Quanti di voi si ricordano i bei tempi della modalità zombie su Call of Duty? Iniziò tutto sul quinto capitolo, World at War, in una delle mappe che più ha fatto la storia del franchise: Nacht der Untoten. Ma la massima popolarità si ebbe con il primo Black Ops, che ripropose la modalità zombie ma stavolta con un sacco di nuove idee e con una stratificazione ben più complessa.
Sviluppato da Infinity Ape Studios, un one-man-studio, Hellbreach: Vegas é a tutti gli effetti un clone della gloriosa modalità zombie di Call of Duty, un prodotto divertente e ben realizzato, soprattutto se pensiamo che è stato sviluppato interamente da una persona.
Hellbreach: Vegas, casinò e zombie
Immagina di essere un turista a Las Vegas, sei lì che tra un daiquiri e l’altro butti soldi nella slot machine pensando “questa è la volta buona”, le tue preghiere vengono ascoltate, davanti ai tuoi occhi si palesano i tre “7”: jackpot. E invece no. Dietro di te si aprono dei portali, dai quali escono esseri demoniaci in cerca di carne umana.
Ti guardi intorno in cerca di un’arma, ormai i soldi hanno perso qualsiasi significato se paragonati all’apocalisse, ma per fortuna sei negli Stati Uniti e trovare una pistola è più facile che trovare una bottiglia d’acqua. Così inizia la tua fine. Orda dopo orda, colpo dopo colpo, i mostri cadono giù. Ma sono troppi e alla fine, inevitabilmente cadi.
Ecco, la trama di Hellbreach: Vegas me la immagino così, dico “me la immagino” perché non ci sarà nessun video introduttivo o dialogo che ce la possa raccontare, ma questo è anche il bello di certi videogiochi: clicchi su “inizia partita” e giochi, senza troppi fronzoli.
Orde, gettoni, perk e armi
Come accennato Hellbreach: Vegas è un vero e proprio clone della modalità zombie di Call of Duty, ossia una modalità orda alla quale dovremo sopravvivere per più round possibili. Dal menù principale potremo scegliere varie opzioni: la difficoltà, divisa in facile, normale e difficile, la mappa e se giocare online oppure offline. Nel caso giocassimo online ci verranno affidati tre compagni sui quali potremo fare affidamento e sarà possibile comunicare con una chat in game, sia vocale che testuale.
La partita in Hellbreach: Vegas inizierà in un’area solitamente posizionata al centro della mappa di gioco, in mano avremo soltanto una pistola e tre granate a frammentazione nelle nostre tasche. Ad ogni uccisione verremo ricompensati con dei soldi, con i quali potremo comprare nuove armi, perk o ricaricare le munizioni dall’apposita cassa. Durante le prime orde potremo rimanere nella prima area, ma andando avanti lo spazio ristretto risulterà particolarmente pericoloso e perciò dovremo “espandere” la mappa. Per farlo avremo bisogno di un gettone “teschio”, solitamente lasciato dai demoni a fine round, una volta raccolto potremo dirigerci verso uno dei cancelli chiusi e aprirlo.
Solitamente in una nuova area troveremo nuovi perk e nuove armi da raccogliere, oltre a varie slot machine che potremo usare per tentare la fortuna e ricevere vari potenziamenti nel caso faremo jackpot. Oltre alle slot machine potremo trovare delle stazioni che ci forniranno armi “rare”, come fucili al plasma, fucili d’assalto fiammeggianti o addirittura katane leggendarie. Proprio come in Call of Duty, avremo una possibilità che i nemici uccisi possano droppare un gettone speciale che ci fornirà un bonus temporaneo, come uccisioni istantanee o un boost dei movimenti, power up che faranno la differenza se raccolti al momento opportuno.
Demoni e altri demoni
Mano a mano che i round andranno avanti ci ritroveremo ad affrontare diverse tipologie di demone, ovviamente sempre più forti. Inizieremo confrontandoci contro i classici zombie umanoidi, deboli e fragili, per arrivare a sconfiggere demoni che lanceranno palle di fuoco ed esploderanno alla morte. Immancabile è il round speciale, caratterizzato dalla sola presenza di mostri a otto zampe che proveranno a farsi saltare in aria una volta che ci raggiungeranno.
La quantità di nemici non è molto varia, ma, a mio avviso, a determinare il divertimento durante la partita gioca un fattore cruciale la composizione della mappa, più che la tipologia di avversari e su questo il lavoro svolto è abbastanza soddisfacente. In totale ci sono 5 mappe (4 se non consideriamo la mappa tutorial) e ognuna di esse è ben caratterizzata sia in termini visivi che di design, garantendo partite diverse a seconda dello stage scelto.
La grossa mancanza che Hellbreach: Vegas ha è il non avere chicche nascoste per i livelli, uno dei tanti motivi che fece diventare la modalità zombie di Call of Duty un cult. In questo modo l’esplorazione risulta fine a sé stessa e l’unico obbiettivo che abbiamo sarà quello di sopravvivere a più non posso.
Zombie in HD
Se da un lato abbiamo un comparto sonoro non proprio eccellente, con dei demoni che ogni tanto emettono suoni che sembrano provenire da una giungla piuttosto che dall’inferno, dall’altro il comparto grafico si difende più che bene, proponendo una grafica pulita e comprensibile, elemento fondamentale se a schermo ci ritroveremo una trentina di zombie-demone affamati.
In Hellbreach: Vegas, come nella quasi totalità dei progetti sviluppati da una persona, le animazioni dei mostri non sono proprio rifinite, di certo è un elemento secondario ai fini dell’esperienza ma nonostante ciò forse si poteva fare di meglio, soprattutto se decidi di inserire un demone ninja con due katane che combatte a suon di capriole volanti. Così per dire.