Il celebre free to play Fortnite, probabilmente il battle royale con più successo in assoluto, oramai è conosciuto da chiunque; chi ci gioca conosce bene le sue particolarità rispetto ad altri giochi, e tra le tante ci sono una serie di emote, o balli, provenienti da persone che li hanno fatti nella vita vera. Una cosa che in pochi sanno è che Epic Games, la casa produttrice del gioco, non ha mai chiesto il consenso di introdurre tali balli ai legittimi proprietari, e le prime ripercussioni di questa evitabilissima disattenzione si manifestano oggi: il rapper americano 2 Milly sta prendendo in considerazione un’azione legale contro Epic Games per l’utilizzo della sua mossa da ballo, The Milly Rock, in Fortnite, anche se potresti conoscerla meglio come l’emote premium della stagione 5 “Swipe It“. Egli afferma “Tutti quanti mi dicevano “Yo il tuo ballo è nel gioco”, ma è solo per fare soldi, così ho pensato che la cosa non può andare avanti troppo a lungo”.
Una foto di 2 Milly mentre esegue il ballo
Per diversi mesi, gli artisti dietro alcune mosse hanno chiesto a Epic di ricompensarli, o almeno di “Mettere le canzoni rap attuali dietro le danze che fanno tanti soldi come emotes”, ma come fa notare Merlyne Jean-Louis, avvocato d’affari e dello spettacolo, nella storia della CBS non esiste una giurisprudenza che abbia stabilito un precedente per il copyright delle opere coreografiche, e l’US Copyright Office non può attualmente accettare brevetti di copyright per le mosse individuali di danza a causa dell’espressione coreografica creativa. In poche parole gli artisti a cui sono stati “rubati” i balli non possono farci niente, ma la vera domanda è: lo sviluppatore dovrebbe compensare o no i creatori delle mosse? O perlomeno dovrebbe aggiungere ai balli le rispettive canzoni in sottofondo? A livello di etica dovrebbe fare almeno una delle due cose, ma vedremo come andrà a finire.
2 Milly a fine intervista aggiunge “Non voglio nemmeno fargli causa per tutti i milioni, capisci cosa sto dicendo? Sento solo che devo proteggere ciò che è mio“.
Adesso sta ad Epic Games decidere il da farsi, anche se credo che in fondo sappia già quello che deve fare.