Se pensate che l’archeologia sia imbracciare i vostri UZI o un fucile d’assalto della serie AK per snidare covi ripieni fino al midollo di nazisti in sella ai loro dinosauri, o ancora scoprire rovine interamente coperte d’oro che possano rendervi schifosamente, benché solo virtualmente, ricchi, credo vi stiate perdendo forse il lato più evocativo e, perché no, divertente dell’essere archeologo. L’idea stessa che la nostra storia possa coincidere con la Storia vera è infatti l’affascinante premessa di Heaven’s Vault, titolo annunciato per questa primavera su PC e PlayStation 4 e di cui è stato rilasciato un nuovo trailer (che potete trovare in descrizione).
Prodotto dagli Inkle Studios, già creatori dell’esotico e pluripremiato 80 Days, il gioco ci metterà nei panni dell’archeologa Aliya Elasra e della sua fidata spalla robotica Six, impegnati nella ricerca attraverso tutta la galassia di uno scienziato scomparso. Per ottenere maggiori informazioni e svelare gli indizi che ci aiutino a ritrovare il nostro collega, Aliya dovrà esplorare rovine di un’antica civiltà disperse attraverso il tempo e lo spazio, lasciando al giocatore l’arduo e insieme gratificante compito di rivelare un’intera lingua andata perduta.
I progressi nella trama di gioco, infatti, sono strettamente legati alla decrittazione dei reperti
Solo assegnando il giusto significato agli ideogrammi, infatti, si potrà ricostruire la fitta trama di rimandi tra mondo e mondo, tra rovina e rovina, riuscendo a progredire nel gioco per poter ritrovare lo scienziato scomparso. E non è un parametro da prendere sotto gamba, considerando come il gioco sia open world e che la scoperta di nuovi scenari di gioco sia interamente controllata dalla nostra abilità di filologi e decrittatori. Grazie alla nave di Aliya, la Nightingale, sarà infatti possibile cavalcare le correnti dello spazio (in maniera non dissimile a quella della scialuppa solare de Il pianeta del tesoro) alla ricerca di nuove ambientazioni adatte a far proseguire la narrazione, lasciando il rischio, qualora si dovesse commettere un errore di traduzione, di rimanere impantanati nella trama.
La grafica si compone di animazioni bidimensionali innestate in scenari 3D e contribuisce, insieme alla natura stessa della lingua perduta (ricca di suggestioni egizie e cinesi), a dare all’avventura quel tocco di esotico decisamente suggestivo. Inoltre, come è possibile verificare sul sito ufficiale degli Inkle Studios, il sistema di gioco è regolato grazie al linguaggio narrativo di scrittura ink, che tiene conto di ogni decisione del giocatore nel corso degli eventi di tutto il gioco.