Come spesso mi piace ricordare nei miei articoli di opinione, difficilmente compro un titolo al day one, non per una questione di aggiornamenti, ma per un fattore prettamente economico. Perché dovrei spendere 70 bombe all’uscita visto che, aspettando poche settimane, posso risparmiare almeno 20 carte, da poter, probabilmente, reinvestire su qualche altra esperienza?
Cyberpunk 2077, in questo mio personalissimo iter (evidenzio personalissimo, perché non giudico mai chi prende giochi al day one) non è stato da meno, anzi la questione è stata ulteriormente amplificata dai vari problemi che hanno costellato l’uscita dell’ultima fatica di CD Project RED.
Preso, quindi, Cyberpunk 2077, grazie ad una delle numerose offerte che spesso iCrewplay.com ci propina (anzi eccotelo a prezzo davvero interessante) ho deciso di investire e capire come mai questo gioco si è portato dietro tutta questa aura di titolo maledetto e ne voglio parlare in questa NON recensione come al mio solito (lo avevo già fatto per Dragonball Z: Kakarot e il gioco di JOJO per PlayStation 4 ovvero Eyes of Heaven).
Cyberpunk 2077 V e la sua ascesa verso l’olimpo
In questo paragrafo potrei incappare in spoiler quindi se non hai ancora giocato a Cyberpunk 2077 ti sconsiglio di proseguire nella lettura e saltare a piedi pari al prossimo paragrafo.
La storia di Cyberpunk viene presa direttamente da un blockbuster americano, è bella, appassionante, sicuramente non brilla per originalità, tuttavia ci sono così tante sottomissioni e personaggi secondari che davvero non ci si annoia mai, anzi, più e più volte mi è capitato di andare avanti a fare le ore piccole solo per vedere cosa succedeva dopo. Questa sensazione, a parer mio, è sempre una cosa buona.
Prendiamo i panni di V un mercenario che ha il sogno di arrivare nell’olimpo dei grandi, quindi potere al massimo e nessun problema di soldi. Per farlo avremo al nostro fianco Jackie, un bestione di origini sud americane, incontrato durante una rapina finita male. Con lui faremo una serie di colpi che serviranno a farci un nome fino alla grande chiamata dei Fixer che contano (i Fixer nel linguaggio di gioco sono persone che raccolgono contratti e li smerciano ai vari galoppini): dovremo rubare all’Arasaka, ovvero la compagnia che gestisce tutta Night City, un chip chiamato Relic.
Naturalmente V accetta, ma come è ovvio che sia, qualcosa va storto: il nostro compagno di avventure ci lascia la pelle e noi dovremo iniziare a convivere con l’anima di un terrorista, morto 50 anni prima, nella nostra mente. Questa cosa accade per colpa del chip Relic creato dall’Arasaka il quale è in grado di catturare la personalità delle persone e creare degli engrammi (ovvero una rappresentazione di una persona, basandosi sulle sue memorie e sul suo modo di fare) della stessa, da poter trasferire da un corpo all’altro. V prenderà il Relic e lo installerà nei propri circuiti.
Da qui in poi sarà un susseguirsi di vicende rocambolesche per capire come poter uscire da questa situazione in cui ci siamo cacciati.
La storia, come detto prima, pur non brillando per originalità, è matura, diverte, ma soprattutto non annoia mai. Cyberpunk 2077 è pieno di colpi di scena che tengono incollato il giocatore. I personaggi, anche quelli secondari, sono così pieni di carisma che è un piacere seguirne le vicissitudini.
Cyberpunk 2077 ha una giocabilità che sa di già visto, ma che non annoia mai
La giocabilità di Cyberpunk 2077, è vero sa molto di già visto. Chiunque abbia portato a termine un titolo come Grand Theft Auto V si sentirà decisamente a casa, visto che il controllo e la fisica delle auto è estremamente simile nei due titoli. Le missioni sono tante e variegate: si va dal classico vai da un punto A ad un punto B, fino al raggiungi questa location e fai fuori tutti, per completare con ruba il determinato oggetto.
Come puoi ben vedere nulla che non sia stato già trattato in altri titoli simili, tuttavia il fatto di averne una quantità spropositata di missioni, e che ognuna di queste abbia una lore a sé stante, ma soprattutto gli elementi da RPG, che ci faranno costruire il nostro personaggio un po’ per volta, danno un’estrema profondità al tutto, ma cosa molto importante, tutto ciò non annoia davvero mai.
Cyberpunk 2077 grafica e bug
Parliamo dell’elefante nella stanza (come direbbero gli americani): tecnicamente com’è? Ha veramente tutti sti bug sventolati ai quattro venti? Sì, no e forse.
