Habroxia è un videogioco arcade a scorrimento orizzontale e verticale con dinamiche shoot’ em up a tema fantascientifico, rilasciato il 25 settembre per PlayStation 4, PS VITA e disponibile anche per Nintendo Switch dal 26 settembre.
Un gameplay nostalgico
Se come me avete almeno sfiorato l’epoca dei videogiochi arcade nelle sale gioco, allora, nel momento in cui avvierete Habroxia sulla vostra console, non potrete fare a meno di pensare a quell’atmosfera; vi sentirete immersi in una sala con dei gettoni in mano, pronti a fare un’altra partita spendendo la vostra misera paghetta settimanale.
Il primo impatto che si ha con il titolo è questo. Un gameplay molto nostalgico che richiama un passato ormai lontano. La tecnologia va avanti e i tre pixel che eravamo abituati a vedere ormai sono diventati obsoleti, lasciando spazio a grafiche fotorealistiche davvero impressionanti. Ma il fascino di un videogioco e soprattutto il divertimento che ne deriva non dipende solo dalla grafica. La nostra generazione passava le ore giocando con titoli davvero semplici, privi di trama, privi di colori ma molto divertenti.
La cura nel richiamare quegli anni, si nota davvero in tutto. La musica ricorda molto quella dei giochi arcade e platform degli anni’ 80-90, stessa cosa per quanto riguarda la grafica in stile retrò davvero ben riuscita. Le scritte del menù di gioco ricordano, anzi sembrano essere, quelle delle vecchie versioni del programma Word, su PC giurassici.
Il gameplay di Habroxia risulta davvero divertente e abbastanza fluido. La finalità è quella di sparare al maggior numero di navicelle possibile per battere il record di altri giocatori e affermarsi come vincitore. Durante ogni livello, le navicelle nemiche abbattute rilasciano power up per agevolare il lavoro al giocatore e creare delle combo letali; inoltre vengono rilasciati anche dei crediti che, una volta accumulati, consentiranno di acquistare delle abilità potenziabili. I livelli in totale sono 15, ognuno di essi è rigiocabile; se non si è contenti del proprio record si hanno, dunque, infinite possibilità di provare a superarlo scalando la classifica. Al termine di ognuno di essi, c’è un boss finale la cui energia vitale è rappresentata da una lunga barra blu nella parte alta dello schermo.
La trama come si può già immaginare, è del tutto inesistente.
Emulare sì, ma con stile
Veniamo ora agli aspetti negativi del titolo. Sebbene fluida, la meccanica di gioco non è perfetta ma presenta alcuni piccoli errori; i power up che cadono dopo aver distrutto una navicella finiscono, alle volte, in zone improponibili che non si possono raggiungere senza il rischio di scoppiare del tutto.
Il fatto che i power up non cadano per via dell’assenza di gravità è ammirevole, ma è una scelta che non mi sento di appoggiare perchè rende molto scomodo e legnoso il gameplay. Non credo che tutti gli elementi di gioco rispettino alla perfezione la fisica quantistica, ergo mi sembra assurdo cominciare proprio dagli oggetti rilasciati dai nemici; inoltre, non sono intuitivi da usare, per non parlare dei razzi che si muovono in modo automatico e che spesso partono senza la presenza di nemici o sbattono tra le rocce mancando completamente il bersaglio.
Ultima ma non meno importante, la ripetitività assoluta degli scenari. Siamo sì di fronte a un titolo che ha come scopo quello di emulare tempi passati, ma questo non giustifica che ci debba essere, lo stesso sfondo ripetuto per tutti i livelli.