HopDodge è un platform “bizzarro” e non per forza in senso buono. E’ un gioco che guarda al passato del genere per combinare due stili classici: quello con visione laterale e quello con visione dall’alto/isometrica. Per farlo unisce elementi 2D ad ambienti realizzati in 3D, ma il risultato finale può essere definito ancora una volta solo come “bizzarro.”
Siamo onesti, HopDodge non si presenta minimamente bene. Non so cosa mi abbia spinto a sceglierlo come titolo da recensire, probabilmente il mio masochismo (d’altronde sono quello che pensava che Elva the Eco Dragon potesse essere interessante). La realtà è che mi piacciono i platform semplici e rapidi da giocare, molto retrò. Questo HopDodge sembrava avere le carte in regola per fornirmi almeno un’esperienza di quel tipo.
Dietro questo gioco c’é uno studio chiamato Blank Games Online e, sarò onesto, non ho trovato alcuna informazione in merito, se non un canale youtube e qualche piccolo commento qua e là su Steam. A quel che ho capito si tratta di una sola persona che usa il nick Blank e, vedendo il prodotto finale, è altamente probabile. In ogni caso, non il più promettente degli inizi.
Ma bando alle ciance, vediamo di entrare nel vivo di questa recensione. Come è alla fine della fiera HopDodge? Rispetta le (poche) promesse iniziali? Riesce nella sua semplicità ad essere un titolo divertente che emerge dalla massa? Ok, se hai spulciato il voto sai già la risposta a tutte queste domande, ma perché fallisce così tanto nel suo intento? Scopriamolo insieme.
Un coniglio ed un teschio all’inferno
Hop è un semplice coniglietto salterino che, una volta morto, finisce in paradiso. Qui si diverte a vagare fino a trovare uno strano teschio imprigionato di nome Dodge. Ignorando gli avvisi scritti sui cartelli, lo libera ed entrambi finisco all’inferno. Ora l’unica cosa che possono fare è cercare la via per tornare in paradiso o per essere finalmente libero di… di… boh, non è chiaro perché Dodge sia imprigionato.
La storia ti sembra assurda e davvero insulsa? Tranquillo, HopDodge tanto se la dimenticherà completamente dopo i primi tre livelli. La narrazione viene infatti affidata a dei semplici cartelli “da leggere” in modo molto simile a come avviene, per esempio, in Little Big Planet (non è un paragone a caso e dopo vedremo perché). Il testo presente su questi diventerà però progressivamente sempre più nonsense, scollegandosi dalla premessa iniziale.
Premessa che è comunque fallace su più punti visto che non è chiara neanche l’atmosfera che HopDodge vuole creare. Si ricerca quell’aria di platform surreale e favolistico che, per l’appunto, ha fatto la gloria di Little Big Planet (tra altri), ma non si raggiunge mai quel livello per l’assenza effettiva di un trait d’union tra i vari elementi che compongono il gioco. Sembra seriamente che lo sviluppatore abbia pescato una serie di asset casuali da una scatola e poi li abbia lanciati a caso sul tavolo da gioco.
Passi il coniglio ed il teschio come simbolo di innocenza e peccato, ma perché i principali nemici all’inferno sono dei lupi? Perché ci sono dei cannoni? Perché poi finiamo su un asteroide con dei teletrasporti? Va bene che i platform non hanno davvero bisono di una lore narrativa profonda, ma in HopDodge si esagera davvero tanto da questo punto di vista. Il risultato è un minestrone narrativo che fa completamente perdere interesse nel prodotto su questo punto di vista.
Il tuo platform base con un twist inutilmente complesso
I comandi di HopDodge sono talmente semplici da risultare banali. Ci si muove con wasd e con un tasto si salta. Fine. Tutto qui. Hop è quello che ha la visione dall’alto e ha la particolarità che salterà in orizzontale una casella nell’ultima direzione verso cui si è mosso (cosa che rende i suoi movimenti un pochino più tattici). Dodge invece ha la visione laterale ed è quindi più immediato e dinamico, con un gameplay basato maggiormente sui riflessi.
Il fattore che rende l’esperienza di gioco frustrante è lo stesso che dovesse renderla speciale, ovvero il fatto che muoveremo CONTEMPORANEAMENTE tutti gli Hop e i Dodge presenti a schermo. Ovviamente questo vuol dire che possiamo muovere liberamente la telecamera di gioco in praticamente tutte le direzione, ma l’esperienza finale non è comunque meno stressante (anche perché la telecamera tende ad incastrarsi). Inoltre, non sempre i vari oggetti e obiettivi da raggiungere sono evidenti e spesso e volentieri ci si muoverà a caso.
I nemici presenti si dividono tra lupi, quadrati spinati e palle di cannone. Se se ne tocca uno, il nostro personaggio svanisce (senza animazione di morte) e riappare a inizio livello. Lo stesso accade se cadiamo nel vuoto o se tocchiamo acqua o lava. I comandi ed il gioco sono molto sensibili quindi basterà sfiorare qualcosa per dover ricominciare da zero e considerando che i nemici stessi non hanno una profondità molto chiara, spesso capiterà di morire senza aver capito come.
