Sviluppato da Avalanche Software e pubblicato da Warner Bros. International Enterprises, Hogwarts Legacy è il videogioco di ruolo d’azione open world che all’inizio del 2023 ha portato gran parte dei videogiocatori nella scuola di magia più famosa di sempre. Ci riferiamo, ovviamente, alla saga letteraria, e relativa trasposizione cinematografica, di Harry Potter e ne torniamo a parlare in quanto di recente è stata pubblicata la versione per le console della generazione precedente (PlayStation 4 e Xbox One). Nello specifico, questa recensione si concentra sulla versione PlayStation 4! Pronto a impugnare nuovamente la bacchetta?
Hogwarts Legacy rispetta il passato
Dopo aver recensito la versione per PlayStation 5 (pubblicata a febbraio 2023), siamo tornati su Hogwarts Legacy per sperimentare con mano l’adattamento per PlayStation 4. Come saprai, questi è stato rimandato diverse volte ed erano numerose le voci che prevedevano un disastro, una sorta di Cyberpunk 2077 parte due. Invece, lo anticipiamo, il risultato finalmente sorprende e conferma, in parte, le motivazioni di alcuni limiti tecnici e grafici riscontrati già nella nostra prima analisi. Ma procediamo con ordine!
Per chi non lo sapesse, Hogwarts Legacy è ambientato nell’800 e ci permette di creare un protagonista completamente inedito per nome, fattezze e casata (tutte liberamente selezionabili a nostro piacimento). L’idea di affrontare il passato della scuola di magia è estremamente affascinante e intrigante, specialmente per chi è appassionato del mondo ideato dalla penna di J. K. Rowling. I riferimenti al mondo magico sono innumerevoli e nel corso della trama e delle varie sottotrame, avrai modo di collegare diversi tasselli rivelando una lore certosina e molto rispettosa del materiale originale.
Ci ritroveremo a vivere il nostro ingresso nella sontuosa scuola di magia e stregoneria (tra l’altro, potrai scegliere se essere strega o mago) di Hogwarts ma con una piccola particolarità che darà da subito un certo valore al nostro anonimo “eroe”: inizieremo, infatti, dal quinto – dei sette – anno di magia. Le motivazioni di questa iscrizione “anomala” nonché tardiva, attirerà innumerevoli attenzioni e sarà parte integrante della narrazione. Una narrazione che, è bene ricordarlo, non è incentrata unicamente sul nostro personaggio, ma va a ramificarsi e coinvolgere Hogwarts stessa (che non per niente è parte del titolo).
C’è una nemesi contro cui prendersela? Sì e viene svelata nel movimentato prologo: si chiama Ranrok ed è un goblin. Quindi sì, Hogwarts Legacy ci porterà nel famigerato evento identificato come la “rivolta dei goblin”. Occhio però, questo è solo uno degli eventi “rumorosi” il cui eco sembrerà sfiorarti appena limitandosi, apparentemente, a notizie di corridoi o titoli di giornali. La realtà è che la narrazione del titolo di Avalanche Software è estremamente ragionata e curata nonché ramificata e capillare sotto diversi aspetti.
Questo significa che se si inizia in modo abbastanza semplice, quasi da rituale, con lezioni da seguire, professori e studenti da conoscere e una scuola da esplorare, ben presto si incapperà in segreti, colpi di scena, capovolgimenti di prospettiva e approfondimenti che faranno semplicemente la gioia degli appassionati. Il tutto è orchestrato veramente bene con un ritmo lasciato in mano al giocatore che potrà liberamente destreggiarsi tra le varie missioni e sfide. Un consiglio: non sottovalutare le missioni secondarie. Queste non sono meri accessori e anzi, offrono spunti intriganti e approfondimenti succosi, nonostante alcune possano apparire più scanzonate di altre.
Per quanto riguarda il cast di personaggi, Hogwarts Legacy non ha molto da invidiare al filone letterario principale. Sì, mancano grossi nomi, ma sono presenti cognomi di un certo rilievo e riuscire a collegare alcuni eventi sapendo già cosa accadrà dopo può regalare piacevoli soddisfazioni. La cura della narrazione è quindi quasi impeccabile e se te lo stai chiedendo, no, rispetto all’edizione precedente, Hogwarts Legacy per old-gen è praticamente lo stesso titolo per narrazione, gameplay e missioni.
Di esplorazione e magie…
Come anticipato, Hogwarts Legacy è un gioco di ruolo d’azione con un sistema da open world vasto e articolato. Esplorare la scuola di magia e stregoneria e alcuni luoghi esterni (come Hogsmeade), svela un mondo di gioco dal dettaglio sorprendente e pieno zeppo di citazioni, eventi e collezionabili di vario genere, ma procediamo con ordine. Come su next-gen, anche in questo caso il controllo del nostro personaggio è decisamente intuitivo e comodo. Padroneggiare le magie, sbloccandole man mano, amplia il nostro raggio d’azione introducendoci in un gioco decisamente vasto e sorprendentemente vario.
Leggermente più dispersiva potrebbe apparire la mappa di gioco con relative sfide e missioni. Un dedalo di cose da fare e scoprire sontuoso e appagante. Da elementi da svelare con “Revelio” ad animali da addomesticare e/o cavalcare, passando per sfide di combattimento ed abilità di vario genere fino all’esplorazione di anfratti oscuri e misteriosi, il tutto con l’aggiunta di puzzle logici ed ambientali incentrati – neanche a dirlo – sulla magia. Non mancano pagine volanti da setacciare, tesori da aprire e materiali da raccogliere (in un sistema di crafting semplice e intuitivo). Hogwarts Legacy è pieno zeppo di cose da fare e personaggi con cui interfacciarsi.
