Un oscuro passato
Per chi non lo conoscesse, Hello Neighbor è un mix incredibile di generi differenti: un titolo molto variegato nel quale si mischiano meccaniche di giochi Stealth, Puzzle e Platform, il tutto visto in prima persona. Il protagonista del titolo è un bambino, il quale si è appena trasferito nel piccolo sobborgo di Raven Brooks. Il quartiere sta vivendo un periodo buio, caratterizzato da misteriose sparizioni di infanti. Mentre sta giocando in strada, il piccolo protagonista della storia scopre casualmente che è il suo vicino di casa il fautore di queste malvagie azioni, e decide di scoprire cosa c’è realmente dietro questi rapimenti. E per farlo, esiste solo un modo: entrare nella sua casa ed indagare a fondo, il tutto, ovviamente, senza diventare l’ennesima vittima!
Questa piacevole premessa dà vita ad un gameplay che però non si è dimostrato all’altezza: i puzzle sono da subito risultati insensati e confusionari, le sessioni Platform in prima persona mal realizzate e l’intelligenza artificiale del vicino inadeguata. Il tutto, accompagnato da una moltitudine di bug. In Hello Neighbor: Hide and Seek gli sviluppatori hanno deciso di confermare alcune cose e provato a migliorarne molte altre.
Questo secondo capitolo della saga è in realtà il prequel dei fatti narrati in Hello Neighbor. Hide and Seek, infatti, si concentra sulla narrazione dei fatti che hanno portato il vicino ad essere una persona malvagia. Esso, tuttavia, è una figura marginale all’interno del gioco, in quanto gli effettivi protagonisti sono suo figlio e sua figlia, i quali si trovano a giocare a nascondino in scenari frutto della loro immaginazione, il tutto vissuto contemporaneamente alla graduale perdita della madre.
A livello di Gameplay, Hello Neighbor: Hide and Seek mantiene per la maggior parte del tempo invariata la formula ideata per il suo predecessore, e si presenta come un insieme di puzzle e sessioni Platform da completare sfuggendo alla morsa di un inseguitore, che in questo caso è il figlio maschio del vicino. I 5 livelli che compongono il gioco sono tutti costruiti in maniera simile, e impongono al giocatore di raccogliere degli oggetti nascosti e riporli in un recipiente per continuare nell’avventura. In alcuni casi tutto questo risulta frustrante, in quanto al giocatore non viene dato alcun minimo indizio che gli permetta di seguire un’anche lieve pista. Gli scenari, come già detto, sono frutto dell’immaginazione dei due bambini e diventano sempre più fantasiosi con il passare del tempo. Alcune soluzioni risultano veramente divertenti e soddisfacenti, mentre altre sono fin troppo banali, e quindi noiose. Il modo in cui gli oggetti sono riposti, e la mancanza di ogni minima informazione sulla loro posizione, obbligano il giocatore a muoversi all’interno di ogni singolo punto della mappa, raggiungendo luoghi impervi e poco intuitivi con lo scopo di gettare un occhio, anche casualmente, su uno degli oggetti chiave. Ci sono sessioni dove chi gioca arriverà ad essere realmente frustrato, in quanto alcuni oggetti risulteranno davvero introvabili.
Con il vicino lasciato in disparte, l’unico nemico da aggirare rimane dunque il figlio. A causa di questa scelta, la part horror del titolo va a calare drasticamente. Aggirarlo, infatti, risulta davvero troppo semplice, il che lo rende semplicemente un elemento fastidioso ed inutile, che ha l’unico scopo di rallentare l’esperienza di gioco impedendo all’utente di completare troppo velocemente i vari livelli. Nonostante Hide and Seek voglia raccontare una storia abbastanza profonda, gli sviluppatori hanno mantenuto la scelta di far parlare raramente i protagonisti dell’avventura. Dalle varie cut-scenes, tuttavia, emerge un vicino investito da una luce completamente diversa: da persona malvagia, diventa un uomo rivisitato in chiave tragica, che a causa della prematura dipartita della moglie sta vedendo la propria serenità famigliare deteriorarsi.
Una cosa che secondo i ragazzi di Dynamic Pixels ha funzionato in Hello Neighbor è la scelta stilistica. Il titolo ha infatti uno stile molto cartoon, con un sottofondo sinistro ed inquietante. Questa scelta non ha soltanto contribuito a creare dei personaggi unici, in grado di entrare nella mente dei giocatori, ma ha permesso al gioco di diventare più accessibile anche ad un pubblico più giovane, composto da bambini che hanno voglia di avvicinarsi ad un genere di titoli più “paurosi”. La scelta effettuata riguardo lo stile grafico è sicuramente uno degli elementi che ha contribuito a creare una fan-base così solida ed estesa.
Le scelte degli sviluppatori, in sostanza, hanno reso Hello Neighbor: Hide and Seek un titolo fin troppo simile al precedente, il quale ha effettivamente creato un gruppo nutrito di fan, ma è stato preso di mira dalla critica per i suoi elementi negativi. Questo secondo capitolo della saga sarà dunque apprezzato unicamente da quei giocatori che sono curiosi di scoprire cosa si cela dietro le azioni del malvagio vicino, o a coloro i quali ispira a fondo questo nuovo genere di gioco che la serie ha intenzione di creare. Purtroppo, quei giocatori che cercano un titolo divertente e ben realizzato, rimarranno delusi anche questa volta.
Incuriosito dal primo capitolo l’ho provato ma l’ho trovato a tratti divertente a tratti frustrante, e in alcuni casi noioso. Sicuramente può piacere agli amanti del genere… io non l’ho nemmeno finito.