Sviluppato da Suggerfly e pubblicato insieme a Thunderful Group e Headup Games, Hell Pie è fondamentalmente un platform che punta quasi tutto sull’umorismo scorretto, sullo splatter cartoonesco e su situazioni grottesche ed esagerate. Noi abbiamo cercato ingredienti per la torta di Satana con la nostra PlayStation 5 e siamo pronti a condividere la nostra recensione! Pronto a scendere con noi nell’Inferno più divertente che mai?
Hell Pie – una risata infernale
Hell Pie è un titolo che riesce a sorprendere con trovate esilaranti e agganciandosi e richiamando (per diversi elementi) lo spirito di Conker, serie Rare dall’intramontabile umorismo scorretto. Come lo scoiattolo sboccato, infatti, anche Hell Pie custodisce momenti dall’esilarante crudeltà, critiche alla società (più o meno velate), critiche allo stesso mercato videoludico, parodie di film e altri videogiochi, easter egg sparsi un po’ ovunque e, soprattutto, non si prende mai sul serio. Inoltre, sempre come il titolo Rare, Hell Pie cerca di variare quasi continuamente, introducendo ora un’arma, ora un nuovo luogo, ora una boss fight… potenziandone il ritmo e spingendo il giocatore a continuare il suo buffo e imprevedibile viaggio.
Ma procediamo con ordine, in Hell Pie noi vestiamo i panni di Nate, demone del cattivo gusto non molto ben visto dai demoni ben più famosi e legati ai peccati principali. Il povero Nate vede la sua monotonia spezzarsi quando si ritrova, imprevedibilmente e neanche volutamente, incaricato da Satana in persone nell’agevolare la produzione della sua torta (è il compleanno di Satana). Nate va quindi a cercare il cuoco degli inferi e questi lo schiavizzerà, costringendolo a viaggiare in lungo e in largo alla ricerca d’ingredienti tanto vari quanto disgustosi e osceni.
Ma Nate non sarà solo, oh no… con lui sarà perennemente incatenato il piccolo paffuto e innocente angelo di nome Nugget (preso direttamente dal market degli Inferi). Nugget è la spalla ideale, innocente fino al midollo, l’angelo commenterà inesorabilmente (e tutto completamente in inglese, purtroppo) le intere vicende, abbandonandosi a riflessioni infantili e a commenti buffi.
Il cast di personaggi è vasto e più di un soggetto ti resteranno impressi sia per la loro bruttezza sia per eventuali episodi ironici (e il gioco ne è pieno). Saremo però onesti, la trama di Hell Pie non spicca per complessità, si tratta pur sempre di cercare ingredienti per una torta ma… regala momenti di inaudita epicità comica e l’avventura risulta, a sommi capi, assolutamente divertente. E scusateci se è poco.
Gameplay
A primo impatto, Hell Pie ci ha ricordato Whiplash, titolo sviluppato da Crystal Dynamics che aveva come protagonisti un coniglio e una donnola incatenati tra loro. Ecco, il concetto di due personaggi incatenati e con uno di questi a fungere da arma, è identico. Nugget, l’angiolo paffuto, è la nostra micidiale arma ma la sua possibilità di volare regala un’ulteriore stratificazione al gameplay: lo swing. Il piccolo paffutello celeste si può fissare in aria con la semplice pressione di un tasto e Nate sfrutterà la catena come “altalena”. Questo, oltre ad aiutare a superare grandi distanze, agevola anche eventuali scalate e, se utilizzato in modo strategico, può perfino salvarci da rovinose cadute.
Oltre allo swing, Nugget è un’ottima arma da combattimento ravvicinato e, con uno o due colpi, riuscirà a stendere gran parte dei nemici minori. Il sistema di combo è pratico, veloce e comodo. Ma Nugget non è l’unica arma a nostra disposizione, oh no. Nate dispone di un generoso paio di corna da non sottovalutare.
Se inizialmente queste hanno solo il potere di rilevare portali o luoghi d’interesse, con il superamento di sfide dedicate, possono sbloccare nuovi potenziamenti: tra cui la possibilità di abbattere delle pareti e quindi gran parte delle difese dei nemici più coriacei. Per sbloccare le sfide dedicate a questi potenziamenti, però, bisognerà collezionare degli agnelli monocornuti che sono solo il primo di tanti collezionabili.
Hell Pie è pieno di cose da fare e da cercare. Gli agnelli monocornuti sono solo uno a cui si uniscono dei maneki neko, dei cristalli viola (e la loro variante gigante) e delle scatole di cibo per angeli. I maneki neko servono a sbloccare le porte appartenenti a un demone decisamente particolare e che troverai nella sede principale dove lavora Nate.
