Con l’inizio di ogni anno che è sempre un avaro di uscite importanti, molti sviluppatori indie ne approfittano per propinarci qualsiasi cosa.
Dal momento che non c’è due senza tre, oggi parleremo di Help Me Doctor!, ennesimo esempio di immondizia digitale che riesce volta per volta a comparire sugli store delle piattaforme.
Se la democrazia degli store online è, in linea teorica, una bella cosa alla prova dei fatti i tempi del supporto fisico come unico strumento di diffusione videoludica ci evitavano un bel po’ di torture audiovisive (anche se non del tutto, l’Angry Videogame Nerd ci ha costruito una carriere sulle brutture vintage).
Help Me Doctor, a leggere dalla sua presentazione, sembrerebbe un videogioco sulla medicina che si inserisce sulla scia di titoli del passato come Life and Death, The Surgeon o il più recente Surgeon Simulator.
Ci troveremo infatti nei panni di un dottore di mezza età, alle prese con la sua nuova clinica al quale viene richiesto di “fare le giuste diagnosi ai pazienti, prestando attenzione ai sintomi e alle documentazioni presentate, seguendo l’etica professionale”
Tutto quello che le premesse lasciano intravedere, si infrange in quello stesso mare di mediocrità in cui affonda il gioco. Si tratta infatti di un banalissimo appartenente alla categoria “trova le differenze” da Settimana Enigmistica: tutto quello che dovremo fare è verificare se i dati assicurativi e anagrafici presentati dal paziente coincidono con quelli in nostro possesso.
La diagnosi? Un gioco (noioso) da ragazzi: i pazienti presentano sempre gli stessi sintomi e se non li abbiamo ancora imparati a memoria basterà dare un’occhiata al manuale delle malattie, sempre presente a schermo per identificare il malessere.
Ovviamente, per non dare spazio a fraintendimenti, le malattie hanno sintomi alquanto stupidi quali scoregge profumate, mangiare caramelle o vedere la gente in lingerie; le malattie collegate sono patologie come trasformazione in hobbit o sindrome da celebrità. Insomma nulla di simpatico, neppure lontanamente.
L’ultimo aspetto citato dalla sinossi, relativo all’etica professionale, si riduce a una domanda che ci viene posta sporadicamente, la cui risposta sarà nettamente immorale o viceversa corretta e inappuntabile: per esempio ci viene chiesto se curare il figlio del ministro in possesso di documentazione incompleta oppure se inviarlo alla clinica privata di un collega, che ha meno vincoli.
L’agonia del povero dottore si trascina di paziente in paziente (tutti orribilmente uguali) fino alla fine della giornata, al termine della quale si fa il bilancio sugli incassi della giornata tra parcelle pagate ed eventuali somme da rifondere per gli errori commessi. Guadagni che, inutile a dirsi, non servono assolutamente a nulla.
La cosa più interessante, per modo di dire, è che Help Me Doctor è stato originariamente rilasciato per PC nel 2016 e in questi 4 anni gli sviluppatori non hanno cambiato una sola virgola.
Il comparto grafico, già ridicolo all’epoca, è rimasto inalterato. I personaggi sono tutti uguali tra di loro e si muovono in maniera dinoccolata come fossero marionette. Anche se nella presentazione del gioco viene fatto riferimento alla necessità di esaminarli attentamente, si tratta di un’attività superflua visto che il loro comportamento sarà sempre uguale: saranno sempre immobili e depressi quanto noi che stiamo giocando.
Insomma si vergognano anche loro.
Anche l’ambientazione dello studio medico (altro che clinica) è scarna e dotata di elementi immobili e macchinari inutilizzabili, roba da fare altare più di un sopracciglio anche negli anni ’90.
Completa il meraviglioso pacchetto una colonna sonora ripetitiva e piacevole come un esame della prostata.
Ma veramente nel 2020 abbiamo giochi che riescono a prendere 1? Con internet e le informazioni che girano alla velocità della luce credo che un minimo di impegno da parte degli sviluppatori sia un obbligo…vabbè