Hades è ormai sulla vetta del monte Olimpo dei videogiochi, affiancato da produzioni tripla A di incredibile spessore, riuscendo a fare incetta di premi nei maggiori eventi dedicati al mondo videoludico, vincendo il GOTY ai D.I.C.E. Awards 2021 e ben quattro premi, tra cui “miglior gioco dell’anno” al BAFTA Games Awards 2021.
Insomma, nonostante appartenga a un genere, sebbene popolare, ma di nicchia come quello dei rogue-like (anche se ormai sdoganato, anche grazie al successo di Returnal), il titolo di Supergiant Games è riuscito ad entrare nel cuore di tutti noi appassionati.
Ma come nasce un capolavoro di questo calibro? A parlarcene è lo stesso Creative Director, Greg Kasavin, in occasione del lancio di Hades, il 13 agosto, su PlayStation 4 e PlayStation 5 (ma anche i fan di Xbox non verranno lasciati orfani, i quali avranno la possibilità di giocarlo grazie all’Xbox Game Pass).
Hades, la nascita di un capolavoro
I primi passi per la realizzazione del progetto Hades sono iniziati alla fine dell’estate del 2017, poco dopo il lancio di Pyre, terzo gioco sviluppato da Supergiant Games che aveva recentemente festeggiato il suo 10° anniversario.
Come avviene per tutti nel corso della propria vita, i ragazzi di Supergiant hanno cominciato a riflettere su quello che poteva essere il loro prossimo futuro. Bastion, Transistor e Pyre sono stati ottimi giochi, ognuno con la propria personalità e stile, ma era il momento di fare un ulteriore passo in avanti.
“L’obiettivo principale in ogni progetto era creare un mondo ricco di atmosfera e completamente sviluppato in cui immergersi. In pratica, questo significava scartare le nostre idee migliori per il progetto precedente e ripartire da zero.”
L’idea di ricominciare tutto da capo viene messa da parte e con Hades, viene fatto l’esatto opposto: sfruttare le idee migliori e l’esperienza acquisita per creare qualcosa di ancora più grande. Creare un “titolo di successo” che al suo interno avesse il meglio dei progetti passati della software house.
“il pensiero di mettere da parte tutte le nostre idee migliori del passato ci era sembrata una limitazione inutile.”
Le idee alla base di Hades sono principalmente cinque, le quali vanno a toccare il genere, l’ambientazione, il ritmo del titolo, il gameplay e la struttura narrativa. Ma vediamoli uno per uno.
Un rogue-like narrativo
È ormai difficile che qualcuno non sappia in cosa consiste questo genere di titoli, ma è comunque sempre bene ricordarlo. I rogue-like sono giochi incentrati sulla rigiocabilità, in cui ogni volta che muori dovrai ricominciare da capo, ma trovandoti davanti a un’esperienza diversa da quella precedente, poiché i livelli sono creati in modo procedurale.
Supergiant Games ha pensato di creare un titolo simile, valorizzando ancor di più l’aspetto narrativo e il modo di raccontare la storia tipico di questi giochi, sfruttando i punti di forza del team e rivolgendosi a un target più ampio di videogiocatori.
La prima ambientazione non originale
Tutti i giochi creati da Supergiant sono caratterizzati da mondi unici, creati da zero dalla fantasia del team di sviluppo. Ma Hades è l’eccezione. Per la prima volta la software house ha deciso di adattare un mondo, in questo caso la mitologia greca, al loro stile peculiare.
La scelta è ricaduta sulla mitologia greca per la passione che il team ha sempre avuto a riguardo. Inoltre, il loro scopo era proporre l’universo della Grecia antica in un’ottica diversa, “presentando gli Dei dell’Olimpo come un’unica grande famiglia disastrata e mettendo in primo piano il mondo degli Inferi e tutti gli Dei meno noti che racchiude.”
Tanta tanta azione
In questo caso, la fonte d’ispirazione è stato il primo titolo sviluppato dal team di Supergiant Games: Bastion. L’idea era quella di catapultare i videogiocatori nell’azione fin dai primi istanti di gioco di Hades.
Un’altra volontà degli sviluppatori è stata quella di dare ai giocatori la facoltà di potersi divertire anche in brevi sessioni di gioco della durata di pochi minuti o qualche ora, rendendo Hades estremamente fruibile, così da non avere la necessità di doversi ritagliare per forza quelle ore di tempo per poter fare una partita e consentendo anche a coloro che non hanno molto tempo libero di goderne a pieno.
Un gameplay profondo e interconnesso
Su questo aspetto entra in gioco, come fonte d’ispirazione, il secondo titolo sviluppato da Supergiant Games: Transistor, nel quale il sistema di combattimento profondo e complesso che consentiva al giocatore di creare il proprio set di poteri combinando le proprietà di altri poteri in modi differenti.
Una caratteristica che si sposa alla perfezione con l’ambientazione di Hades, visto i numerosi poteri che provengono dai vari Dei dell’Olimpo che possono combinarsi tra loro in modo del tutto inaspettato.
Una storia incentrata su personaggi e senza game over
Ultima, ma non meno importante, la struttura narrativa. Qui è il terzo titolo sviluppato da Supergiant, Pyre, a fornire le idee e le lezioni necessarie per creare la storia di Hades. In Pyre, la trama proseguiva a prescindere dai tuoi successi o sconfitte.
In Hades hanno voluto ricreare questo concetto di storia ampia e continua, con il fallimento protagonista e motore della stessa, invece di essere una fonte di frustrazione per il giocatore. Quindi sta a lui decidere se lasciarsi coinvolgere dalla storia e dai personaggi di Hades, scoprendo che i personaggi sono sempre reattivi in basi ai risultati raggiunti.
Se volessi approfondire la mitologia di Hades abbiamo per te un articolo molto interessante a questo link, mentre se desideri avere una guida per essere pronto al lancio su console il 13 agosto, eccone un altro molto utile qui.