Eccoci al terzo appuntamento con l’approfondimento su Hideo Kojima, se ti sei perso i due precedenti leggili prima di iniziare questo articolo, sia la prima parte che la seconda parte.
Dopo i risultati non all’altezza delle aspettative di Peace Walker, Konami cominciò a perdere fiducia in Kojima e in generale nel mercato console, questo a anche a causa di un crescente interesse verso il mercato mobile, mai così fiorente come in quel momento.
Nonostante queste premesse, Konami concesse a Hideo di cominciare, nel 2010, i lavori su un nuovo capitolo di Metal Gear, sviluppando per prima cosa un nuovo motore di gioco chiamato Fox-Engine, che il publisher aveva intenzione di utilizzare anche su altre serie prodotte, come il gioco calcistico Pro Evolution Soccer.
Cominciò così la produzione del progetto Ogre, titolo provvisorio del nuovo Metal Gear, che si proponeva di riempire l’ultima parte della storia di Big Boss rimasta ancora ignota al giocatore.
La creazione di un motore dedicato portò via parecchio tempo allo studio di Kojima, che quindi si ritrovò decisamente indietro con i lavori rispetto alla tabella di marcia;, per questa ragione, Konami fece pressioni affinché il 30 agosto del 2012 Kojima annunciasse al mondo Metal Gear Solid: Ground Zeroes, una singola missione, prequel rispetto al gioco completo, che sarebbe uscita come gioco a se stante e venduta nei negozi a prezzo pieno.
Nonostante un’iniziale reticenza dei giocatori, causata dall’incongruo rapporto tra quantità dei contenuti e prezzo di vendita, Ground Zeroes ottenne un successo enorme grazie a una libertà di approccio senza precedenti nella storia del genere: all’interno di un’unica missione di infiltrazione, il giocatore aveva piena libertà d’azione, potendo per la prima volta avvalersi di una mappa in cui muoversi liberamente.
Mentre i giocatori si dedicavano ad esplorare in lungo la mappa di Ground Zeroes, Kojima sbalordì nuovamente tutto il mondo durante la Gamescom del 2014 annunciando la realizzazione di P.T.:una piccola avventura horror su PlayStation 4, che sarebbe stata resa giocabile gratuitamente da quello stesso giorno.
Nel giro di qualche giorno si scoprì che la sigla P.T. stava per Playable Teaser, e che quella breve avventura altro non era che una demo introduttiva a un nuovo capitolo di Silent Hill, il quale avrebbe dovuto rappresentare la rinascita del brand, ad opera di Kojima in collaborazione con Guillermo Del Toro, e con Norman Reedus nei panni del protagonista.
Ovviamente la notizia mandò in visibilio i fan di tutto il mondo, nonostante cominciassero a serpeggiare tra gli appassionati delle preoccupazioni riguardo lo stato dei lavori del progetto Ogre.
Con il passare dei mesi, dapprima la stampa specializzata e poi anche la base dell’utenza, cominciò a notare una serie di fatti piuttosto strani che riguardavano il director.
All’interno della Metal Gear Legacy Collection il nome di Hideo Kojima era stato completamente rimosso, così come in vari shop online. Inoltre si susseguirono altri rumor, che volevano la Kojima Productions esclusa dai lavori dell’azienda, e che insistevano sulla chiusura del progetto riguardante Silent Hill, e di un abbandono dello studio di Kojima al termine dei lavori su Metal Gear.
Fu proprio Guillermo del Toro a confermare la chiusura del progetto il 26 aprile del 2015 e Konami confermò la notizia il giorno dopo, rimuovendo P.T. dal PlayStation Store ed affermando che l’azienda avrebbe puntato con decisione verso il mercato mobile.
Con una situazione di questo tipo all’interno dell’azienda. il pubblico non sapeva cosa aspettarsi dal futuro, ma per fortuna nel settembre dello stesso anno uscì Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.
Nonostante ormai le voci di una rottura tra Kojima e Konami fossero decisamente insistenti, il director riuscì a stupire tutti: il gioco, con protagonista Big Boss, ampliava ciò che si era visto in Ground Zeroes, dando alla serie un respiro totalmente inedito grazie a una mappa open world che garantiva un’illimitata libertà d’approccio ad ogni situazione, inoltre era presente una trama che approfondiva la psiche dei tanti personaggi della saga.
Purtroppo, nonostante l’indiscussa qualità del titolo a livello di gameplay, era palese che il gioco fosse arrivato sul mercato decisamente incompleto, in quanto privo di un vero finale, e pieno di missioni secondarie ripetute più volte per riempire i vuoti di produzione.
Negli anni successivi, infatti, i dataminer scoprirono dati riferiti sia a un terzo capitolo del gioco, sia a varie missioni che lo studio non aveva avuto tempo di inserire a causa dell’ingerenza di Konami nel progetto.
Una volta terminato il suo contratto, Hideo Kojima lasciò Konami e il 15 dicembre successivo il CEO di Sony annunciò una partnership con Kojima Productions, ora diventato un team indipendente, per poi, l’estate dello stesso anno, annunciare Death Stranding, nuova IP in esclusiva PlayStation.
Grazie alla libertà e ai fondi concessi da Sony, Kojima sfruttò i contatti intessuti per Silent Hill, richiamando a sé Norman Reedus e Guillermo del Toro.
Durante l’E3 del 2016 Kojima presentò ufficialmente il primo trailer di Death Stranding, con Norman Reedus come protagonista, con un video in CG poiché in quel momento Kojima Production non aveva a disposizione nemmeno un edificio in cui lavorare.
In questo senso, la partnership con Sony fu una vera fortuna per il team, che così poté confrontarsi con gli altri studi First Party di Sony, fra cui Guerrilla Games, il quale decise di donare il codice del suo nuovo motore, il Decima Engine di Horizon Zero Dawn, a Kojima.
Grazie al Decima e finalmente a un edificio in cui lavorare, cominciarono i lavori su Death Stranding, e sin da subito, fu chiaro a tutti gli addetti ai lavori, come Kojima volesse finalmente dare libero sfogo alla sua creatività che, da troppo tempo, era ormai legata ad un’unica serie.
Man mano che i lavori sul titolo proseguivano, Hideo sfruttava i contatti Hollywoodiani intessuti negli anni per inserire varie celebrità all’interno del gioco, da Mads Mikkelsen, a Lèa Seidoux, dando a praticamente ogni personaggio principale il volto di un attore noto.
Inoltre Kojima e il suo studio cominciarono a diffondere la notizia che il titolo avrebbe presentato delle meccaniche rivoluzionarie per il mondo dei videogiochi, creando delle connessioni tra giocatori come mai prima, destando ancora di più l’interesse dell’intero settore.
Nel maggio del 2019, a soli tre anni dal primo annuncio riguardo al progetto, viene annunciata la data ufficiale di uscita di Death Stranding, fissata per l’8 novembre 2019, il che mandò tutto il mondo videoludico in visibilio.
Durante la cerimonia di apertura della Gamescom 2019 avvenuta qualche giorno fa, Kojima ha finalmente mostrato al pubblico qualche stralcio di gameplay del titolo, generando entusiasmo e perplessità allo stesso modo negli spettatori.
Con solo qualche mese a separarci dall’uscita del titolo, non ci resta che aspettare per poter mettere mano all’ultima fatica di Hideo Kojima, dandogli comunque atto, sia in caso di successo che di fallimento, di essere stato uno dei maggiori innovatori e creativi dell’intera industria videoludica sin dalla sua nascita.