Uno dei generi più in voga sin dai tempi delle sale giochi è sicuramente il racing game: nonostante la rudimentalità tecnica, quell’ammasso di bit che scorrevano velocemente sullo schermo riusciva ad appassionare milioni di giocatori.
Oggigiorno le cose sembrano essere piuttosto cambiate: con il progresso tecnologico le software house cercano di offrire un’esperienza sempre più simulativa, venendo incontro alle richieste del mercato.
Hotshot Racing è sicuramente una mosca bianca nell’industria: i ragazzi di Sumo Digital e Lucky Mountain Games hanno progettato il titolo con lo scopo di far battere il cuore agli appassionati dell’epoca che sognano ancora di rivivere le stesse emozioni provate con Virtua Racing.
Ma come si comporta il gioco? Scoprilo con la recensione del nostro provato su PlayStation 4!
Hotshot Racing, un tuffo alle origine di un genere
Hotshot Racing dispone di un discreto numero di piloti che gareggeranno nelle gare più disparate: potremo scegliere il nostro pilota preferito del roster proposto dagli sviluppatori, ognuno di questi disporrà di quattro veicoli dotati di statistiche diverse adatte a soddisfare i diversi stili di guida degli utenti.
Ogni pilota possiede una propria descrizione didascalica, la quale ci fornisce un approfondimento sulla sua personalità: personalmente ho apprezzato molto questa semplice quanto frivola aggiunta, poiché fornisce spessore ai personaggi e alla loro caratterizzazione nonostante il gioco non goda di una vera e propria trama.
Hotshot Racing dispone della modalità Gran Premio, dove potremo scegliere di gareggiare in un campionato a punti composto da quattro gare: in caso di vittoria del GP, partirà una cutscene che ci spiegherà il cambiamento del nostro avatar virtuale dopo il successo e ogni pilota disporrà di una scena diversa.
Drift a manetta
Il gameplay di Hotshot Racing è tanto semplice quanto tecnico: oltre che superare i concorrenti, durante le corse pazze bisognerà guidare fino al checkpoint per poter continuare a gareggiare, in pieno stile Virtual Racing.
Per riuscire a vincere, premere il piede sull’acceleratore non basterà: bisognerà derapare perfettamente senza schiantarsi contro il guard rail per accumulare turbo. Il fulcro del gameplay è riuscire a padroneggiare perfettamente ogni tracciato per diventare il re delle corse: il gameplay è immediato ma allo stesso tempo richiede abilità, una scelta di game design che ho apprezzato particolarmente.
Per quanto riguarda le modalità di gioco, Hotshot Racing dispone di poca varietà: oltre alla classica corsa arcade, è possibile giocare a guardie contro ladri e Drive or Explode. La prima consiste nel completare i giri senza subire danni dalle vetture della Polizia: nel caso il veicolo venga completamente distrutto ci troveremo dalla parte dei poliziotti, e il nostro nuovo compito sarà danneggiare le vetture dei concorrenti ancora in gara.
Drive or Explode è una gara non-stop: bisognerà correre senza raggiungere il limite minimo di velocità richiesta dal gioco, altrimenti si rischia di distruggere l’auto: man mano che il giocatore raggiungerà i checkpoint, il limite si alzerà vorticosamente, dettando le regole di una gara a base di skill dove solo i piloti più navigati riusciranno a scamparla.
Nonostante le modalità di gioco disponibili siano poche, c’è sempre il comparto multiplayer (sia online che locale) dove i giocatori potranno confrontarsi con i piloti di tutto il mondo.
A ogni gara completata ci verrà assegnato un premio in denaro, con il quale potremo personalizzare le auto in game: sono presenti molti componenti e skin personalizzabili, per soddisfare i gusti di tutti i giocatori. Inoltre, alcuni andranno sbloccati attraverso il completamento di alcune sfide che richiederanno l’utilizzo della stessa auto a più riprese nel caso volessimo sbloccare tutte le modifiche cosmetiche della vettura.
Un salto nel passato
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Hotshot Racing si difende egregiamente: il comparto tecnico low poly svolge una multifunzione fondamentale, questo richiama fortemente i titoli retro che andavano in voga agli antipodi del medium e in game lo si percepisce dalla coerenza artistica e dallo scenario pieno di oggetti ai lati della carreggiata.
I tracciati di gioco sono ben realizzati ed è possibile scegliere tra quattro biomi diversi: in totale avremo 16 piste da percorrere a tutta velocità, un numero onesto per il pacchetto proposto.
La poca presenza di poligoni favorisce la stabilità del gioco: Hotshot Racing gira a 60 fps su PlayStation 4, una peculiarità da non sottovalutare in titoli cosi frenetici. Dalla mia esperienza maturata sia in singleplayer che nel comparto PvP del titolo, posso affermare di non aver mai visto cali di frame rate: i ragazzi di Lucky Mountain Games e Sumo Digital hanno ottimizzato perfettamente il loro racing game.
Il comparto sonoro del titolo è accattivante, con suoni elettronici dall’atmosfera sci-fi che trasmettono il senso di adrenalina che il gioco propone: un risultato davvero riuscito, con un tappeto musicale che ci accompagnerà per le nostre scorribande in giro per il mondo.
In conclusione
Hotshot Racing si fa pioniere di un genere sopito: seppur le modalità di gioco proposte non siano molte, il progetto pubblicato da Curve Digital è quello che i fan del racing arcade attendevano da tempo. Il titolo riesce appieno nell’impresa di riproporre fedelmente un genere che è sparito dai riflettori agli inizi degli anni duemila.
Lo stile grafico low poly e il gameplay arcade si sposano in un connubio unico, che non è mai stato appurato nelle generazioni più recenti: consiglio il titolo sia ai vecchi appassionati del genere che al novizio, o semplicemente a chi necessita di un gioco divertente per passare del tempo in compagnia.