I cristalli viola sono quelli che troverai in giro per il mondo in modo più semplice e che fungono da moneta, principalmente utilizzabile per acquistare esilarante abbigliamento per Nate e Nugget (alcuni vestiari sono semplicemente spettacolari, altri osceni, altri anonimi).Le scatole di cibo per Nugget sono invece utilizzabili per sbloccare delle abilità passive e fisse racchiuse in un albero delle abilità e che coinvolge entrambi i protagonisti (potrai aumentare il numero consecutivi di swing di Nugget o i cuori di Nate e così via).
A un vasto e divertente sistema di collezionabili il cui posizionamento varia da semplicissimo a davvero complesso ed appagante, si unisce un sistema di combattimento semplice ed efficace e delle fasi platform dalla difficoltà gradualmente crescente ma sempre accessibile e appagante (oltre che sorprendentemente varia). Il salto di Nate, come detto, è potenziato dallo swing di Nugget che potenzialmente renderà gli spostamenti aerei una vera goduria. Considerando che il gioco è diviso in micro mondi liberamente esplorabili, pieni di cose da collezionare, nemici da affrontare, missioni secondarie semplici e divertenti e ovviamente, da livelli chiusi più impegnativi… Hell Pie ha tanto da giocare.
Se i micro mondo fungono da piccoli hub con tanto di un sistema di teletrasporto interno pratico per evitare fasi morti tra uno spostamento e un altro (e velocizzare così anche la ricerca di collezionabili), i momenti più impegnativi e caratteristici sono composti dai livelli dedicati. Veri e propri quadri da localizzare nell’hub e affrontarli singolarmente.
Ogni livello ha una sua ambientazione (alcune veramente assurde come l’interno di una balena viva che funge da ristorante dove, appunto, si servono le interiore stessa della balena…), una sua piccola trama sopra le righe e un percorso quasi sempre lineare – oltre ad avere determinati collezionabili da recuperare. Inoltre, capita che ci siano delle missioni secondarie stesso nel quadro, in un sistema che richiama i primi Spyro solo che qui il trofeo finale solo degli ingredienti assurdi.
Al raggiungimento di un determinato numero d’ingredienti, sarete chiamati da cuoco infernale e starà al giocatore decidere se procedere col prossimo mondo o continuare l’esplorazione di quello attuale. In ogni caso, per informazione, sarete liberissimi di tornare sui propri passi e anche di rivivere tutti i singoli livelli, quale che sia la loro “sorte”.
Come avrai capito, Hell Pie è un gioco divertente sotto diversi punti di vista, dal gameplay all’umorismo sopra le riga e volgare. Perché sì, Hell Pie è volgare e non bastano dei pixel a censurare determinate scene. Come Conker, anche qui troverai tanta pupù – anche se non si raggiungono le vette di The Great Mighty Poo (e la sua indimenticabile canzone). In compenso, ci sono momenti che richiamano film famosi (Scarface e non diciamo altro) che ti strapperanno per forza più di una grassa e sana risata.
Purtroppo, Hell Pie non è esente da difetti, soprattutto di natura tecnica. Il più fastidioso riguarda i nemici… Ti può capitare di vederli “scattare”, avanzare in slow motion o robe del genere. Un effetto brutto ma che comunque non andrà a intaccare notevolmente la tua esperienza. Da evidenziare anche qualche bug qui e lì, come punti interrogativi (simbolo di missioni disponibili) che non spariscono anche se la missione è stata completata o indicatori che svaniscono.
Sono tutte cose che una patch (o due) possono tranquillamente risolvere e noi ce lo auguriamo. Volendo trovare altri difetti, si può dire che i combattimenti non sono molto impegnativi, tutt’altro. Le fasi platform, in compenso, possono regalare un discreto livello di sfida anche se la morte non è mai così punitiva (perderai una percentuale di cristalli viola e ripartirai dall’ultimo checkpoint raggiunto). Inoltre, è possibile che il tipo di umorismo utilizzato possa non piacere a tutti.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Hell Pie è modesto. Non griderai al miracolo e inoltre, su PlayStation 5 non è sfruttata né la forza della console né le abilità del pad (purtroppo). In compenso, alcuni hub regalano scorci visivi decisamente piacevoli, complice una palette di colori vivace e cartoonesca, come è cartoonesco l’intero titolo (scelta efficace e funzionale). La scelta colorata e toon richiama il passato dei grandi platform e, allo stesso tempo, potenzia l’effetto comico.
Il sonoro è piacevole, con effetti azzeccati e tracce che ben si sposano ai vari momenti del gioco – con alcune decisamente più memorabili di altre.