Green Hell VR è la controparte in realtà virtuale dell’omonimo titolo uscito su PC nel 2019 e che ha riscosso a suo tempo pareri davvero molto positivi fra gli utenti e la critica, rendendolo un caposaldo del genere survival nel panorama videoludico. Quando abbiamo saputo che Incuvo stava lavorando a una versione per realtà virtuale, siamo rimasti dapprima estasiati, poi un po’ perplessi pensando ai limiti tecnici del Meta Quest nella sua versione stand alone, ma tirate le dovute somme dopo averlo provato a fondo ci siamo ricreduti.
Non potendo contare sulla potenza della sua controparte per PC, Green Hell VR ha dovuto limare parecchie delle sue componenti, dal colpo d’occhio grafico, alla complessità delle meccaniche, puntando tutto sul fattore coinvolgimento, essenziale soprattutto per i giochi in realtà virtuale, e da questo punto di vista Incuvo è riuscito a fare un lavoro eccelso.
Green Hell VR: la giungla e la scomparsa moglie
Pur essendo puramente un gioco survival, Green Hell VR non fa mancare una trama che serve anche da pretesto per giustificare la nostra presenza in mezzo alla pericolosissima foresta pluviale amazzonica. Vestiremo i panni di Jake Higgins, famoso antropologo il quale è in viaggio con la moglie per far visita a una tribù locale, con la quale vi erano stati dei malintesi in precedenza. Nostra moglie insisterà per incontrare i membri della tribù da sola, ma qualcosa andrà storto e perderemo le sue tracce.
Da qui inizia la nostra avventura, da soli, nel bel mezzo di un territorio tanto affascinante quanto letale, con provviste limitatissime e senza strumenti per sopravvivere a lungo. Da queste condizioni scaturisce il fatto che il nostro istinto di sopravvivenza cercherà di avere la meglio, adattandosi e trovando soluzioni per non perire in quel luogo, mentre cercheremo tracce su nostra moglie.
Da qui Green Hell VR si mostra nella sua componente survival che, come dicevo prima, è molto più limitata rispetto la versione PC, con meccaniche più facilitate e molte meno opzioni di creazione, ma non per questo meno esaltante, anzi. Il fatto di non essere molto complesso, anche se sprovvisto di un tutorial, renderà il titolo accessibile a molti, anche non esperti del genere.
Tutte le azioni si compiranno in modo naturale e “reale”: procurarsi la legna richiederà l’abbattimento di arbusti e piccoli alberi, tramite l’ausilio del nostro fido machete e il sudore del gomito dato dai colpi necessari all’abbattimento, così come mangiare frutta o razioni richiederà di avvicinare il cibo alla bocca e via dicendo.
Posizionare la legna, raccogliere erba secca e una pietra focaia da sfregare per innescare il fuoco in modo da scaldarci o preparare del cibo, richiederà ovviamente azioni manuali, e non nego che in certi frangenti un po’ di esercizio fisico ha iniziato a farsi sentire.
Gli strumenti base a nostra disposizione saranno pochi: un orologio da polso sul quale controllare i nostri parametri, un diario dove troveremo i progetti e le scoperte, una radio portatile e uno zaino, quest’ultimo indossato sulla schiena e che riempiremo manualmente con le risorse che vorremo trasportare, poggiandolo per terra e inserendole in esso. Nel corso della nostra avventura avremo la possibilità di costruire altri attrezzi, così come vere e proprie strutture per ripararci dalle condizioni meteo avverse o per riposare, anche se spesso ci ritroveremo a utilizzare metodi più “artigianali”, come battere con un altro oggetto su una punta di legno da conficcare nel terreno.
Sopravvivenza tecnica
Insomma Incuvo dal punto di vista del coinvolgimento, ha prestato particolare attenzione in tutte le fasi di gioco in Green Hell VR, compensando così le sue lacune prestazionali o tecniche, anzi facendole proprio dimenticare anche ai veterani del titolo originale, i quali in men che non si dica si ritroveranno immersi a vagare in questo inferno verde.
Rimanere seduti sotto un riparo improvvisato ad ascoltare la pioggia battente, saltare a ogni minimo fruscio di cespugli, soprattutto durante le notti buie, sperando che sia solo il vento e non un feroce predatore, riesce a trasportare il giocatore nel mondo di Green Hell VR, e i suoi comandi semplici e intuitivi riescono a rendere l’approccio più facile anche ai meno esperti.
In conclusione il titolo riesce a compensare tutte le mancanze tecniche, con l’enorme fattore coinvolgimento, rendendolo un’esperienza unica nel suo genere e accessibile anche a chi volesse solo basarsi sull’esplorazione senza la paura di dover sopravvivere, grazie alle differenti opzioni di personalizzazione.