Una caratteristica tipica della scena indie consiste nella presenza di titoli più votati a una visione artistica, di stampo più autoriale e con cui trasmettere un messaggio più ricercato. Questo si traduce nell’equivalente videoludico di ciò che il tipico polpettone dell’Europa dell’est rappresenta nel mondo del cinema: tanto denso di significato quanto duro da digerire per il pubblico generale, più propenso all’intrattenimento. Abbiamo visto questo approccio nei casi più eclatanti con la distopia opprimente di Inside e con la frontiera di Papers, Please; tuttavia, sebbene simile a quest’ultimo nei toni, l’avventura grafica di Headliner: NoviNews ambisce a lasciare un’orma diversa nel panorama videoludico.
Sulle orme di George Orwell
Siamo nello staterello del Novistan, in un futuro privo di date precise ma ricco di droni e sorveglianza. La protagonista canonica, Janike Donhoff (a meno che non ne cambiamo nome ed aspetto a inizio gioco), è appena entrata a far parte di NoviNews, il notiziario del web più influente della nazione. In qualche modo, il Novistan riesce contemporaneamente a seguire i giornali più seriamente del nostro Paese, ma è anche più incline alla psicosi di noi. Non che la gente abbia tutti i torti: il Novistan importa delle cellule geneticamente modificate dal vicino Learis che vengono impiantate nei nascituri durante la loro fase embrionale. In aggiunta a questo, una strana forma di influenza sta imperversando tra le persone che hanno ricevuto in passato questo trattamento, causando dissapori e sospetti nei confronti della nazione limitrofa che spesso sfociano in emarginazione e razzismo. Non c’è dubbio: l’atroce attualità di questo scenario è un pugno nello stomaco sin da subito.
Plasmare uno stato con le dita, dentro e fuori dal gioco
Il gameplay, tra l’interfaccia simile alle grandi icone di Final Fantasy XV: Pocket Edition HD e il supporto ai comandi tattili, denota uno stile da app basata sul touch screen. Janike lo dice in una delle sue opzioni di dialogo: “non lo so, tutto ciò che faccio è timbrare roba”, dove “roba” viene espresso con uno “shit” che denota due caratteristiche del copione del gioco. La prima è un linguaggio che non si fa scrupoli nello spaziare ben oltre l’età 16+ consigliata dal PEGI, mentre la seconda è una localizzazione interamente anglofona. Trattandosi di un’avventura grafica nella quale il testo si rivelerà estremamente importante, i meriti del gioco (leggasi: il voto) si ritrovano un po’ smorzati per la sua uscita in Italia.
A parte qualche movimento un po’ legnoso dettato da scelte di design, il gameplay si divide sostanzialmente in due parti. La prima parte di ognuna delle quattordici, rapide giornate che scandiscono il gioco nella sua apparente interezza consiste nel ruolo di caporedattore, o “Headliner” (“titolista”) come vuole il titolo. Il gioco richiede che tu decida quali notizie vadano in stampa e quali no; l’influenza del tuo giornale, o telegiornale in streaming (i dialoghi di Headliner: NoviNews sono abbastanza sibillini in merito) plasmerà l’opinione pubblica dello staterello, nel bene e nel male, ogni santo giorno. La seconda parte, invece, consiste nella vita serale fuori dall’ufficio. La mappa è il viale principale di una città (o città-stato del Novistan, il gioco è volutamente ambiguo anche su questo) a scorrimento laterale che non lascia molto spazio alla fantasia; l’assenza del tipico open-world a cui siamo oggi abituati viene però controbilanciata dai comprimari che troverai all’esterno. I dialoghi con loro presentano molteplici diramazioni, sebbene in alcuni casi gli esiti possano differire appena di una battuta o due, e fanno parte dell’intricato mosaico con cui il gioco può generare tanti finali alternativi. Come puoi intuire dai quindici euro che il gioco richiede e dalla brevità che queste giornate dimostreranno di avere, questo è uno di quei titoli che – e il gioco lo ribadisce abbastanza apertamente sul finale – si presta a molteplici file di salvataggio.
Non si tratta di un gioco convenzionalmente “piacevole”, ma non sto dicendo questo come se fosse un difetto. Al di fuori dell’esclusività della lingua inglese e degli occasionali “errori di stompa” (sic) che fanno capolino ogni tanto, una volta che si apprende l’amara atmosfera che Headliner: NoviNews sprizza da ogni poro il gioco è brutalmente onesto con il giocatore. Quello del peso delle scelte è un tema portante del gioco, che si estende (fastidiosamente) anche a ciò che presenta più interazione, un caso fra tutti il negozio che smette di essere accessibile una volta conclusa la capatina quotidiana. Non esiste il bianco e il nero come in un romanzo di Ayn Rand, ma solo sfumature di grigio con i loro pro e contro: quindi, in ogni finale possibile, qualcuno inevitabilmente soffrirà, sia esso la tua esotica collega Evelyn “Evie” Rivera, il tuo depresso fratello Justin o il paranoico bottegaio Rudy. In ogni caso, ogni diverso file di salvataggio è una vita parallela da vivere per quello che è. O no?
“L’alba del primo giorno – 72 ore rimaste”
Una volta conclusa la seconda settimana, la cui fine viene sancita da una nota sulla tua scrivania con cui il team di sviluppo ti invita a riprovare, il gioco ti comunicherà che è disponibile un nuovo personaggio: non si tratterà di un personaggio giocabile, ma sarà al contrario un personaggio non giocante che si unirà al cast di comprimari per dare una sfaccettatura in più al nuovo Novistan in cui ripartirai da zero. Il new game plus offerto da questa modalità aggiunge al già complesso titolo un ulteriore velo di opprimente metafinzione come nei momenti più disturbanti di Doki Doki Literature Club o Undertale: si tratta al tempo stesso di un mondo dove gli eventi del primo salvataggio sembrano essere avvenuti, e di una linea temporale separata dove lo sviluppo dei personaggi secondari deve ancora avere luogo. Il gioco sa che lo stai giocando una seconda volta per avere un esito migliore, e il personaggio più impensabile (non farò spoiler di alcun tipo) ti guarderà in faccia per mettere in discussione pure l’etica dietro la tua decisione di rigiocare. Come se la responsabilità di avere il destino di un paese scontento e xenofobo tra le mani non fosse sufficiente, in pratica.
Per quanto riguarda la grafica, a dispetto della semplicità del motore grafico (che ricorda molto il video musicale di Money For Nothing dei Dire Straits) il gioco sceglie comunque uno stile volutamente minimalista, per prendere le distanze dall’approccio crudo e aggressivo con cui la trama ci vuole coinvolgere. A fare da contraltare a questa scelta stilistica abbiamo i ritratti dei personaggi durante i dialoghi, disegnati magistralmente con un curato stile vicino ai migliori webcomic del panorama americano, dando un’anima ulteriormente underground al gioco.
La colonna sonora invece mescola con sapienza vari stili, dal soundfont della trilogia di Spyro con i suoi inconfondibili pizzicati (e con esso la tendenza a chiudere i brani con un fade-out anziché ripeterli) ai riff sintetici di chitarra elettrica tipici del Sega Mega Drive.
La longevità di Headliner: NoviNews dipende dal giocatore, nel bene e nel male. Molte cose del gioco potevano benissimo venire sviscerate meglio, ma già così sembra un esperimento ambizioso e, in base alla tua empatia verso i personaggi non giocanti, potresti rigiocare il gioco più volte per darti a deliri di onnipotenza, o vedere la tua partita durare ore in più solo per sapere come rispondere in un determinato dialogo.