Sviluppato da Atooi e pubblicato in sinergia con Limited Run Games, Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure è un intrigante e immediato platform game in 2D incentrato sull’utilizzo del rampino e dotato di una buona varietà di situazioni a cui si somma un editor di livelli e qualche piccola chicca extra legata ad altre opere degli stessi sviluppatori. Noi abbiamo vissuto l’avventura di Hatch su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione! Pronto a diventare un maestro nell’uso del rampino?
Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure e il nuovo eroe piumato
Prima di affrontare nel dettaglio le vicende narrative di Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure è bene ricordare le fondamenta di quest’opera. Prima di tutto, l’idea iniziale del progetto era un remake next-gen di Chicken Wiggle, un titolo che ha esordito sul tramonto del 3DS e che aveva in sé non poco potenziale, soprattutto grazie a un pratico editing con tanto di condivisione di livelli online e una discreta community di riferimento.
Non sorprende quindi il progetto promosso su Kickstarter di offrire nuova vita, soprattutta estetica, al prodotto originale. Il remake si doveva chiamare Chicken Wiggle Workshop, ripresentando i livelli originali, un nuovo editor e, ovviamente gli stessi protagonisti del titolo originale. Ebbene, dopo sei anni, il progetto arrivato ora su Nintendo Switch si è trasformato radicalmente. Non solo è cambiato il titolo, ma è cambiato anche il protagonista e le sue vicende. Eppure, Chicken Wiggle non è sparito del tutto, tutt’altro.
Ma diamo spazio al vero protagonista di questo titolo, tale Hatch, un piccolo e tondeggiante falco. Si tratta di unico personaggio (laddove Chicken Wiggle presentava una combo di personaggi) dotato di rampino il cui scopo è quello di salvare il regno da un antico male che si è risvegliato. Nel dettaglio, il regno fantastico si chiama Talonreach mentre il cattivo di turno porta il nome di Nazar ed è uno spirito dei ghiacci.
Nazar, infatti, sta distruggendo il regno con la sua crudele esistenza, congelando tanto i luoghi quanto i suoi abitanti a cui si aggiunge la presenza di mostri, trappole e magia oscura. Hatch è l’ultima speranza dell’intero regno e il suo scopo principale è quello di localizzare e recuperare gli otto sacri artefatti di Talonreach, delle particolari reliquie con cui potrà affrontare e intrappolare Nazar e porre fine al suo malevolo dominio.
Come avrai potuto intuire, la narrazione di Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure non sorprende per originalità e, anzi, il suo sviluppo procede in modo abbastanza classico e telefonato. Niente colpi di scena di sorta ma, in compenso, per chi conosce il mondo degli sviluppatori, ci saranno più di un easter egg includendo non solo il già citato Chicken Wiggle ma anche Mutant Mudd (di cui ci sono interi livelli opzionali).
Un platform discretamente vario
Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure è un platform in 2D discretamente classico e che incentra gran parte della sua avventura sulla padronanza del rampino. Hatch, infatti, seppur volatile, non vola. Per coprire grandi alture o voragini, può quindi fare affidamento sul rampino che, una volta scalgiato in una direzione, procede fino a una certa lunghezza. Se nel tragitto incappa in una superficie, si ancora per qualche secondo, dando la possibilità all’eroe di superare grosse alture o distanze.
Il rampino ha anche una funzione di attacco in quanto può essere scagliato sui nemici stordendoli temporaneamente. I nemici in Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure sono abbastanza numerosi, seppur poco vari nell’estetica e nei pattern (come da standard del genere). In parte rievocano il bestiario già osservato nel titolo originale su 3DS e sommariamente fungono più da ostacolo che da sfide ad arena (tant’è che possiamo anche semplicemente schivare in alcuni casi).
La varietà di Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure è dovuta essenzialmente alla struttura dei vari livelli. Questi vanno ad arricchire diverse mappe/biomi con un percorso lineare che sfocia in livelli opzionali da sbloccare (sia con determinati collezionabili, come le pergamene, sia accumulando una delle valute di gioco). Dopo la campagna principale, se ne sbloccherà una successiva che sarà, oltre che più difficile, decisamente apprezzata dai fan della serie.
