HunterX: code name T è un titolo sviluppato da Orange Popcorn, già creatori dell’originale HunterX, uscito l’anno scorso, di cui code name T è un sequel/spin off. Il titolo mischia il genere metroidvania e platform allo stile grafico anime dei personaggi principali.
Il protagonista è Taiyo, un cacciatore di demoni esperto che si ritrova nel mezzo di un’invasione di demoni fuoriusciti da quella che viene chiamata “frattura“. Il suo compito sarà viaggiare per altri mondi attraverso queste fratture arrivando alla fonte di tutti i mali e sistemando le cose una volta per tutte.
Il mondo di HunterX
Durante il suo viaggio Taiyo verrà accompagnato da un demonietto amichevole di nome Marka, il quale riuscirà ad aiutare il suo amico grazie all’affinità al mondo dei demoni e le informazioni in suo possesso. I due verranno seguiti da una ragazza misteriosa che non si svelerà a loro, almeno all’inizio, e che introdurrà una serie di sottotrame relative alla “lore” del mondo di gioco.
Infatti in questo universo non esistono solo i demoni, ma anche delle creature chiamate Celestiali, i quali sono stati sconfitti e corrotti dai demoni e risultano ostili nei confronti del protagonista. Taiyo verrà a conoscenza di queste informazioni attraverso dei diari sparsi per il mondo di gioco che gli illustreranno gli eventi che hanno preceduto l’inizio della sua missione. I due dovranno quindi proseguire attraverso le aree del gioco sconfiggendo nemici, risolvendo enigmi e svelando segreti tenuti sepolti da tempo.
La narrazione non ha chissà che spicchi d’originalità, una trama trita e ritrita che però va dritta al punto. Anche i personaggi non sono approfonditi e risultano spesso piatti. Il protagonista muto semplicemente osserva gli eventi che accadono intorno a lui passivamente, mentre Marka serve da voce della coscienza per Taiyo ed è il personaggio che veramente porta avanti la trama con le sue informazioni sul mondo. Può sembrare quasi il rapporto tra Pinocchio e il Grillo parlante, o ancora meglio, Dumbo e Timoteo.
Esplorazione e meccaniche
Il titolo è un metroidvania e in quanto tale fornisce al giocatore una grossa mappa completamente esplorabile, ma non dall’inizio. Infatti molte abilità utili all’esplorazione, come il doppio salto o lo scatto aereo, saranno accessibili solo proseguendo in aree avanzate del gioco. Grazie a queste nuove abilità sarà possibile raggiungere aree altrimenti inesplorabili. Basti pensare al doppio salto: una delle abilità più utili del gioco, soprattutto durante l’esplorazione per saltare su piattaforme prima irraggiungibili.
Si potranno anche trovare chiavi per aprire porte prima chiuse o leve da tirare per muovere ascensori o spalancare cancelli. Il backtracking è una parte essenziale di questo tipo di giochi ed è particolarmente utile per accedere a nuove aree o recuperare equipaggiamento lasciato indietro e che spesso risulterà utile per il completamento della missione.
Hunter X possiede molti elementi RPG nel suo gameplay. È possibile aumentare quattro attributi: vitalità, forza, intelletto ed energia. La vitalità ovviamente aumenta la salute del personaggio, la forza aumenta i danni fisici delle armi di Taiyo, l’intelletto aumenta i Punti Magia, necessari per compiere attacchi speciali e usare gli Occulti. Questi sono degli incantesimi che consumano PM e che offrono al giocatore una serie di abilità e buff.
Si passa dalle semplici abilità elementali, come palle di fuoco e spruzzi di veleno, fino ad arrivare ad abilità di supporto come aumentare le probabilità di sferrare attacchi critici o aumentare temporaneamente i danni inferti ai nemici. Molti nemici una volta sconfitti conferiranno la possibilità di usare le loro abilità peculiari sotto forma di Occulti. L’ultimo attributo è energia, che aumenta il vigore massimo e rende possibile effettuare più scatti consecutivi o parare più attacchi senza terminare la stamina.
L’assortimento di armi è piuttosto vario: dalle semplici spade alle lance, alabarde, mazze o spadoni pesanti. Queste classi di armi hanno tutte varianti per i danni elementali, come l’alabarda maledetta o lo spadone che infligge danni da freddo ai nemici. Questa varietà potrebbe suggerire al giocatore di cambiare spesso arma in base alla situazione: verrebbe in mente di usare l’alabarda di fuoco contro un boss incentrato sui danni da freddo.
Nonostante questo sembri essere logicamente una strategia vincente risulta una mossa sbagliata. Infatti spesso i danni elementali risultano quasi inefficaci contro i nemici, quindi l’opzione migliore è sempre usare l’arma con il valore di danno più alto. Questo toglie molto alla personalità degli strumenti di morte, quasi costringendo il giocatore ad usare l’arma che semplicemente fa più male ai nemici.
Ogni volta che si sale di livello si ottiene un punto utilizzabile nell’albero delle abilità del protagonista. Tali abilità aumentano i parametri di Taiyo e variano dall’aumentare la difesa del personaggio, i danni inferti dopo una parata perfetta o la possibilità di effettuare più scatti aerei consecutivamente.
Tutto ciò servirà a combattere i nemici che troveremo nelle varie aree del gioco: dai piccoli goblin con poca salute ma molto veloci, ai bruti lenti ma in grado di buttare a terra Taiyo con un paio di attacchi. È possibile parare i colpi nemici, ma eseguendo una parata perfetta sarà possibile deflettere i colpi aprendo delle brevi finestre nelle difese. I giocatori con un ottimo tempismo sfrutteranno al meglio da questa meccanica. Per chi non vuole rischiare di essere colpito, è possibile schivare totalmente gli attacchi. Questo però consumerà molto vigore, quindi è sempre meglio tenere un occhio alla barra della stamina.
Comparto tecnico e grafico
Graficamente il titolo è gradevole, il punto forte sono gli ambienti: variegati e pieni di dettagli. Caratteristiche che non si possono attribuire ai modelli dei personaggi e dei nemici. I protagonisti hanno un generico stile anime che non si mischia minimamente con gli scenari e anche a livello di modellazione 3d non sono granché. I design sono banali e senza nessuna originalità, anche parlando dei nemici base. Alcuni boss invece posseggono un design parecchio accattivante, in particolare i demoni e i Celestiali.
Un grande difetto del titolo è il comparto sonoro. Le musiche sono tutte dimenticabili e non riescono a catturare l’azione del momento e spronare il giocatore. Code name T non presenta alcun doppiaggio, almeno durante i dialoghi. Il protagonista, ad esempio, parla solo durante le mosse speciale o mentre lancia incantesimi.