Martedì 28 Gennaio è uscito Shadow in the Ice, il secondo capitolo di The Icebrood Saga, la quinta living story di Guild Wars 2. Se non sai di cosa sto parlando, sappi che questo mmorpg aggiorna periodicamente le proprie storie tramite delle vere e proprie stagioni che aggiungono anche mappe da esplorare, eventi da affrontare e ricompense da ottenere. Un sistema che ha permesso al gioco di mantenersi vivo e molto legato alla propria community di fan. Chiarito questo, andiamo a vedere cosa ci presenta questo capitolo.
Tra la Neve ed i Sussurri
Shadow in the Ice non perderà tempo e ci farà raggiungere velocemente la sezione ovest delle Bjora Marches. Questa è infatti la prima sorpresa. Piuttosto che aggiungere una mappa nuova, il capitolo espande quella che era stata aggiunta da Whisper in the Dark (che era in effetti molto piccina). Era dai tempi della seconda Living Story che questo non avveniva ed è in realtà una soluzione da me apprezzata visto che permette di avere mappe più curate e dettagliate, una caratteristica che era un po’ venuta a mancare nelle ultime regioni aggiunte che spesso sembravano un po’ vuote.
La resa grafica di questa nuova area è, come sempre, impressionante. I panorami sono capaci di lasciare a bocca aperta chiunque e la musica si sposa alla perfezione con gli ambienti, gli effetti grafici e l’atmosfera generale dell’area. Questa abbandonerà le sfumature horror in favore di uno stato di inquietudine costante. Anche solo durante una semplice esplorazione senza scopo, il giocatore si troverà a fare i conti con apparizioni inquietanti, sussurri trasportati dal vento e tempeste di neve che ridurranno la visibilità a schermo. Si avrà la sensazione di essere davvero soli e la mappa riuscirà bene a trasmettere una sensazione di inquietudine e catastrofe imminente. Sembrerà quasi di sentire il freddo attanagliarci il cuore.
A livello di gameplay, anche qui troverete un solo waypoint centrale e mancheranno i renown heart (le missioni) tipici delle altre regioni delle Living Story. Mancherà anche quasi completamente un meta event in favore di un enorme world boss (che però si merita un discorso a parte). La mappa sarà comunque organizzata intorno a quattro fulcri principali: i tre santuari degli Spiriti delle Terre Selvagge perduti (aquila, bue e ghiottone) e le viscere congelate del Lago Drakkar. In generale questi saranno i vostri punti di riferimento insieme al villaggio dei Kodan al centro.
Anche la storia prosegue da dove l’avevamo lasciata, ma si concentra ancora di più su Braham, sugli Spiriti delle Terre Selvagge e su quanto Jormag abbia (e stia) influenzando in negativo la vita dei Norn, dei Kodan e di tutti coloro che vivono a nord. Si avrà proprio la sensazione di trovarsi davanti ad un potere alieno ed inimmaginabile, degno del migliore Lovecraft, capace di corrompere anche le menti più solide… e ci troveremo a fare i conti in prima persona con questa corruzione.
Aumenteranno ovviamente anche i riferimenti a Guild Wars: Eye of the North. Il capitolo riuscirà a mettere in dubbio le certezze del giocatore perché le razze di Tyria sembreranno sempre più abbandonate ad un destino di sofferenza (gli dei sono andati via, gli spiriti sono corrotti, Koda non risponde più ai suoi figli) mentre Jormag è l’unico che si pone come “salvatore”. Ma è davvero possibile fidarsi di un drago antico? Il fatto che noi per primi arriviamo a provare un senso di confusione è prova del fantastico lavoro di sceneggiatura di questa nuova stagione.
