hell si caratterizza dagli altri survival proprio per l’altissimo grado di realismo che offre e per il suo essere estremamente punitivo. Questo aspetto può risultare particolarmente esaltante per gli appassionati del genere, ma può rappresentare anche una barriera insormontabile per tutti coloro che non sono particolarmente avvezzi a questo tipo di meccaniche.
Questo aspetto, inoltre, è altamente amplificato dalla gestione dei comandi. La realizzazione dei progetti di crafting e l’amministrazione dello zaino in cui riponiamo i materiali raccolti e gli strumenti creati sono, infatti, troppo macchinose e complicate da padroneggiare. La presenza di un menù radiale attraverso cui selezionare i vari elementi non riesce, infatti, a semplificare nella maniera adeguata l’amministrazione del proprio inventario. L’impressione è quella che gli sviluppatori non abbiano voluto snaturare il sistema studiato per la versione PC del gioco, che su console risulta però molto scomoda.
Una foresta estremamente viva
L’andamento della partita in Green Hell, visto l’alto grado di realismo proposto, è influenzato anche dal ciclo giorno-notte e dalle condizioni atmosferiche dinamiche, che influenzano l’andamento del gioco. Le variazioni climatiche, come le piogge torrenziali, possono rendere difficoltoso accendere fuochi. L’arrivo del buio, invece, aumenta il rischio di attacchi da parte di predatori. Le notti nella giungla, infatti, sono particolarmente insidiose, con un livello di visibilità limitato che rende ancora più difficile difendersi dall’attacco di giaguari, caimani, ragni, serpenti e altri pericolosi animali che popolano la foresta amazzonica.
La mappa, inizialmente limitata, si espande man mano che il giocatore progredisce nella trama. Ogni area offre nuove sfide a cui sopravvivere: dagli animali predatori descritti poco fa a tribù indigene ostili, che possono essere affrontate direttamente oppure è possibile ricorrere a un approccio più cauto, nascondendosi nella vegetazione o fuggendo. L’esplorazione è libera, ma non priva di rischi: addentrarsi troppo lontano senza avere a disposizione risorse adeguate può condurre rapidamente alla morte.
Oltre alla modalità Storia, che ha una durata che si attesta attorno alle 15 ore, è inoltre possibile avviare partite personalizzate in cui lo scopo è quello di sopravvivere il più a lungo possibile. Quest’ultima tipologia presenta una serie di parametri che possono essere modificati, come il livello di aggressività dei nemici, l’implementazione della Permadeath, l’assistenza nel crafting e la velocità con cui Jake necessità di proteine, carboidrati, grassi e acqua. Le sessioni personalizzate risultano, quindi, potenzialmente infinite: la routine da seguire all’interno di queste partite, tuttavia, risulta ripetitiva e priva di novità di rilievo.
Grafica e sonoro: l’Amazzonia su Xbox Serie X
Dal punto di vista tecnico, Green Hell riesce nel suo tentativo di immergerci completamente nella foresta pluviale amazzonica. La fitta e rigogliosa vegetazione e la fauna tanto ostile quanto variegata permette di immergerci all’interno dell’ambiente, anche grazie alla scelta di utilizzare la visuale in soggettiva. L’ambiente è reso ancora più vivo e credibile dalle condizioni atmosferiche variabili e dal ciclo giorno-notte di cui ti abbiamo parlato in precedenza.
Il gioco sviluppato da Creepy Jar, tuttavia, soffre di una serie di limiti che penalizzano l’esperienza. La versione next-gen che abbiamo provato su Xbox Serie X, infatti, soffre di un framerate altamente instabile, che varia in maniera drastica. I 60 FPS a cui punta il titolo vengono raggiunti in pochi momenti, mentre nella maggior parte delle situazioni i fotogrammi oscillano tra i 30 e i 50. L’impressione che si ricava è che, ad avere un impatto così pesante sul gioco, siano soprattutto gli effetti di illuminazione. Durante la notte, infatti, la situazione migliora e il framerate rimane più stabile.
L’audio ambientale di Green Hell, invece, è convincente e variegato, con i suoni della natura che ci fanno immergere nell’ambiente ma che, al tempo stesso, creano un senso di costante tensione. Il fruscio delle foglie e il canto degli uccelli si mescolano così con suoni minacciosi, come i ruggiti dei giaguari o il sibilo dei serpenti. Le musiche, al contrario, sono utilizzate con estrema parsimonia, lasciando che siano proprio i suoni della foresta, della sua flora e della sua fauna a caratterizzare la scena.