Hellblade: Senua’s Sacrifice, titolo sviluppato da Ninja Theory e pubblicato nel 2017, ha ricevuto lodi estremamente positive per la sua narrativa profonda e coinvolgente, oltre che per il suo approccio unico ai temi della salute mentale. Visto il grande successo del gioco, dopo le iniziali versioni per PlayStation 4 e PC, il titolo è stato successivamente pubblicato anche su Xbox One (2018) e su Nintendo Switch (2019), mentre nel 2021 è stato rilasciato l’aggiornamento next-gen per Xbox Series X/S. Con l’uscita di Senua’s Saga: Hellblade II ripercorriamo la storia del primo capitolo, esaminando il suo sviluppo, i temi centrali e l’impatto avuto sul mondo videoludico.
Le origini del gioco
Hellblade: Senua’s Sacrifice è stato annunciato per la prima volta alla Gamescom del 2014. Per l’occasione Ninja Theory, studio di sviluppo già noto per titoli come Heavenly Sword e DMC: Devil May Cry, ha deciso di mostrare un progetto completamente differente rispetto ai precedenti, più intimo e personale. Fin dal principio, l’idea degli sviluppatori era quella di creare un’esperienza unica, in grado di competere anche con i titoli AAA in termini di qualità, seppur con un budget significativamente inferiore: prima dell’acquisizione da parte di Microsoft, infatti, lo studio londinese contava a malapena venti dipendenti. Anche per questo motivo, inizialmente il gioco è stato definito come un Indie AAA.
Uno degli aspetti più distintivi e caratteristici di Hellblade, che lo ha differenziato dalle centinaia di titoli appartenenti allo stesso genere, è il suo approccio alla rappresentazione della psicosi. Ninja Theory ha collaborato strettamente con neuroscienziati, psicologi e persone che vivono a stretto contatto con questa condizione di salute mentale per poter rappresentare accuratamente l’esperienza di Senua. Tutto ciò nel gioco viene reso dalle voci che parlano senza sosta nella testa della protagonista e dalle allucinazioni visive che la guerriera sperimenta.
Hellblade: Senua’s Sacrifice, in viaggio verso l’Inferno
La protagonista del gioco, Senua, è una guerriera celtica che si avventura nei regni della mitologia norrena per salvare l’anima del suo amato, Dillion dalle grinfie della dea Hela. Come anticipato, il viaggio della protagonista è tanto interno quanto esterno, poiché si ritroverà a lottare non solo contro creature sovrannaturali, ma anche contro la sua mente tormentata e i suoi demoni interiori, rappresentati attraverso la psicosi.
La guerriera è convinta che l’unico modo per salvare l’anima del suo amato sia quello di raggiungere Helheim, il regno dei morti. Nel corso del gioco, la protagonista avanza nel suo viaggio affrontando vari nemici e risolvendo enigmi ambientali che si ricollegano alle sue lotte interne. Queste fasi, infatti, richiedono di vedere il mondo attraverso la lente della psicosi della stessa Senua, permettendoci di immergerci nella sua visione della realtà.
Uno degli aspetti più distintivi di Hellblade è l’utilizzo dell’audio binaurale proprio per creare un’esperienza immersiva delle voci che Senua sente: tale tecnologia, infatti, dona agli effetti sonori una dimensione tridimensionale, simulando il movimento dei suoni da un orecchio all’altro. Le voci che la protagonista sente nella sua testa, conosciute come Furie, offrono commenti costanti e discordanti, critiche e a volte supporto, riflettendo il profondo tumulto interiore della ragazza.
Tra umani e divinità
In Hellblade: Senua’s Sacrifice sono presenti una serie di personaggi che giocano un ruolo estremamente significativo nella storia della protagonista: da Dillion, la persona amata da Senua per cui la guerriera intraprende il suo viaggio, a Druth, un vecchio guerriero che diventa una guida per la protagonista, raccontandole storie della mitologia norrena e offrendole consigli preziosi.
Ad avere un ruolo fondamentale all’interno della trama sono anche i genitori della guerriera. Galena, la madre, era affetta da psicosi come la figlia. La donna ha sempre cercato di incoraggiare Senua a non aver paura delle voci all’interno della sua testa e a non considerarle una maledizione inflitta dagli dèi. Il padre, Zynbel, era invece un druido profondamente religioso, convinto che la psicosi sia della moglie che della figlia fosse una maledizione divina: per questo una notte, quando Senua aveva cinque anni, Zynbel legò Galena su una pira e la bruciò viva per placare le divinità. Galena implorò sua figlia di distogliere lo sguardo, ma la vista traumatizzò la bambina e la costrinse a reprimere il ricordo, credendo che sua madre si fosse uccisa invece per liberarsi della sua oscurità.