Dipende dalla piattaforma su cui lo stiamo giocando, quindi questa diventa un’esperienza estremamente variabile. Dal canto mio e quindi dalla mia esperienza, posso dirti che il mio computer abbastanza vecchiotto l’ha fatto girare (Intel core I5 di settima generazione, una GeForce 1060 e 8 GB di Ram, non proprio un PC all’ultimo grido), ma non senza problemi, tuttavia fatta la legge trovato l’inganno. Disponendo di una fibra ottica (basta una fibra 100) ho sottoscritto un piano con GeForce Now, il quale prende la tua libreria di giochi e te la manda in streaming.
Se ti accontenti del piano base, è gratis, ma avrai delle limitazioni tipo: massimo un’ora continua di gioco (ma basta uscire e rientrare), la coda per iniziare a giocare è più lunga (ma nulla di drammatico) e il Ray Tracing sarà assente. Se ti accontenti va benissimo così, se invece vuoi il massimo pur avendo il minimo (per minimo intendo un computer del 1915) puoi sottoscrivere un piano mensile o annuale (al prezzo di 9,99 € per il primo 99,99 € il secondo) ed eliminare tutte le limitazioni elencate prima.
Ti posso assicurare che con questa soluzione il gioco va una favola e mi ha fatto dimenticare, per magia, il framerate ballerino e i continui blocchi di immagine. Non solo, con un hardware più adeguato i vari bug sono magicamente spariti. Detto questo mi fermo ad con una piccola riflessione ovvero dubito che i ragazzi di CD Project RED riusciranno ad ottimizzare così tanto il titolo da farlo girare bene sulle PlayStation 4 base o le vecchie Xbox One. Cyberpunk 2077 è davvero troppo esoso di risorse, però ricordiamoci che sono gli stessi che sono riusciti a far stare su Nintendo Switch un titolo come The Witcher 3, quindi mai dire mai.
Cyberpunk 2077 e il suo sonoro
Un aspetto di Cyberpunk 2077, che nelle varie recensioni da me lette, non viene mai sottolineato o comunque mai esaltato a dovere è il comparto sonoro davvero di primissimo ordine. Partendo dalle musiche, le quali sono diventate un punto fisso nella mia playlist di Spotify (ce ne davvero per tutti i gusti, dal Rock alla Techno) fino ad arrivare al doppiaggio raffinatissimo.
Sentire le voci di doppiatori professionisti ci da ancora di più l’idea di essere di fronte ad un blockbuster americano. Ogni battuta o riga di dialogo è messa la posto giusto ed è impreziosita dalle performance del doppiaggio. Solo per dirne una, il fatto di aver messo la voce di Luca Ward su Johnny Silverhand, il quale ha le fattezze di Keanu Reeves, è un tocco di classe non da poco, poiché il pubblico italiano ormai sente la voce del doppiatore romano e la associa ad uno degli attori più amati dalla rete e non solo.
Il vero protagonista di Cyberpunk 2077 è Night City
Prima di passare alle conclusioni, bisogna per forza di cose spendere due parole su Night City, ovvero la vera protagonista di Cyberpunk 2077. Una città fittizia la quale è un mix tra Los Angeles e New York. Ogni parte della città è stata curata in una maniera impressionante.
Se hai visitato una grande metropoli americana, non è possibile non coglierne le analogie. Le parti più povere, quelle più ricche e borghesi, ma oltre a questo la città è estremamente viva. Una location del genere, creata in maniera così minuziosa, non può passare inosservata e quindi diventa la vera protagonista di Cyberpunk 2077, più dello stesso V o di Johnny Silverhand.
Cyberpunk 2077 secondo me va giocato
Dopo quindi averci passato 50 e passa ore (ancora non l’ho portato a termine) posso con tutta certezza dire che Cyberpunk 2077 è un prodotto che se non oggi, ma un domani, va giocato da chiunque abbia la passione del videogioco. Se per adesso sei un possessore di PlayStation 4 o Xbox One, lascia perdere, ma appena passerai alla prossima generazione di console (perché tanto lo farai, è inutile che ti nascondi dietro alla scusa: ma tanto non ci sono giochi) è un acquisto obbligato.
Un gioco che ha un certo spessore, che ingiustamente è stato attaccato, non perché magagne non ce ne siano, ma perché tutto sommato ha gli stessi problemi dei giochi di questo calibro (qualcuno ha detto Skyrim?). Se invece hai un PC, oppure sei disposto, grazie ad una buona connessione, a giocartelo in streaming, puoi già tranquillamente fare il grande passo e portarti a casa Cyberpunk 2077, un titolo davvero epico che potrebbe emozionarti e non poco.