E tra queste cose, ovviamente, non può mancare il combattimento. Elemento a lungo discusso, si è dimostrato variegato e divertente da padroneggiare, nonché molto accessibile. Il merito, ovviamente, è delle magie che variano da quelle di attacco a quelle di difesa (Protego è essenziale da padroneggiare), da Accio (con cui puoi disarmare e avvicinare cose) a Repulsio (con cui puoi spingere o allontanare oggetti). Presente, ovviamente, Wingardium Leviosa come Flipendo e l’utilissimo Alohomora (con cui potrai scassinare serrature di porte e tesori).
E parlando di tesori, il nostro protagonista è liberamente personalizzabile per l’estetica, ma anche per l’equipaggiamento (dalla vesti all’impugnatura della bacchetta). La varietà, anche qui, è notevole ed è in grado di accontentare praticamente ogni gusto con un livello di personalizzazione estetica molto appagante (un po’ meno sul livello ludico con elementi da gioco di ruolo forse troppo standard e semplici, ma comunque efficaci).
Da citare anche il Vivarium dove potrai allevare una serie di creature. Un’attività secondaria da non sottovalutare in quanto, grazie a loro, potrai ottenere materiali essenziali per il proprio equipaggiamento e per la risoluzione di missioni e sfide. A tal proposito, per proseguire nella trama, dovrai soddisfare proprio determinate richieste (come possedere una data magia) e inoltre, per ottenere esperienza con cui far salire di livello il tuo personaggio, dovrai obbligatoriamente completare le missioni legate al Vivarium (senza contare che, soddisfacendo determinate sfide, potrai sbloccare ulteriori oggetti e bonus).
Infine parliamo della Stanza delle Necessità, sbloccabile nel corso dell’avventura, questo posto presenterà una serie di sorprese estremamente gradevoli oltre a risultare una gradita pausa “alternativa”. Qui, oltre a poter “arredare”, avrai accesso a una serie di “postazioni” con cui poter approfondire e ottenere ulteriori oggetti e vantaggi, nonché conoscenze. Il tutto a conferma del quantitativo mastodontico di attività che il titolo ha in serbo per noi giocatori.
La vastità del mondo di gioco – elevatissima – non deve però spaventare. Il titolo è molto user friendly e se il primo impatto può creare un certo spaesamento in chi è meno abituato agli open world, non mancano strumenti in grado di rassicurare chiunque: dalla bussola che ti guida fino al punto della missione da te selezionato (con tanto di linea dorata da seguire lungo i luoghi) fino a spostamenti rapidi e comodi (da sbloccare man mano).
A queste si aggiungono le diverse possibilità di movimento. Mica penserai di spostarti unicamente a piedi, no? Discorso analogo per le tipologie di missione e sfide, ben raccolte in pagine distinte. Le missioni, inoltre, hanno un mini riassunto che può essere comodamente attivato anche durante l’esplorazione lasciandolo fisso su schermo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Hogwarts Legacy su PlayStation 4 riesce a compiere una magia vera e propria. Sì, l’impatto iniziale col titolo presenta dei colori più spenti e sì, la profondità visiva è leggermente inferiore rispetto a quella mostrata su next-gen, ma il titolo si presenta solido e sorprendentemente fluido in quasi ogni aspetto. Partiamo subito dalla nota più evidente e dolente: i caricamenti. Questi, già presenti nella versione next-gen, sono leggermente più evidenti e invadenti grazie a una durata e a una presenza maggiore (parliamo comunque, in media, di meno di un minuto l’uno).
Un piccolo sacrificio per poter godere di un mondo di gioco comunque vasto e che fa di tutto per non sacrificare la cura al dettaglio. Le animazioni di luoghi e personaggi, infatti, convivono su schermo in modo sorprendente (niente scatti robotici alla Pokémon Scarletto e Violetto per intenderci). Tutto ciò, però, conferma la natura originaria cross-gen del titolo e va a giustificare la presenza di imperfezioni riscontrate nella recensione next-gen (come i volti meno dettagliati e/o anonimi dei personaggi secondari). Ci viene quindi da chiedere come sarebbe stato Hogwarts Legacy se progettato unicamente per next-gen – considerando già il risultato ottimo.
Entrando più nei dettagli tecnici e relativi alla versione old-gen, Hogwarts Legacy possiede una risoluzione di 1080p sulla versione PlayStation 4 Pro e 900p sulla versione PlayStation 4 standard con un downgrade presente ma accettabile nonostante qualche texture in meno – così come capiterà di vedere qualche elemento caricarsi in lieve ritardo come le ombre o qualche piccolo dettaglio estetico (ma niente di grave). Per quanto riguarda il framerate, il titolo old-gen è in grado di mantenere 30fps fissi (niente singhiozzi) con la possibilità di sbloccarli (cosa che però sconsigliamo).
Come già segnalato, la trasposizione su old-gen ha richiesto come ulteriore sacrificio una presenza maggiore di caricamenti (ne sono diversi e a lungo andare potrebbero far storcere il naso ai meno pazienti) ma assicuriamo che l’esperienza finale risulta comunque abbastanza fluida e soddisfacente nonché in linea con i titoli “finali” usciti sulla penultima console Sony.
Graficamente, quindi, considerata l’età dell’hardware e altri casi di ottimizzazione, il titolo riesce a difendersi molto bene e anche il sonoro conferma la sua bontà, forte di una colonna sonora evocativa, unica e di forte impatto a cui si aggiunge un doppiaggio di buon livello (soprattutto per i personaggi più importanti). Senza contare degli effetti sonori di vario genere a cui prestare orecchio (come il campanellio post-Rivelio che c’indica, con l’acustica, la posizione di eventuali pergamene da svelare). Ovviamente, e per gioia di molti, il titolo è interamente in italiano (doppiaggio incluso).