Solitamente quando un gioco ha un particolare successo è logico aspettarsi una serie di cloni (o più elegantemente chiamiamole rivisitazioni) di esso. È proprio questo il caso di Hellpoint, il quale altri non è che una versione, in salsa spaziale, dei ben più blasonati Dark Souls o Bloodborne.
Un genere inventato dai ragazzi di From Software, il quale va a mischiare elementi di crescita del personaggio, tipici degli RPG, un’azione spesso ragionata, ma soprattutto una difficoltà punitiva, il quale trasforma il tutto in un trial & error che ha praticamente contraddistinto questo genere di giochi, tanto da dargli il nome di Souls Like.
Questo Hellpoint non fa eccezione. Un titolo che prende a pienissime mani dai giochi citati sopra e, proprio per questo motivo, non per tutti, vista la sua struttura che si suddivide in: esplora, uccidi, muori e riprova. Tuttavia se i giochi targati From Software hanno dalla loro un aspetto tecnico curato, un gameplay che ci porterà al game over solo in caso di nostro errore e quindi si fanno apprezzare anche da chi non è per nulla appassionato di questo genere, Hellpoint è molto più spartano e non raggiunge minimamente gli apici di questi titoli.
Irid Novo
Hellpoint inizia con una breve visione di Irid Novo, una nave spaziale che orbita attorno ad un buco nero. Il tuo personaggio (il quale è quanto di più generico si possa pensare), di cui non conosciamo il nome, si risveglia e dovrà in qualche modo cercare di scappare dalla navicella.
Tuttavia, man mano che andremo avanti con i nostri progressi, vedremo che la Irid Novo è stata invasa da creature sovrannaturali come: zombie, umanoidi informi, spettri, cavalieri demoni e tutto ciò che può essere inserito di malevolo in un titolo simile. Morale della favola, sarai bloccato in una nave spaziale la quale altri non è che un passaggio per gli inferi.
La storia di per sè potrebbe anche essere buona, visto che va a prendere dai capisaldi del genere horror e si ispira, nemmeno troppo velatamente, ad opere come Doom, Alien e Mass Effect, tuttavia è spiegata male e in maniera estremamente confusionaria, tramite l’utilizzo di note sparse qua e là per il gioco. Verissimo, anche i Souls danno poco a livello di trama, tuttavia quel poco è spiegato in modo molto più ordinato e convenzionale, senza troppi giri di parole aiuta il giocatore a capire cosa deve fare e perché.
Dark Sola
Può essere semplicistico dire che Hellpoint è un Dark Souls ambientato nello spazio, ma effettivamente è così. Il gioco prende in prestito parecchie cose dal titolo From Software a partire dagli elementi sul display, i così detti HUD, come le barre della vita e del vigore, ma non è solo questo, anche i combattimenti sono presi pari pari da quello che potremmo definire il cugino che ha avuto più successo.
Il problema, tuttavia, è che Hellpoint prende il gameplay di Dark Souls e lo appiattisce in maniera atroce. Se nel titolo From Software buttare giù un nemico, dopo averne capito i pattern, magari dopo alcune morti, ci darà un’immensa soddisfazione, questo in Hellpoint non capita; anzi ci dà quasi l’idea che sia avvenuto per caso.
Il set di mosse è quello classico: un tasto per l’attacco leggero, uno per l’attacco pesante, parata, sprint e l’immancabile schivata. Tutte queste azioni ci costeranno in termini di barra del vigore, o se preferisci stamina. Il problema è che i movimenti del personaggio risultano estremamente legnosi e le animazioni, davvero povere, non aiutano il titolo.
Oltre a questo le azioni concatenate, le quali dovrebbero essere un must per questo genere di giochi, non possono essere effettuate. Per esempio: se metti a segno un paio di colpi e subito dopo vorrai bloccare un contrattacco nemico, non potrai farlo. Dovrai aspettare la fine dell’animazione e, nel frattempo, sicuramente, avrai preso qualche colpo dall’avversario. Vuoi bloccare la visuale su un nemico e concentrarti su quello? Perfetto, fallo pure, ma aspettati che la telecamera inizi a fare le bizze e ad andare un po’ dove vuole. Non solo questo, se blocchi la visuale su un nemico e vorrai passare a un altro, il titolo farà sempre confusione se passare al target oppure farti ritornare alla mira manuale.