Gli altri elementi di HopDodge sono i già citati cartelli e poi frecce, leve colorate e scatole, teletrasporti. Le frecce, quando toccate, fanno voltare automaticamente nella direzione verso cui puntano. Valgono sia per Hop e Dodge che per i nemici (che per altro possono cambiare piano di gioco tramite le frecce). Le leve colorate invece fanno comparire e sparire i blocchi 3D dello stesso colore. Infine le scatole si possono spostare per essere usate come piattaforme e i teletrasporti… teletrasportano.
Anche con gli oggetti il problema è la sensibilità visto che basterà sfiorarli per attivarli. Più volte. Ti assicuro che anche solo con i cartelli è una cosa molto fastidiosa. In ogni caso, usando tutto questo, dovremo superare una serie di livelli senza continuità logica o curva di difficoltà oppure potremmo scegliere tra quelli creati dagli utenti. Ecco, il lato del level editor è davvero interessante, ben curato e si vede che c’é stata una grande attenzione nella sua realizzazione. Peccato che HopDodger non abbia una vera community a sostenerlo quindi è tutto abbastanza sprecato.
Si può davvero parlare di direzione artistica?
Il nostro viaggio attraverso HopDodge era partito da un’idea carica di potenziale e aspettativa, ma aveva poi iniziato a trovare sempre più difficoltà via via che ci avvicinavamo alla meta, tra una narrazione che perdeva il filo della propria storia ed un gameplay che doveva essere semplice ed intuitivo e invece era solo frustrante. Ecco, la direzione artistica è il muro su cui ci schiantiamo al termine del nostro peregrinare.
Se fino ad ora sui vari problemi potevamo chiudere un occhio, visto che HopDodge è un platform con un forte focus sul proprio level editor, quello che davvero è imperdonabile è una realizzazione artistica così di bassa qualità. Gli elementi 2D sono letteralmente appiccicati, senza alcuna animazione di sorta che possa suggerire un minimo movimento, su dei fondali 3D composti da blocchi pixellosi che farebbero vergognare persino le prime versioni di Minecraft.
Tutto è raffazzonato e composto a casaccio, non esiste una fisica di gioco o una coerenza negli ambiente. Niente. Blocchi su blocchi sospesi nel nulla cosmico color nero. L’apice della bruttezza lo si raggiunge poi con gli elementi 2D, tutti disegnati in modo osceno, con una capacità artistica che probabilmente potrebbe essere battuta dal vostro fratellino di 10 anni. Cari sviluppatori, se non sapete disegnare, pagate un professionista. Davvero.
Chiude il cerchio un comparto sonoro indefinibile composto da sinfonie assolutamente fuori luogo, quando non proprio fastidiose, e da suoni che sembrano estratti casualmente da un generatore automatico. La direzione artistica di HopDodge è un’assoluta catastrofe e considerando che dovrebbe essere questa ad attrare i giocatori a creare una community viva e produttiva… beh, ecco. Puoi concludere da solo la frase.
Una buona idea… finita all’inferno
Concludendo, HopDodge è terribile e non c’é altro modo di dirlo. Parte da una buona idea con un buon potenziale, ma fallisce completamente nel cercare di renderla realtà creando un obbrobrio che è difficile giocare per più di un paio d’ore (e bisogna avere tanta pazienza). Se dovessi scegliere tra andare in palestra a faticare o giocare HopDodge, probabilmente troverei più piacevole la prima esperienza. E’ un gioco che sbaglia su tutta la linea.
Prendiamo Little Big Planet, titolo con cui ho già paragonato questo HopDodge perché, come lui, ha un forte focus sui livelli creati dagli utenti, un elevato richiamo ai platform vecchio stampo ed un twist di gameplay che rende tutto più moderno (lì l’aggrapparsi alle cose, qui la doppia visione). Ecco, Little Big Planet ha avuto successo grazie alla sua semplicità, ma soprattutto grazie alla sua direzione artistica assolutamente sopra la media. HopDodge è terribile da vedere e solo questo ti fa passare la voglia di giocarlo.
Arriviamo poi a quella che è la ciliegina su questa (pessima) torta di catrame. HopDodge è disponibile su Steam come accesso anticipato all’imbarazzante prezzo di 8 euro e 19 centesimi. Questo onestamente è un furto. Posso accettare che un titolo simile, con questo potenziale, sia un lavoro in corso d’opera, ma far pagare quasi 10 euro per esso è definibile solo come furto. Soprattutto se consideriamo che sul web si possono trovare titoli simili e migliori COMPLETAMENTE GRATUITI.
Insomma, HopDodge non ha alcun senso narrativo, è frustrante e complesso da giocare, ha un aspetto terribile ed una direzione artistica agghiacciante e costa pure troppo per quello che offre. Normalmente lascio sempre uno spiraglio di speranza a fine recensione, anche per i titoli peggiori, ma qua quella speranza è stata uccisa subito. Era l’idea di partenza, davvero buona, che è stata però affogata in uno sviluppo indecente.