Disponibile su PC dal 18 novembre 2021 tramite piattaforma Steam, Gunfire Reborn è finalmente pronto per approdare anche sulle console di vecchia e nuova generazione (Xbox One, PlayStation 4, Xbox Series X/S e PlayStation 5) esclusa l’ibrida Nintendo Switch. Come si comporterà l’FPS-Roguelite sulle nostre macchine da gioco casalinghe? Scoprilo nella nostra recensione effettuata su Xbox Series X!
Gunfire Reborn: Roguelike o Roguelite?
Partiamo subito parlando del gameplay di Gunfire Reborn, non solo perché, di fatto, è il vero fulcro del gioco, ma anche perché bisogna premettere attentamente il genere di appartenenza: siamo infatti di fronte ad uno sparatutto in prima persona-roguelite con elementi da gioco di ruolo (se preferisci le sigle, ad un FPS-roguelite con meccaniche GDR).
E’ importante capire che per rogue-lite si intende una versione più permissiva del classico clone di Rogue, con alcune meccaniche votate all’accessibilità per i giocatori (QUI il link al nostro articolo dettagliato sulla differenza tra i due generi videoludici). Detto questo, proseguiamo.
Spara, spara e ancora spara!
Il nostro obbiettivo in Gunfire Reborn sarà semplice: “sconfiggere nemici per sbloccare armi e potenziamenti e diventare più forti per poter sconfiggere nemici più potenti e sbloccare armi e potenziamenti migliori e diventare ancora più forti per sconfiggere…”; si bhé, hai capito no?
Il titolo è di base uno sparatutto in prima persona, con un gun-play non eccellente ma molto buono, e comunque in linea con lo stile generale del gioco, che si basa più sulla velocità d’esecuzione che non sulla mira precisa (anzi, tolti i fucili da cecchino, le armi non avranno il classico sistema per mirare con precisione).
Oltre all’utilizzo delle armi da fuoco, potremmo utilizzare i tasti dorsali per attivare le nostre abilità, differenti per ciascun personaggio; per iniziare, potremmo contare solo sul “Crown Prince”, ovvero il principe-gatto che ci guiderà anche nel prologo, ma successivamente avremo accesso ad altri 6 eroi, tra cui il cane-pirata Ao Bai, in grado di impugnare 2 armi contemporaneamente, oppure il volatile arciere Qing Yan, capace di compiere un attacco in salto.
In quanto roguelite, ad ogni morte saremmo costretti a ricominciare dal 1° dungeon, quello di partenza, e riattraversare tutte le 4 ambientazioni presenti nel gioco; ciascuna di esse presenta le proprie sottosezioni, e sono tutte generate proceduralmente, mentre il boss finale di ogni area resterà il medesimo.
Nel corso dell’esplorazione avremo accesso ad oltre 40 armi tra pistole, fucili d’assalto, doppiette, ma anche guanti magici ed armi da mischia; completando ogni sezione e superando alcune aree segrete, invece, potremmo mettere le mani su alcune antiche pergamene, le quali non faranno altro che attivare dei bonus passivi e/o abilità auto-attivanti che spariranno dopo il loro utilizzo.
Ovviamente, in pieno stile roguelite, tutto ciò che raccoglieremo tra armi e potenziamenti andrà perduto per sempre in caso di disfatta, lasciandoci la sola possibilità di incrementare le caratteristiche del nostro personaggio con l’esperienza accumulata nei dungeon, di modo da ritornare sul campo di battaglia più coriacei di prima.
L’ esperienza shooter di Gunfire Reborn risulta essere appagante, le armi si distinguono bene tra di loro e diverranno col tempo facilmente riconoscibili per capire subito con quale vogliamo proseguire la nostra avventura. Il loop di morte e re-inizio dei dungeon viene quantomeno ammorbidito dalla progressione in-game del nostro PG, ma resta una caratteristica fondamentale del genere videoludico, ed in quanto tale, va accettata senza riserve per godersi appieno il titolo.
Comparto grafico: che stile!
Per quanto riguarda il comparto tecnico di Gunfire Reborn, siamo di fronte ad un piccolo gioiellino con giusto qualche sbavatura nella rifinitura poligonale: lo stile grafico che mischia cartoon e fumetto crea un ambiente tenero e puccioso, ma senza rinunciare alla “cazzutaggine” delle armi, molto simili a quelle fuori di testa della serie Borderlands (da cui il titolo ha chiaramente preso ispirazione).
Sicuramente alcune location risultano spoglie e prive di molti (a volte troppi) dettagli, ma la velocità imposta dal gameplay frenetico le fa passare senza problemi in 2° piano. Dulcis in fundo, almeno su console Xbox Series X, il titolo viaggia senza freni con gli FPS sbloccati, rendendolo fluido come nessun altro titolo sino ad ora visto su console.
In compagnia è meglio!
In realtà non c’è molto altro da dire su Gunfire Reborn; la trama è solo un pretesto per poterci lanciare nei vari dungeon e costringerci a trovare una via d’uscita distruggendo qualsiasi cosa ci si piazzi d’avanti, il gameplay da roguelite è perfettamente eseguito nel suo ciclo di combatti-muori-potenziati-riprova ed il comparto grafico più che discreto riesce a dare al titolo una sua personalità. La vera chicca del titolo, che, salvo non siate amanti del genere, potrebbe presto venirvi a noia, è il comparto multiplayer.
Con la possibilità di giocare insieme ad altri 3 utenti, il divertimento di Gunfire Reborn si triplica! Il titolo, da solido e più che discreto, si trasforma in uno sparatutto caotico ma non per questo incomprensibile, in grado di intrattenere per diverse ore un gruppo affiatato in cerca di una sfida o una compagnia che vuole solo farsi due risate giocando senza impegno.
Sopra ogni opinione, se ne avrai la possibilità (magari sfruttando il Game Pass!) ti consiglio vivamente di provare Gunfire Reborn con i tuoi amici, o comunque con un gruppo di giocatori. Il titolo è attualmente disponibile per tutte le console eccetto la Nintendo Switch.