Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria “invasione retro’”, che ha portato, sulle attuali console, numerosi giochi degni degli anni ’80 e ’90.
Gunpowder on The Teeth: Arcade è uno di questi e si presenta molto bene con la sua palette monocromatica, pur non essendo tutto rose e fiori.
Le sezioni platform sono troppo abbondanti? I controlli saranno intuitivi? Scopriamolo insieme.
La chiamata del dovere
Dopo un brevissimo briefing, verremo immediatamente catapultati nel bel mezzo dell’azione, in prima linea. Il compito è semplice: infiltrarci con la nostra squadra dietro le linee nemiche in ogni modo possibile. Per raggiungere l’obiettivo dovremo distruggere le torri radar, così da fare iniziare l’assalto delle nostre truppe e penetrare nelle fortezze nemiche, utilizzando le abilità di tutta la nostra squadra per sbaragliare i nemici.
Si tratta, dunque, di un titolo indie che mescola elementi platform e shooter con una grafica pixellosa e una difficoltà hardcore tipica dei tempi andati. E quando dico difficoltà hardcore, sono generoso nel definire un gioco in grado di farci ripetere a memoria l’intero calendario più e più volte.
Il titolo infatti è programmato in modo tale che il giocatore debba ricorrere a tutta la propria pazienza per padroneggiarlo, senza abbandonarsi all’ira.
La nostra avventura si dipana lungo 5 location per un totale di 15 missioni principali. A queste si aggiungono delle missioni speciali, a bordo di veicoli, che si concludono ognuna con una boss fight. 5 saranno anche i personaggi a nostra disposizione, ognuno appartenente ad una classe diversa e con un differente equipaggiamento.
Le missioni avverranno a bordo di veicoli, avremo a disposizione carri armati, elicotteri e caccia, che ci consentiranno di variare la formula di gioco e seminare il panico tra i nemici. Come avviene per molti titoli classici, anche Gunpowder on The Theet ha degli easter egg e segreti da svelare man mano che si procede, questi ci consentiranno di sbloccare un personaggio segreto e qualche collezionabile.
Per quanto non ci si aspetterebbe mai un gameplay così difficile, siamo davanti ad un platform molto severo e sfidante.
Il mondo di gioco è ben costruito, con un buon design old school che ci restituisce un run & gun frenetico, reso ancora più piacevole dallo stile particolare che, come detto, ricorda da vicino i titoli per il primo GameBoy.
Il layout dei livelli diventa sempre più difficile man mano che proseguiamo e sarà necessario ripetere più volte le varie sezioni per poterle conoscere bene; quando dico più volte, intendo davvero tante, con il gioco che talvolta può essere talmente tanto crudele da farci respawnare sul filo spinato, se non saremo rapidi ad evitarlo.
Tuttavia padroneggiare i vari livelli diventa divertente, una volta che ci saremo riusciti; anche se va detto che, almeno secondo i miei ricordi, è un titolo molto più difficile rispetto a quelli del passato (tranne Contra e pochi altri). Sarebbe stato opportuno inserire un selettore di difficoltà alla schermata iniziale, per coinvolgere un maggior numero di giocatori che, ora come ora, potrebbero essere tentati ad abbandonare Gunpowder dopo pochi minuti, convinti dell’impossibilità di portare a termine il gioco a questo livello di difficoltà.
Purtroppo, la grafica monocroma rende talvolta difficile vedere alcune cose durante la partita, specialmente, data la predominanza del verde, per i daltonici per cui non è prevista alcuna modalità in aiuto.
I comandi molto semplici, dal momento che ci si limita a muoversi, saltare e sparare, non sono riconfigurabili liberamente; risultano comunque molto reattivi, come
è necessario in questa tipologia di giochi.