Sviluppato da Panda Indie Studio e pubblicato da East Asiasoft Limited, Hell Well è un tower defense top-down decisamente standard e che prova a ritagliarsi un suo spazio offrendo un prepotente effetto nostalgia con uno stile marcatamente e volutamente retrò. Noi abbiamo sfidato la morta su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare orde di angeli?
Hell Well: come difendersi dagli angeli
Hell Well non punta a raccontare una storia, tutt’altro. Il suo scopo è unicamente offrire una serie di sfide crescenti che sapranno mettere a dura prova il tuo ingegno, i tuoi riflessi e soprattutto la tua pazienza. Ma, Hell Well offre comunque un tutorial e in quel tutorial veniamo comunque a conoscenza del nostro ruolo e del nostro scopo. Noi siamo uno stregone oscuro (esatto, siamo i cattivi) e dobbiamo difenderci da ondate di angeli invasori.
Esatto, il nostro scopo principale è quello di sopravvivere a una serie di invasioni angeliche che faranno di tutto per eliminarci dalla faccia del creato. Ma, per fortuna, non siamo soli. Oh no, in quanto stregoni oscuri potremo raccogliere le anime dei caduti e utilizzarle per plasmare letteralmente le nostre difese, evocando demoni e potenziandoli. Ma, potremo anche maneggiare magie offensive e difensive. Insomma, siamo uno stregone di tutto rispetto.
Tutto qui, narrativamente parlando, Hell Well non offre altro. Anche le ambientazioni, come i nemici o i nostri servi-alleati non sono chissà quanto caratteristici. Anzi, Hell Well si smarrisce in un certo anonimato di forte, nascondendosi dietro a una patina retrò che stanca praticamente subito. Così come, scopriremo a breve, anche l’offerta ludica non è chissà quanto approfondita. E parliamo di un titolo che punta unicamente sul gameplay sfidandoti ad andare oltre i tuoi limiti e ad affrontare più orde angeliche possibili.
Come si elimina un angelo
Hell Well è un tower defense top-down in 2D con uno stile retrò che non innova quasi nulla. Il tuo scopo, come preannunciato, è quello di schivare i nemici e i loro attacchi e sopravvivere il più a lungo possibile, eliminando i nemici e preparandoti all’ondata successiva. Il nostro piccolo stregone è dotato di una serie di cuori che, esauriti, determineranno il game over e la conclusione immediata della nostra avventura.
Oltre all’energia vitale, lo stregone può raccogliere le anime dei caduti. Piccoli spiritelli bianchi che fungono da valuta di gioco e che possono essere spesi per utilizzare magie o evocare fedeli demoni alleati. Questi ultimi sono essenziali e, come in ogni tower defense che si rispetti, vanno posizionati prima dell’attacco degli angeli. Ogni orda, infatti, è anticipata da un countdown che ci permette di piazzare difese, curarci o decidere anche di investire parte della nostra energia vitale scambiandola per delle anime.
L’elemento strategico, seppur basilare e striminzito, non manca ed è implementato anche abbastanza bene. Oltre ai vari demoni, dotati di determinati range di attacchi visibili a schermo, potremo utilizzare magie offensive o difensive. Non solo, i demoni possono essere potenziati sia tra un’orda e un’altra che, soprattutto, durante l’assalto. Il problema sono i comandi.
Se tra un’orda e un’altra hai modo e tempo di progettare e agire con calma, durante il combattimento i limiti della mappatura dei tasti si rendono subito evidenti e frustranti. In pratica per poter agire sui tuoi demoni dovrai prima premere i tasti dorsali, navigando in un mini menù a schermo per poter decidere che azione fare: curare o potenziare. Entrambe le azioni richiedono anime, ovviamente.
Nella frenesia dello scontro, con molti elementi a schermo, non sempre chiarissimi tra l’altro, ti capiterà spesso di sbagliare comando e ritrovarti a curare al posto di potenziare, sprecando anime preziose e ritrovandoti anche in difficoltà. E parlando di difficoltà, il titolo offre un livello di sfida molto elevato e che potrebbe scoraggiare i meno pazienti. Il motivo è nella struttura stessa delle orde.
Queste sono numerose e vedono un numero crescente di nemici dotati sempre di forza maggiore. Il problema nasce se ti muoiono i demoni in campo e vuoi evocarne di nuovi. Giustamente, i “neonati” saranno deboli e quasi mai in grado di resistere alle ultime orde nemiche. Per fortuna esistono armi extra che potrai conservare e adoperare in questi casi estremi come le bombe.
Le bombe sono degli oggetti che non richiedono anime e che funzionano esattamente come in Bomberman (e parlando del bombarolo di casa Konami, ti segnaliamo la nostra recensione di Super Bomberman R2). Non faranno stragi di nemici ma se ben piazzate possono aiutarti a sopravvivere un po’ di più. Occhio solo al loro esiguo numero.
Grafica e sonoro
Se ludicamente l’offerta di Hell Well si esaurisce praticamente in una valanga di orde angeliche, graficamente il titolo è limitato. Oltre alla scelta in stile retrò che può sicuramente affascinare i nostalgici, presto il tutto si esaurisce in un costante riciclo dove l’unica variante sono i colori e i pochi ispirati elementi ambientali. Quindi se l’impatto iniziale può essere intrigante, presto viene a noi.
Senza considerare la confusione visiva che può nascere durante le fasi più concitate. Il sonoro, invece, si difende abbastanza bene anche se tende a ripetersi inevitabilmente. Da segnalare la totale assenza della lingua italiana anche se i testi a schermo sono quasi nulli. Infine, Hell Well si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se noi consigliamo calorosamente la versione portatile, ideale per partite mordi e fuggi.