Ed eccomi qui, puntuale come le tasse, dopo che si è stilata la lista delle perle nascoste per Playstation 3, ad elencare le brutture da evitare a tutti i costi sempre per il monolite nero di mamma Sony.
Titoli nati, forse, con buone intenzioni, ma che hanno deluso le aspettative perché fatti con i piedi, poco ispirati e con comparti tecnici da far rabbrividire. Qui, visto che la console è piuttosto giovane, la fregatura è dietro l’angolo poiché è facile trovare ancora di queste porcherie dal tuo negoziante di fiducia (che poi sta cosa del negoziante di fiducia non l’ho mai capita… io non mi sono mai fidato di lui).
The Fights: Lights Out
Partiamo con The Fights: Lights Out, gioco uscito nel 2010 per lanciare e mostrare le potenzialità del Nunchuck… ehm del Playstation Move (scusa il lapsus). Qui i problemi sono molteplici. Partiamo da un assurdo tutorial spiegato da nientepopodimeno che Danny Trejo. Sì, proprio lui, l’attore messicano che fa film così trash e nonsense da risultare quasi godibili. Continuiamo poi con il fatto che ad ogni nuovo livello dovremo ricalibrare il Nunchuck… ehm Playstation Move (scusa altro lapsus, oggi non riesco proprio a concentrarmi) e questo allungherà i già eterni tempi di caricamento, aumentando la frustrazione generale. Concludiamo poi con il fatto che la telecamera del Move per Playstation 3 era estremamente lenta e imprecisa. In un gioco dove bisognerebbe muoversi velocemente, per sferrare pugni, questo si tramuta in un difetto insormontabile. Wii Sports, vorrei, ma non posso.
Need for Speed: Pro Street
Qui mi si tocca sul vivo. Comprato dal sottoscritto come primo gioco per Playstation 3 al giorno dell’acquisto della console, credendo di avere tra le mani un’esperienza simile a quella avuta con la console “sorella minore” in Need for Speed Underground 2. Lento, macchinoso, fatto male. Della serie Need for Speed non aveva proprio nulla. Non si potevano nemmeno modificare le auto, né fare le corse clandestine perché il tutto si svolgeva su circuiti. E diciamola tutta, questo è stato l’inizio del declino della serie più tamarra di tutte targata EA. Gran Turismo dei poveri.
Top Gun
Se prendi una licenza fortissima, quella di Top Gun, uno dei film più iconici e amati di sempre, gli metti una colonna sonora che forse più azzeccata ed evocativa di questa c’è solo quella di Rocky IV, cosa potrebbe mai andare storto? Beh, se a questo aggiungi un gameplay lento alla morte, una grafica che sembra uscita da un gioco Playstation 2 e dei dialoghi lunghissimi, ma soprattutto inutili, i quali ti faranno sbadigliare più di una volta, ti salta fuori il titolo in questione. Occasione Sprecata.
Tony Hawk Ride
Al tempo io e un gruppo di miei amici eravamo gasatissimi per il nuovo Tony Hawk.
– Oh, ma lo sai che sto giro ti ci mettono pure skate vero?
– Sì, da comprare al day one!!!!
Per fortuna si immolò solo uno e la fregatura la prese solo lui perché: punto primo il gioco costava uno sproposito, punto secondo la tavola era estremamente imprecisa e non riusciva a captare un movimento manco a morire, punto terzo io e i miei amici sembravamo degli stupidi sopra quel pezzo di plastica. Occhio che cadi e ti fai male e poi ti prendi pure il resto.
Fantastic Four Rise of the Silver Surfer
Già il film di suo era parecchio discutibile, quindi tirarci fuori un videogioco che ne sfruttasse la licenza era una mossa molto azzardata. Ma tant’è… this is business and everything could make money. Il gioco era una copia brutta di X-Men Legends, serie di titoli discreti e nulla più, ma con molti più glitch e una grafica estremamente spartana. Il gameplay noioso e ripetitivo andava infine a condire un’opera disastrosa. Evitabile.
