Se c’è un genere che non manca tra i tantissimi indie che ogni mese escono le per varie piattaforme è sicuramente lo Shoot ‘em up. Ovvero quel genere di titoli che si rifanno a giochi come R-Type e che, tra chi in passato ha frequentato le sale giochi arcade, è sinonimo di divertimento semplice e immediato.
In un mercato così affollato riuscire ad emergere è sicuramente impresa ardua, ci prova tuttavia Medusa Head (studio di produzione brasiliano), con Hell Pages, il quale cambia la classica ambientazione spaziale tipica degli shmup, in qualcosa di biblico ed infernale.
Ma cambiare un contesto, senza andare a curare tutto il resto, non è sufficiente ed è qui che si rischia di fare qualcosa di disastroso. Ed è proprio con disastroso che Hell Pages può essere definito, visto che in questo titolo, pubblicato da EastAsiaSoft, davvero non c’è nulla di positivo. Ma continua nella lettura di questa recensione per saperne di più.
Bael alla conquista della terra
Appena fatto partire Hell Pages, verrai accolto da delle righe di testo che ti spiegano la trama di questo titolo. Durante un rito satanico, in una capanna ricoperta di sangue e sperduta da qualche parte in un bosco, un gruppo di adepti a una setta sacrifica una giovane vergine per poter chiudere un portale per l’inferno che si stava per aprire.
Purtroppo col tempo il sigillo impresso su questo portale perde di potenza fino ad arrivare a rompersi e a lasciar passare 10 legioni di demoni che distruggeranno la terra.
Tra questi ci sarà un demone, chiamato Bael, il quale non è assolutamente interessato ad aiutare l’umanità, ma piuttosto a soggiorgarla e diventare il padrone supremo del pianeta. Per farlo dovrà sconfiggere tutte le legioni demoniache per autoproclamarsi signore del mondo intero…che originalità.
Come puoi ben leggere il plot da una parte potrebbe essere anche tutto sommato interessante, ma sicuramente non siamo di fronte alla trama più originale di sempre, anzi direi che siamo davanti al festival del clichè. Tuttavia stiamo pur sempre parlando di uno shoot ‘em up, quindi la storia potrebbe anche passare in secondo piano, visto che questa funge solo da contorno. A te interessa che Hell Pages sia divertente come gameplay.
Hell Pages ovvero la guida sul come NON fare un videogioco
Togliamoci subito il dente, Hell Pages è pessimo. Davvero. È la fiera delle banalità e nemmeno il suo gameplay, che è quanto di più semplicistico si possa pensare, riesce a divertire minimamente sin dai primi minuti di gioco. Sarai Bael, il demone di cui ti parlavo prima e dovrai affrontare 10 livelli costellati da una serie di nemici e alla fine di ogni stage affronterai un boss.
Tra un livello e l’altro verrai fermato da una mercante la quale ti darà la possibilità di acquistare 5 oggetti speciali. Uno ripristinerà la tua barra vitale, un altro ti darà un attacco speciale, poi avremo le Hell Pages, le quali andranno acquistate tutte per poter accedere al vero boss finale, una volta battuti i 10 livelli, un oggetto che ti darà un save point e infine la possibilità di continuare in caso di morte.
Per guadagnare le monete necessarie per acquistare gli oggetti, dovrai uccidere i nemici, i quali alla loro morte, ne rilasceranno in gran quantità. I nemici se da una parte sono abbastanza variegati e raramente si ripeteranno tra uno stage e l’altro, dall’altro hanno dei pattern così semplici che una volta capito come funziona non avrai più nemmeno bisogno di guardare lo schermo per passare un livello.
Per controllare Bael avrai a disposizione lo stick analogico, un tasto per l’attacco e un altro per l’attacco speciale (la classica bomba di un qualsiasi shoot ‘em up). Ogni tanto potrai potenziare Bael, visto che i nemici, oltre alle monete, rilasceranno dei Power Up. Tuttavia questi sono gestiti particolarmente male, visto che non ci sarà modo di perderli.
Se riuscirai a raccoglier il massimo dei potenziamenti all’inizio del primo livello, ti potrai portare tutta la potenza di fuoco fino alla fine della tua quest. Questo faccio senza dirti che elimina ogni tipo di strategia e difficoltà in Hell Pages. Anche il fatto che questi potenziamenti non si distingueranno mai non aiuta di certo, visto che non avrai nessuna varietà nei tuoi armamenti, ma solo un tipo di sparo.
Graficamente davvero pessimo
Arriviamo alla parte che probabilmente è quella uscita di peggio di Hell Pages, ovvero la grafica. I livelli sono sì diversi tra di loro, ma le visuali sembrano uscite da un qualsiasi gioco in flash che potevi trovare sul web nei primi anni 2000 (chi c’era capirà). Le animazioni, sia dia Bael che dei nemici, si possono contare sulle dita di una mano e il tutto sembra fatto controvoglia.
Anche il sonoro, nonostante possa sembrare azzeccato con il contesto demoniaco in cui Hell Pages ti vuole calare, è si carino, ma alla lunga stanca, visto che le musiche proposte saranno sempre le stesse ripetute in loop all’infinito.