Una cosa decente del titolo sono le boss fight che, manco a dirlo, sono ispirate anch’esse a Dark Souls. Abbastanza epiche, con i classici boss giganti che ti faranno spaventare anche solo a guardarli e ti faranno chiedere più di una volta: “e adesso come lo butto giù?”. Purtroppo però questi boss altri non sono che versione gigantesche dei nemici che incontreremo normalmente nella nostra quest e questo va ad uccidere il fattore varietà, dandoci l’impressione di star combattendo sempre la stessa cosa in continuazione.
La crescita del personaggio in Hellpoint avviene tramite la raccolta di Axions, delle sferette luminose. Queste verranno presi dai nemici uccisi e verranno perse se il nostro personaggio muore, ma potremo riappropriarcene se ritorneremo sul luogo della nostra morte uccidendo un nemico, il quale sarà la personificazione di noi stessi. Oltre che dai nemici, gli Axions, potranno essere trovati anche nei bauli. Per utilizzarli e quindi crescere, dovremo posizionarli nei portali i quali fungeranno anche da punti di salvataggio.
Come detto prima gli Axions ci serviranno per aumentare le nostre statistiche come: punti vita, vigore, furto e altre quattro voci che saranno fondamentali per poter equipaggiare determinate armi e armature. Tuttavia Hellpoint appiattisce quest’aspetto visto che mette dei livelli da raggiungere troppo alti. Quindi nel caso tu voglia utilizzare una determinata arma bloccata, dovrai per forza di cose concentrarti su quell’aspetto e trascurare gli altri.
Se c’è una cosa da cui Hellpoint non ha per nulla preso ispirazione da Dark Souls è sicuramente il raggiungimento di determinate aree e lo sviluppo dei livelli anche in maniera verticale. Grazie a questo riuscirai a raggiungere zone nascoste e passaggi segreti.
Purtroppo anche la sezione di platforming lascia molto a desiderare. Se noi proveremo a saltare in una direzione e a mezz’aria vorremo cambiarla, come accade in qualsiasi gioco che prevede una meccanica del genere (mi vengono in mente i vecchi God of War), questo non sarà possibile.
Ti capiterà più di una volta di morire solo per aver calcolato male un salto in una determinata parte del gioco. Anche lo sprint è qualcosa di disastroso, se infatti proverai a correre, dovrai cercare di calcolare bene anche quando cambiare direzione, visto che in questo caso la corsa si arresterà e ripartirà dopo. Questo aiuta di parecchio l’imprecisione totale del titolo
Da vedere nulla di che
La grafica non è nulla di particolare, anzi. Pare di essere di fronte ad uno di quei giochi PlayStation 2 dove gli ambienti erano estremamente piatti e poco popolati. Prendendo sempre in esame giochi ben più blasonati, come Bloodborne: anche se si è da soli, i nemici danno vita, la città è minacciosa, poco animata, ma comunque sappiamo che è popolata, grazie a alle case, alle carrozze abbandonate. Qui no; il tutto è piatto come non mai, gli ambienti si assomigliano un po’ tutti e nemmeno la musica aiuta a dare quel coinvolgimento che darebbe al titolo quello sprint finale del: “almeno è bello da vedere”.
Concludendo
Hellpoint è brutto, potrei finire qui la mia considerazione finale. La storia di per sé potrebbe pure essere interessante, ma è raccontata malissimo, il gioco è pesantemente ispirato a Dark Souls (e non ci sarebbe nulla di male), ma va ad appiattire i suoi punti forti, lasciando solo la difficoltà.
Non è appagante per nulla, non si salva nemmeno dal punto di vista grafico, visto che il gioco non ci propone un reparto tecnico valido, ma piuttosto un qualcosa che sembra uscito dall’era 128 bit. A chi posso consigliare questo titolo? Solo a chi proprio ha necessità fisica di avere un ulteriore Souls Like, visto che magari ha già portato a termine tutti i giochi che si ispirano alle opere di From Software, se non sei in questa categoria, spendi i tuoi sudati risparmi su altro.