Il Ritorno di Drakkar e le Altre Novità
Merita sicuramente un discorso a parte il nuovo world boss, Drakkar, quello che è a tutti gli effetti il braccio destro di Jormag e che permette ai suoi sussurri di estendersi lungo tutte le terre settentrionali di Tyria. In questo secondo capitolo ci troveremo ad affrontarlo sia nella storia che come parte di una enorme catena di eventi che ci condurrà nelle profondità del lago ghiacciato per uno scontro finale dal sapore epico. Sarò onesto, era dai tempi di Tequatl che non vedevo un world boss così complesso e spettacolare. Questo scontro è degno della storia di questo drago all’interno del gioco.
Quanto alle altre aggiunte di gameplay del capitolo, queste tendono più che altro ad espandere quanto già era stato inserito da Whisper in the Dark. Sono stati aggiunti 37 achievement (che con i 20 della parte est faranno un totale di 57, pari a quelli di una vecchia mappa completa), i light puzzle vedono ora coinvolti dei veri e propri jumping puzzle che metteranno alla prova la precisione (e la pazienza) dei giocatori, è stato aggiunto un terzo tier per le maestrie del dominio dell’essenza ed un terzo e un quarto per la maestria Raven Attunement (il terzo sarà fondamentale per attivare dei portali che permetteranno l’esplorazione completa della mappa), infine è stato aggiunto un terzo tier di set di armi Illuminated Boreal (preparati a farmare come una bestia per ottenerle) e un set di armature Raven (che fino ad ora avevamo visto solo addosso agli NPC).
Molto interessanti sono i nuovi eventi della serie Trial of Koda. Questi sono degli eventi dinamici a rotazione che hanno dei tier al loro interno e che copriranno gran parte dei nuovi achievement. La cosa interessante è che saranno legati a delle bolle temporali che ricorderanno molto quelle viste in Jahai Bluffs, ma saranno uniche per ogni giocatore. Ti capiterà quindi di vedere e provare qualcosa di specifico che gli altri personaggi presenti in mappa non vivranno. Un’interessante evoluzione dei normali eventi di Guild Wars 2. A essere onesti anche la nuova Stryke Mission è particolare e meriterebbe un piccolo discorso, ma non possiamo davvero parlarne senza fare spoiler e quindi, fidati di quanto scritto, merita di essere provata.
Conclusioni
Ho letto di molti giocatori che si sono lamentati della mappa piccola, ma onestamente non mi trovo d’accordo con queste critiche. E’ vero che le ultime living story avevano dato via ad una tendenza che sembrava andare verso regioni sempre più grosse, ma questo arrivava spesso a scapito della qualità di gioco della mappa stessa. In Shadow in the Ice ho invece ritrovato una cura del dettaglio che non percepivo da tempo ed ho particolarmente apprezzato la volontà di sperimentare con le meccaniche di un gioco che, alla fine dei fatti, è anni che funziona sempre allo stesso modo.
Il capitolo è interessante anche per il fatto che ci permette, attraverso la storia ed altre informazioni presenti nella mappa, di approfondire ulteriormente la vasta lore del gioco, andando a indagare dettagli che erano stati lasciati in sospeso da tanto tempo. Se sei un collezionista compulsivo di conoscenza o un vecchio giocatore del primo Guild Wars preparati a restare affascinato ad ogni svolta degli eventi perché le sorprese e le citazioni non saranno poche.
La parte più apprezzabile di Shadow in the Ice (e in generale dell’intera Icebrood Saga) è però, a mio parere, l’atmosfera generale. Muovendoci a nord siamo entrati in una terra fatta di ghiaccio e toni cupi, ma non è solo l’ambiente (reso comunque magnificamente) a condizionare il nostro stato animo. I suoni, gli eventi, le musiche, tutto è mirato a farci provare una sensazione di gelo interiore. Esplorare le terre dell’estremo nord ci sembrerà come camminare da soli in una stanza completamente buia mentre un vento gelido ci sferzerà costantemente il viso trasportando sussurri inquietanti. Dopo un periodo di smarrimento, ArenaNET sembra aver imboccato la strada giusta.