Resident Evil: Operation Racoon City
Diciamocela tutta ai tempi di Playstation 3 la saga di Resident Evil non godeva certo di buona salute. Tra un Resident Evil 5 che per poco non si beccava una denuncia per razzismo e il sesto capitolo che, a detta di molti fan, tocca il punto più basso della serie, in Capcom non sapevano davvero più che pesci pigliare. In mezzo a questi fallimenti gli sviluppatori se ne escono con un’idea sulla carta davvero “WOW”, cioè il riprendere i vecchi capitoli e riscriverli in un “what if…?”. Cosa sarebbe successo se il Tyrant avesse ucciso Leon? Dall’anteprima, estremamente incuriosito, mi lascio coinvolgere e dopo circa una settimana dall’uscita me lo accaparro. Il fatto che lo scaffale dell’usato sia pieno di copie del gioco che ti vuoi comprare, non è mai buon segno, ma lo porto a casa comunque. Inserisco il Blu-Ray e già il fatto di dover essere perennemente online non mi fa impazzire, la grafica non faceva capire nulla di ciò che succedeva a schermo, infine la difficoltà alta aumentava la frustrazione con checkpoint messi a casaccio. Ok, stattene li a prendere polvere.
Terminator Salvation
No, te lo dico chiaramente, non ce l’ho con i tie-in, anzi. Sono loro ad essere fatti male, in più io sono un grandissimo fan della saga di Terminator, quindi mi piange il cuore a dire che questo titolo fa schifo. Perché se un gioco mi dura 4 ore, porta il nome della pellicola, ma con questa condivide tre elementi in croce (tra cui nemmeno il protagonista) e tecnicamente è una pena, non so davvero come devo definirlo! Penoso.
Yaiba: Ninja Gaiden Z
Quante volte si è detto che Ninja Gaiden è difficile, impegnativo e devi avere una pazienza degna di Gandhi per giocarlo? Tante, ma mai abbastanza. Quindi con queste premesse si è guadagnato il titolo di gioco bello, ma non per tutti. Che cosa possiamo fare per far avvicinare più utenza? Facciamo un Ninja Gaiden più accessibile. Grande idea, perché non ci abbiamo pensato prima? Però, se con queste premesse, mi fai un titolo che forse è più difficile dell’originale, ma la difficoltà è dovuta ai controlli legnosi e poco precisi, non hai fatto centro, ma un buco nell’acqua. Sbagliato nelle premesse.
Golden Axe: Beast Rider
Quanto era bello Golden Axe? Il primo intendo, quello degli anni ’80. Se sei un giovincello e non hai mai giocato a questa perla fallo subito perché ti stai perdendo un pezzo di storia videoludica. E se i fan ti chiedono a gran voce di resuscitare una serie gloriosa, che appena si sente il nome ti riaffiorano i ricordi di un’estate al mare passata ad infilare monetine in un cabinato del bar di Cervia o Rimini (scegliere la località desiderata in base alla propria esperienza), un remake o un seguito lo fai per forza. Però non ti devi scordare che non basta il nome, devi metterci impegno cara SEGA. Quindi se mi dai Golden Axe, dove non posso scegliere tra i vari guerrieri e non posso fare co-op, mi resta solo una bruttissima copia di God of War, fatta con una grafica pessima e controlli legnosi. Nostalgia canaglia.
Amy
Arriviamo con quello che a detta di molti è uno, anzi, forse il peggior gioco presenta in tutto il catalogo Playstation 3. Nato come titolo a basso costo, in esclusiva Sony e riscattabile solo come contenuto digitale, Amy offre un’esperienza horror da dimenticare tutti costi. Un orribile game design, una caratterizzazione dei personaggi ridicola, il sistema di check point irritante come pochi e una storia che sembra uscita da un film di serie Z. Uno dei peggiori giochi non solo sul monolite nero, ma di tutti i tempi. Praticamente la personificazione di questa rubrica che tratto su iCrewPlay. Vomitevole.
Outsider: Resident Evil 6
Outsider per due motivi. Il primo perché in questa lista c’è già un titolo del franchise a base di zombie più famoso di sempre e secondo perché al sottoscritto non era dispiaciuto. Capiamoci subito non è per nulla un capolavoro. Le magagne, specialmente sul lato grafico ci sono, con texture che sembrano uscite dalla generazione precedente. Tuttavia resto del parere che se non si fosse chiamato Resident Evil 6, ma che ne so Resident Little Pony 6 avrebbe ricevuto un’accoglienza diversa e probabilmente avremmo detto che è un gioco discreto e nulla più. Nome sbagliato.