Hegis’ Grasp è un titolo survival horror sviluppato da Odd Branch Publishing che prende ispirazione dall’omonimo romanzo di Dean Clark. Il gioco è disponibile su Steam solamente in lingua inglese.
L’inizio di una serie di problemi
Il gioco ci mette nei panni di Henry Wood, un giornalista con il compito di indagare sui problemi del villaggio da cui prende il nome il titolo.
Nel momento in cui avviamo il gioco ci troviamo di fronte al menù principale che ci permette di scegliere tra la modalità storia o la modalità sopravvivenza. Inoltre, ci verrà data la possibilità di caricare l’ultimo checkpoint o comprare dei contenuti aggiuntivi.
Nella prima citata verremo catapultati ad una breve video d’introduzione con conseguente caricamento del primo checkpoint che ci prende anche in giro dicendoci di star tranquilli, che il gioco non è freezato ma sta solo caricando.
Dopo tale caricamento veniamo subito inseriti nel mondo all’apparenza tetro, pieno di foschia che in qualche strano modo si trasforma nel buio più totale al suono di una sirena.
Nonostante la storia sia molto interessante, il gioco non si esclude dai molteplici problemi oltre quelli sopra indicati.
Nella seconda modalità, ovvero la modalità sopravivenza abbiamo inizialmente solo la possibilità di giocare ad una mappa delle tre, in quanto le altre due si sbloccheranno nel mometo in cui avremo raggiunto la quota di Zurk richiesta.
In questa prima mappa non sono zombie a venirci addosso ad ondate, come solitamente capita, ma bensì i nativi del villaggio. Inoltre abbiamo a disposizione un piccolo shop dove possiamo rifornirci di armi, pozioni e tutto quello di cui avremo bisogno durante l’invasione.
Gameplay
Il gameplay è molto lento, quasi soporifero.
Durante il gioco usiamo i nostri amati tasti WASD per muoverci e il tasto SHIFT per la corsa che in pochissimi secondi ci farà consumare tutta la stamina a nostra disposizione che si ricaricherà in poco tempo. Abbiamo a disposizione anche un inventario apribile tramite il tasto Q, ed inizialmente dentro questo troveremo solo un fucile ed una cassa di scorta.
Esplorando il villaggio troveremo oggetti utili ed altri un po’ meno, come ad esempio le munizioni per il fucile piuttosto che un tubetto di vernice, oppure (se ci va di fortuna) una torcia che ci accompagnerà per tutta l’esplorazione.
I nostri nemici saranno gli stessi abitanti del villaggio e le uniche risorse a nostra disposizione saranno un diario dei progressi e una mappa.
Come già accennato poco fa il sistema di salvataggio è quello tipico di questo genere, ovvero il checkpoint.
Tocchiamo un punto dolente del gioco
Hegis’ Grasp nonostante usi Unity, non lo sfrutta nel migliore dei modi.
La prima cosa che ci viene chiesta prima di avviare definitivamente il gioco è quella di impostare una qualità grafica e, tra le quattro disponibili, io le ho provate un po’ tutte in particolar modo la qualità grafica da “BEST PC”. Sinceramente speravo in un qualcosa di più decente delle altre impostazioni, ma devo dire che i miei sogni si sono frantumati in mille pezzettini, in quanto non ha una gestione dell’illuminazione, come detto prima si passa da uno stato di foschia abbastanza chiaro ad un buio pesto che ci impedisce di vedere dove stiamo andando e, oltre a farci sembrare di avere lo schermo spento, ci fa venire letteralmente il mal di testa, la gestione delle ombre e delle animazioni non è delle migliori, in particolar modo quando corriamo.
Personalmente mi è sembrato di giocare ad un gioco molto vecchio del previsto.
Un momento di sollievo
Il momento di sollievo viene quando si ascolta la colonna sonora di questo gioco, forse l’unico punto a favore di tutto, in quanto è molto semplice e riprende a pieno le soundtrack tipiche dei giochi horror, anche se dopo un po’ diventano ripetitive.
Gli effetti sonori di Hegis’ Grasp gli ho trovati particolarmente simpatici, per quanto non fossero realistici.