Senza l’influenza positiva di sua madre, la natura violenta del padre si mostrò in maniera ancor più efferata. Zynbel eseguiva rituali sulla figlia, la rinchiudeva in casa per molto tempo, isolandola e non permettendole di socializzare. Allo stesso tempo, dopo questi comportamenti violenti, l’uomo mostrava anche una falsa natura premurosa, tentando di manipolare Senua affinché accettasse che tutto ciò che lui faceva era per il bene della figlia.
Poco dopo aver incontrato Dillion, la protagonista trova la forza per affrontare Zynbel e dichiarare il suo tentativo di lasciare casa. Il padre reagì violentemente, picchiando la figlia e rimproverandola per aver tentato di sfidare gli dèi e la sua volontà. Senua, acquisendo la forza per superare gli abusi di suo padre, sguainò la spada per fermarlo e se ne andò.
Oltre ai personaggi umani, durante il suo viaggio la guerriera affronta numerosi nemici divini che rappresentano le sue paure e traumi. Tra questi, ci sono boss come Valravn, dio della menzogna e delle illusioniì che mette alla prova la percezione della realtà di Senua, Surt, il gigante del fuoco, simbolo della distruzione e del dolore ardente ed Hela, la dea dei morti, che rappresenta l’ostacolo finale della protagonista per salvare Dillion.
Una lotta interiore
Come anticipato in precedenza, il tema centrale di Hellblade: Senua’s Sacrifice è la lotta della protagonista contro la sua psicosi. Il gioco esplora come la sua condizione influenzi la percezione della realtà, e come ciò la porti ad affrontare le proprie paure e i propri traumi. La storia di Senua è profondamente segnata anche dalla perdita: dalla morte della madre agli abusi del padre, fino alla scomparsa di Dillion. Nonostante ciò, la ragazza trova sempre la forza per proseguire nella sua missione. Il gioco di Ninja Theory, quindi, esplora come il dolore e il lutto possono consumare una persona, ma anche come la speranza e la determinazione possano portarla a reagire e a raggiungere i propri obiettivi.
Per raccontare la condizione mentale della protagonista, Hellblade fonde elementi propri della mitologia norrena e celtica con la manifestazione del disturbo psicotico di Senua. Questo intreccio crea un mondo di gioco unico nel suo genere, in cui la linea tra mito e realtà e tra ciò che è reale e non lo è, è costantemente sfumata. I nemici che Senua affronta, le storie che Druth le racconta e le visioni che sperimenta sono, infatti, tutte profondamente radicate in questa fusione tra mitologia e percezione personale.
Un gameplay ricco di tensione
Il gameplay di Hellblade: Senua’s Sacrifice si divide principalmente in esplorazione e risoluzione di enigmi. Gli enigmi spesso richiedono di osservare determinati simboli attraverso una certa prospettiva, in modo tale da sbloccare percorsi nascosti. Le fasi di combattimento, invece, appaiono relativamente semplici, ma allo stesso tempo risultano estremamente intense, brutali e spettacolari. Senua affronta vari nemici con la sua spada, con la quale può attaccare ma anche effettuare parate che richiedono una buona dose di precisione e tempismo. La difficoltà dei combattimenti, inoltre, aumenta con il progredire del gioco, riflettendo le crescenti sfide interne della guerriera.
Uno degli elementi più dibattuti del gioco è l’implementazione della Permadeath, ovvero della morte permanente. All’inizio dell’avventura, infatti, viene detto al giocatore che se la protagonista dovesse morire troppe volte, la sua avventura finirà definitivamente e i progressi saranno persi. Sebbene questa meccanica si sia rivelata un bluff, la sola ipotesi che il titolo possa terminare in questa maniera aggiunge una profonda tensione all’esperienza di gioco, rafforzando ulteriormente le sensazioni vissute da Senua nella sua lotta per la sopravvivenza, ritrovandosi a lottare costantemente tra la vita e la morte contro avversari sempre più forti.
Un’accoglienza entusiasta
Alla sua uscita, Hellblade: Senua’s Sacrifice è stato acclamato sia dalla critica che dal pubblico per la sua rappresentazione innovativa della psicosi, la qualità grafica e sonora e la performance dell’attrice Melina Juergens, che ha interpretato la protagonista. Grazie a questi aspetti, il gioco ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi ai The Game Awards 2017 e cinque ai BAFTA Games Awards.
Per portare una rappresentazione autentica e rispettosa della condizione di Senua, Ninja Theory si è avvalsa della consulenza di esperti nel campo della salute mentale, tra cui una collaborazione pluriennale (proseguita anche nel secondo capitolo) col professor Paul Fletcher e con Cambridge Neuroscience. Proprio grazie all’accuratezza di questo processo, il titolo è stato elogiato anche per aver contribuito a sensibilizzare il pubblico su questo tema, mostrando come i videogiochi possano essere utilizzati anche per trattare argomenti complessi e storie profonde in maniera significativa.