Sviluppato e pubblicato da Don’t Nod, Harmony: The Fall of Reverie è una visual novel nonché la prima opera del team che ha dato alla luce i primi capitoli di Life is Strange che con un gameplay ancora meno interattivo. Noi abbiamo provato a prevedere il futuro di Reverie e Brittle su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Harmony: The Fall of Reverie – un nuovo oracolo
Don’t Nod è famosa per saper creare belle storie, è innegabile. La loro esperienza, d’altronde, è costruita interamente su questo, sulla narrazione, su personaggi che vivono e che condividono disperatamente il proprio carattere contro una vita spesso imprevedibile. E in Harmony: The Fall of Reverie il concetto di imprevedibilità è ancora più accentuato nonostante il nostro ruolo di oracolo. Un oracolo con i poteri della preveggenza. Ironico, no? Ma procediamo con ordine.
Harmony: The Fall of Reverie è incentrato su Polly o Harmony che dir si voglia. Polly è una donna che torna nella sua terra (un generico e non meglio precisato “Sud”) per approfondire un evento che la riguarda molto direttamente: la scomparsa della madre. Sul perché si era allontanata e sul rapporto che a lega al genitore scomparso, nonché alla stessa “sparizione” lasciamo a te il piacere di scoprirlo. In effetti, a essere onesti, parlare di Harmony: The Fall of Reverie e della sua narrazione è in parte rischioso.
L’opera Don’t Nod può vantare un intreccio narrativo coinvolgente e molto maturo, nonostante un ritmo lento e abbastanza prolisso. Inoltre, parliamo di un’opera molto suscettibile alle decisioni del giocatore e che non risparmia nessuno. Mai. Questo garantisce la possibilità di vivere ognuno quasi la propria storia. Diciamo “quasi” perché è comunque una visual novel ramificata con binari prestabiliti anche se nel primo viaggio, difficilmente ci farai caso.
Ma torniamo a Polly o meglio, ad Harmony. Chi è Harmony? Banalmente, è sempre Polly ma in vesti di nuovo oracolo di Reverie. Questo è un nome che le viene affidato dagli abitanti del posto. O meglio, del mondo. L’altro mondo. Un luogo quasi magico dove Polly si ritrova quasi per caso. Reverie è dove vivono le Aspirazioni ed è un mondo strettamente collegato alla Terra (denominata anche Brittle). Così collegato che le azioni si influenzano a vicenda e con esse anche le Aspirazioni.
E parlando di Aspirazioni, questi che ricordano neanche troppo vagamente, per caratteristiche e ruolo, il gruppo di protagonisti di Inside Out, impersonano, come da nome, le aspirazioni umane. Ad esempio c’è il massiccio Potere, un omone elegante dal tono profondo e dal carattere deciso e duro. Insieme a lui conoscerai anche altri come Gioia, Legame, Caos… E nello scriverli, non possiamo che pensare che sono proprio le Aspirazioni i personaggi migliori del cast, nonché personaggi chiavi sia per il gameplay che per la narrazione stessa.
Lo scopo di Harmony, ossia dell’Oracolo, è infatti quello di eleggere l’Aspirazione che dovrà traghettare i mondi verso il futuro. Eleggere il nuovo cuore pulsante di Reverie. E se te lo stai chiedendo, no. Non è affatto semplice, nonostante i poteri di Harmony, nonostante alcune Aspirazioni si facciano discretamente detestare, il canovaccio narrativo di Harmony: The Fall of Reverie saprà mettere a dura prova la tua determinazione e riuscirà perfino a sorprenderti con colpi di coda inaspettati, soprattutto quando si inizierà a scivolare verso i titoli di coda. Ma bando alle ciance, scopriamo com’è giocare ad Harmony: The Fall of Reverie!
Una visual novel come tante ma non proprio
Harmony: The Fall of Reverie è una visual novel (qui un nostro approfondimento sul genere). Questo significa che, a differenza degli altri titoli di Don’t Nod, dove comunque l’interazione non era chissà a quali livelli elevati, non avrai modo di interagire con l’ambiente. Non c’è un personaggio da comandare, aree da esplorare o quant’altro. Qui siamo in una visual novel con tutti i suoi pregi e difetti. In poche parole, quello che farai di più sarà: leggere e prendere decisioni.
