I JRPG, vale a dire “giochi di ruolo alla giapponese”, sono uno dei generi più amati, comunemente connessi con il periodo d’oro dei videogiochi tra fine anni ’80 e il nuovo millennio. Tuttavia, anche in tempi più recenti, i JRPG sono ben lungi dall’essere morti; anzi, negli ultimi anni a detta di molti sta vivendo un revival grazie all’uscita di numerosi titoli di altissima qualità.
Da quali giochi dovrebbe cominciare chi volesse approcciarsi solo ora a questo genere caratterizzato da narrazione epica e scontri impegnativi spesso a turni? Ovviamente non c’è una risposta univoca, ma abbiamo scelto cinque JRPG che vale la pena recuperare per una serie di ragioni in questa fine estate 2020. Vediamoli insieme.
Persona 4 Golden
Nata originariamente come spin off della meno nota Shin Megami Tensei, la serie Persona racconta la vita di alcuni adolescenti, divisa tra la scuola e la necessità di costruire legami sociali di giorno, e i combattimenti contro i demoni grazie alle manifestazioni fisiche dei lati oscuri della loro personalità – i Persona, appunto – di notte.
In particolare, in Persona 4 Golden, il protagonista e i suoi compagni del Team di Investigazione devono scoprire la verità su una serie di inspiegabili omicidi e sulla natura del Midnight Channel, un mondo parallelo a cui accedono lasciandosi risucchiare dallo schermo di un televisore.
La peculiarità della saga in termini di gameplay è l’alternanza tra lo stile da visual novel delle interazioni diurne, compresa la necessità di rispondere alle domande dei professori a scuola, e il combattimento a turni in perfetto stile JRPG della notte, in cui il giocatore ha la possibilità di controllare sì tutto il party, ma subirà game over nel caso il solo protagonista dovesse morire.
The Legend of Heroes: Trails in the Sky/Trails of Cold Steel
Dopo la localizzazione inglese su Steam, GOG e PlayStation Portable dei Trails in the Sky e su Steam, GOG e PlayStation 4 dei primi tre Trails of Cold Steel, tra poco meno di due mesi è prevista l’uscita sempre su PlayStation 4 di Trails of Cold Steel IV -The End of Saga-, che arriverà nel 2021 anche su Steam e Nintendo Switch. Inoltre, la community del Geofront ha realizzato una traduzione inglese fanmade di Zero no Kiseki e sta lavorando a quella di Ao no Kiseki, rendendo così disponibile per la prima volta tutta la serie in Occidente.
Quale momento migliore, dunque, per cominciare una delle saghe di JRPG più meritevoli dal punto di vista narrativo e con un combat system a turni a prima vista basilare, ma costantemente affinato nel corso degli anni? Per chi fosse stato convinto, il punto di partenza migliore non può che essere l’origine della serie, Trails in the Sky, ma vista l’enorme mole di giochi in questione, è possibile anche partire con Trails of Cold Steel in vista della pubblicazione occidentale del capitolo più recente, salvo recuperare i precedenti archi narrativi in seguito.
Disgaea 1 Complete
Come nel caso dei Trails, anche qui vale la pena di iniziare dal primo titolo, in particolare dalla remastered Disgaea 1 Complete per Nintendo Switch, in promozione fino al 20 settembre sul Nintendo eShop.
Questo JRPG vede Laharl, figlio del defunto Re dell’Oltretomba, lottare per la riconquista del trono del padre dopo che alcuni demoni se lo sono contesi approfittando del suo lungo sonno. Accompagnato dalla sua vassalla Etna e dai Prinny, divertentissimi mercenari simili a pinguini, Laharl dovrà fare i conti anche con il piano misterioso di Seraph, un serafino che aveva inviato, per quanto in ritardo, la sbadata angioletta Flonne ad assassinare il re.
Octopath Traveler
Caratterizzato dalle vicende parallele di otto personaggi che attraversano insieme il continente di Orsterra ciascuno per le proprie ragioni, questo JRPG trova nella componente narrativa il suo punto più debole, soprattutto a causa della scarsissima interazione tra i diversi protagonisti. Tuttavia, il titolo è nel complesso comunque più che meritevole in virtù di un comparto grafico delizioso, caratterizzato dal cosiddetto HD-2D (una resa ad alta definizione della pixel art dei JRPG classici degli anni ’90), oltre che da un’ottima colonna sonora.
Ma ciò che brilla di più è il sistema di combattimento, ancora una volta a turni, mutuato da Bravely Default. In esso, il giocatore può gestire entro un certo margine il numero di attacchi che effettuerà in ogni turno, sapendo però che se deciderà di attaccare più di una volta, perderà un numero equivalente di turni successivi; mentre se si limiterà a difendere, avrà poi a disposizione uno slot di attacco aggiuntivo.
Dragon Quest XI S: Echi di un’era perduta – Edizione Definitiva
Tuttora paradigma della definizione di JRPG, questo Dragon Quest non fa eccezione, raccontando la storia del Lucente, un ragazzo che scopre di essere investito del destino di realizzare una profezia, ma che sarà per questo avversato dal potente re di Hellador, che vede in lui l’incarnazione del male. Così, il Lucente fugge e si mette in viaggio per un mondo variegato e coloratissimo, insieme a una serie di personaggi che incontra sul cammino, come sempre disegnati da Akira Toriyama.
Il combat system è il più classico dei sistemi a turni, ulteriore elemento di conservazione che non risulta comunque per nulla datato. Va infine menzionato, sul piano della difficoltà, un abbassamento generale del livello di sfida nella trama principale, che può essere comunque innalzato in ogni momento attraverso apposite opzioni denominate Sfide Draconiane, ma sempre tenendo in mente che nel post game le battaglie diventano molto più ostiche, sulla falsariga dei capitoli precedenti.