Guilty Gear Strive sembra essere l’ennesimo gioco a cui vengono applicate delle piccole censure con patch invisibili, tutto per non minare la grande potenza cinese. Infatti, la patch in questione pare essere la v1.03, notificata sul forum ResetEra e poi menzionata sul forum Steam del gioco.
La patch non riguarda chissà quali grandi e significative censure; in realtà sono semplicemente state rimosse alcune menzioni dove, al tempo stesso, veniva nominata la Cina. Parliamo di Uiguri, Tiber, Taiwan, Mongolia, Singapore e altri paesi inseriti nella lore di Guilty Gear Strive.
Le parti incriminate sono due frasi, da “Affari internazionali dopo le crociate”, e ti riportiamo le modifiche fatte.
“Paesi che avevano un’alta densità di popolazione e tendevano a importare i loro alimenti, come la Corea, Taiwan e Singapore, non potevano risolvere i problemi della loro nazione con la sola disponibilità energetica” in originale.
La frase è diventata: “I paesi che avevano un’alta densità di popolazione e tendevano a importare i loro alimenti non potevano risolvere i problemi della loro nazione con la sola disponibilità energetica”.
Come puoi vedere sono stati rimossi completamente i paesi sopra citati. Ecco la seconda frase, in originale e poi corretta.
“La Cina ha ulteriormente ampliato i propri confini per comprendere l’Uiguri, il Tibet, la Mongolia interna, la Mongolia e la Siberia, regioni con una popolazione inferiore ma con molte risorse naturali”.
La frase è diventata: “La Federazione cinese ha ulteriormente ampliato i propri confini per comprendere le regioni vicine con una popolazione inferiore ma con molte risorse naturali”.
Guilty Gear Strive: patch silenziosa, come i suoi sviluppatori
Arc System Works si è chiuso nel suo silenzio, come Bandai Namco, nonostante le continue richieste di spiegazioni da parte dell’utenza. Proprio per questo loro silenzio si presume quanto detto sopra, che tutto ciò si tratta di una censura atta a non minare la potenza cinese.
Anche perché, ad aggravare la situazione, alcuni utenti come Chris Tapsell di Eurogamer ha citato la legge cinese che indica come un videogioco non possa contenere nulla che “minacci l’unità nazionale, la sovranità o l’integrità territoriale della Cina”. Non può esserci nulla che possa “danneggiare la sua reputazione, la sua sicurezza o i suoi interessi”. In tutto ciò ci sono anche la cultura e le tradizioni cinesi.
Inoltre è stato riportato alla luce come la Cina abbia diversi trascorsi con i paesi rimossi, come le accuse verso la Cina che sembra stia costringendo moltissimi tibetani a vivere in centri di addestramento di tipo militare.
I'm disappointed to see that @ArcSystemWorksU @GUILTYGEAR_PR bent a knee to the CCP. #PS5Share, #GuiltyGearStrive pic.twitter.com/8KOhmtmeL6
— Nabil Mehari (@Neoxon619) June 30, 2021
Su Twitter sono partiti tantissimi messaggi per far emergere la questione e questa storia va ormai avanti da tantissimi anni, passando da Blizzard Entertainment nel 2019 ad Animal Crossing New Horizons nel 2020, vietandone la vendita.
Possiamo solo sperare che l’editor e il team di sviluppo rispondano alle domande della community per, almeno, far calmare le acque.