Se da un lato ci troviamo davanti a casi di licenziamenti massivi da parte di software house che, in generale, godono di salute stabile se non buona (leggi: Activision Blizzard), purtroppo c’è chi deve fare di questa pratica obbrobriosa ed estrema una necessità dettata dal mercato. Le alte sfere della casa di produzione ArenaNet, rinomata per il gioco di ruolo online Guild Wars 2, hanno infatti inviato una mail ai loro impiegati ventilando la possibilità praticamente certa di “una riorganizzazione dovuta al declino degli introiti“.
Le nostre entrate nel settore dei giochi online stanno calando laddove l’età dei franchise, i ritardi di sviluppo sul mercato dei PC e su quello delle piattaforme mobili hanno creato ulteriori ammanchi dai nostri prospetti sulle entrate, mentre i costi operativi a occidente sono aumentati. Il punto in cui ci troviamo non è accettabile, e non ci preparerà a un successo futuro.
La mail porta la firma di Songyee Yoon, CEO della divisione occidentale del colosso coreano NCSoft, che già possiede il marchio ArenaNet. Stando alle parole di Yoon, un tale declino nel mercato non può che portare come naturale conseguenza alla fusione dei due brand, cosa che, come i più smaliziati possono immaginare, porterà certo a licenziamenti di massa di un certo rilievo. Purtroppo, non ci sono ancora notizie certe su quanti degli attuali 400 impiegati di ArenaNet sopravvivranno all’epurazione finanziaria.
I principali motivi dell’esubero sono da ricondurre allo sviluppo tardivo di molti prodotti ancora non annunciati all’interno dello studio e dal mancato successo di molti progetti lanciati negli scorsi anni.
Nell’attesa di ulteriori novità, noi di iCrewPlay non possiamo che sperare che la tempesta che sembra addensarsi sul futuro dei dipendenti di ArenaNet passi senza fare troppi danni, visto anche come Guild Wars 2 è riuscita a creare in Italia un piccolo ma solido nucleo di utenti affezionati.
Nulla che non avvenga in qualsiasi ambito. A maggior ragione in paesi dove il concetto di lavoro è più flessibile, in cui i licenziamenti fanno da contraltare alle dimissioni
Ciò non rende la cosa migliore sotto il profilo umano