Fin qui tutto normale, le visual novel funzionano così e in effetti, Harmony: The Fall of Reverie rispetta tutti i canoni classici del genere: dal ritmo compassato a una mole di dialoghi abbastanza generosa e forse, in alcuni casi, inutilmente verbosa. Ma poi arriva l’Augural e scopri che Don’t Nod ha provato, nel suo piccolo, a cambiare un po’ le carte in tavola.
Cos’è l’Augural? In parole povere è una sorta di mappa in continua espansione che mostra un percorso. Il tuo e quindi anche quello dei due mondi. Un percorso in cui puoi solo avanzare, senza poter tornare indietro. Una mappa ben ramificata e che, nonostante una certa chiarezza e una buona dose di sintesi, mente. Mente perché se è vero che l’Augural offre il vantaggio di sbirciare un pochino di quello che verrà, muovendosi semplicemente lungo i rispettivi rami, è altrettanto vero che ciò che mostra è solo una piccolissima parte di quello che sarà.
Come è anche vero che, alcune decisioni, mostreranno le loro conseguenze dopo molto, molto tempo. Altre, invece, faranno esplodere effetti a catene mentre alcune, semplicemente, ritaglieranno fuori dall’Augural e quindi dalla propria esperienza di gioco, interi eventi (anche generosamente corposi). Questo significa che le decisioni non devono essere prese alla leggera ma, allo stesso tempo, non avrai mai la certezza delle conseguenze. Come, d’altronde, è la vita stessa. Imprevedibile. Harmony: The Fall of Reverie è deliziosamente imprevedibile e questo può piacere o meno.
Muoversi lungo l’Augural non è comunque una banale questione di click come potrebbe apparire all’inizio. Ben presto scoprirai che alcune scelte richiedono determinati “materiali” a loro volta legati alle rispettive Aspirazioni. Ecco quindi che il rapporto con questi personaggi acquista anche un valore ludico fondamentale. Avere qualche preferenza è inevitabile ma ti assicuriamo che ti troverai a tentennare più e più volte.
A questo sistema ludico semplice ma intuitivo possiamo però fare un appunto: la rigiocabilità. Tutti vorrebbero scoprire l’evento saltato, o provare a stringere amicizia con un’altra Aspirazione. Ebbene, in questo, Harmony: The Fall of Reverie non è per niente user friendly. Scordati di tornare indietro, scordati di poter riprendere da un determinato punto. Se vuoi vivere una nuova storia, dovrai ricominciare dal principio e questo, purtroppo, non farà piacere a molti.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando Harmony: The Fall of Reverie funziona in quasi ogni suo aspetto, dimostrando una cura del dettaglio pregevole. A tratti sembra quasi un film considerando l’efficacia delle animazioni. Gli effetti visivi, gli sprite delle fasi delle visual novel, tutto funziona bene seppur innovando poco nell’immenso mondo delle visual novel. Ancora una volta, sono le Aspirazioni a spiccare per caratterizzazione, in questo caso, esterna con un’estetica che non fa altro che raffozzarne l’identità.
Il sonoro di Harmony: The Fall of Reverie regala tracce orecchiabili, gradevoli, varie e mai invadenti. D’altronde Don’t Nod ha orecchio e difficilmente sbaglia. Molto buono anche il doppiaggio in inglese, completo e vasto, con una varietà di toni che differenzia bene i vari membri del cast (comunque abbastanza generoso). Unica nota stonata è la totale assenza dei sottotitoli in lingua italiano. Questo, unito a un linguaggio non semplice e a una mole di testo abbastanza elevata, potrebbe allontanare più di un giocatore.
Infine da evidenziare come Harmony: The Fall of Reverie giri benissimo in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo, senza alcun rallentamento di sorta. Ovviamente, la modalità portatile, in quanto tale, ha il vantaggio di poter far vivere l’avventura di Harmony ovunque vorrai.