La longevità del titolo, senza contare l’editing e i livelli da poter creare e condividere, è decisamente alta, considerando il genere di appartenenza e, come detto, la campagna stessa offre un discreto ritmo ludico. Alcuni livelli sono abbastanza standard e prevedono un percorso classico dal punto A al punto B fino a scovare un pennuto/amico da liberare. Altri livelli, invece, il pennuto amico lo nascondo tra piccoli dedali e starà a noi scovarla. Non mancano poi livelli dove collezionare un dato numero di cose, eseguire azioni dettate da un countdown e infine livelli dove scovare ed eliminare tutti i nemici sulla mappa.
All’interno di ognuno di questi livelli, ci saranno ben due tipologie di collezionabili. Il primo sono degli emblemi che dovremo scovare e raccogliere per sbloccare l’accesso all’ultimo livello del bioma di turno. Tale livello, tra i meno ispirati di tutti, ci porterà a collezionare una delle otto reliquie che ci porteranno all’unico boss del gioco (quello finale). L’altra valuta in game sono una sorta di rombi, ossia delle “gemme”. Ce ne sono cento per livelle e servono a sbloccare una serie di livelli opzionali.
Tra questi c’è Mutant Mudds, un videogioco che non si discosta molto per meccaniche dallo stesso Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure se non fosse che al posto del rampino ha una sorta di pistola che gli permette di colpire i nemici a distanza. Anche Hatch può eliminare i nemici, come? Prendendoli a beccate oppure, sfruttando al meglio uno dei power up sparsi per determinate mappe. Questi potenziamenti, che vanno dal volo alla possibilità di trivellare letteralmente i livelli, offrono ulteriore varietà al gioco.
E non finisce qui, alcune aree presentano anche delle crepe oscure che, se beccate, ci portano in aree violacee dove dover risolvere mini situazioni platform con una difficoltà leggermente più alta. Insomma, contenutisticamente parlando, già solo la campagna (o doppia campagna) di Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure è lodevole. Bisogna però evidenziare come il gameplay proposto sia abbastanza rigido. Hatch avanza un passo alla volta e il suo balzo è abbastanza macchinoso (oltre che “piccolo”). La sensazione è come quella di procedere in un livello composto da quadrati invisibili. In poche parole, non aspettarti la fluidità di Super Mario Wonders.
Per quanto riguarda la difficoltà, Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure non è completamente da sottovalutare. Considera che Hatch ha solo due vite, terminate quelle si ricomincia dall’ultimo check e in alcuni casi, ti ritroverai a dover raccogliere nuovamente i collezionabili più e più volte (cosa che potrebbe spazientire). Inoltre, la difficoltà aumenta all’aumentare dei livelli, soprattutto dopo la prima campagna… per la gioia degli appassionati.
Mi costruisco il mio livello
Come detto più volte, Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure dispone di un editor dei livelli discretamente vasto e interessante che permette di dar vita a una serie di situazioni stravaganti. Non siamo alla complessità di un Mario Maker ma il sistema è abbastanza intuitivo e dopo qualche ora di sperimentazione, si può dar vita a livelli appaganti e soprattutto originali (nonostante l’editing non sia vastissimo di suo).
Inutile dire che tutto ciò che si crea, potrà essere condiviso con la community dando ulteriore longevità al titolo. Considerando anche che potrai stabilire l’obiettivo da raggiungere e dar libero sfogo alla tua creatività, dando vita a livelli che di base richiamano sempre quelli sperimentati nella campagna principale.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Hatch Tales: A Heroic Hookshot Adventure si difende molto bene grazie a una resa estetica pulita e colorata, oltre che discretamente varia. Nulla di estremamente originale o accattivante ma funziona e offre un gradevole effetto nostalgico, rievocando un po’ i classici del genere. Buona la varietà di biomi, così come il bestiario decisamente coerente con l’atmosfera generale del titolo e che restituisce un feedback gradevole e adatto a tutte le età. Peccato per le animazioni, poco varie e un po’ legnose o “old style” che dir si voglia).
Il sonoro non è male seppur risulti leggermente sottotono e non molto coinvolgente ma, in compenso, non è mai fastidioso o ridondante. Peccato, invece, per la totale assenza della lingua italiana anche se la mole di testi a schermo è decisamente bassa. Infine, il titolo si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile particolarmente consigliata, tanto per la campagna quanto per l’editing.